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Escherichia Coli: sei bambini contagiati in Francia. Cnr annuncia scoperta battericida

di Marco Milano
 

Materiale con ossido metallico

Mentre l’infezione da E.Coli continua a far registrare nuovi casi sospetti – è delle ultime ore il timore che il ricovero di sei bambini presso il Policlinico di Lille, nella Francia del nord, possa essere collegato all’epidemia in seguito alla consumazione di hamburger surgelati – ci sono incoraggianti risultati dal mondo della ricerca, che potrebbero contribuire in modo importante a combatterne la diffusione. La notizia arriva dall’Istituto di Chimica e Tecnologia dei Polimeri del Consiglio Nazionale delle Ricerche di Pozzuoli (ICTP-CNR) e riguarda una nuova classe di materiali ad effetto battericida, efficaci contro un ceppo dell’ Escherichia Coli. Si tratta, nello specifico, di materiali polimerici a base di polipropilene: delle plastiche, in sostanza, su cui il progetto di ricerca lavora avendo come obiettivo l’applicazione per gli imballaggi alimentari – la ricerca fa parte del progetto europeo COST Action FA0904 “Eco-sustainable Food Packaging Based on Polymer Nanomaterials” (coordinato da Clara Silvestre) e coinvolge otto istituzioni di Italia, Francia, Danimarca e Inghilterra.

Lo studio è ancora in corso, ma tra i risultati più importanti ottenuti finora c’è proprio l’osservazione di una proprietà unica di questi composti, capaci di ostacolare la diffusione del batterio. L’effetto battericida (in accordo con le normative internazionali) che questi materiali hanno evidenziato contro il ceppo di Escherichia Coli DSM498, si deve all’introduzione, nel composto polimerico, di particelle di ossido metallico di dimensioni micrometriche. Nei test effettuati mettendo a contatto i batteri con i nuovi materiali, su un film polimerico puro (foto a sinistra) la crescita batterica è avvenuta normalmente. Nel composto contenente, invece, le micro particelle di ossido metallico, non avviene la crescita dei batteri, che invece muoiono a seguito del contatto (foto a destra).

Materiale senza ossido metallico

Donatella Duraccio, del team Cnr, ha risposto ad alcune domande di I@M circa questa ricerca, ancora in fase di evoluzione:

Come mai è proprio l’ossido metallico a provocare quest’effetto?

Il meccanismo attraverso il quale avviene l’attività battericida dell’ossido in questione non è noto. Sono State avanzate alcune ipotesi che, naturalmente, devono ancora essere verificate e approfondite.

In particolare di che tipo di materiali polimerici a base di polipropilene si tratta?

Il materiale è costituito essenzialmente da un classico polipropilene già in commercio, dall’ossido metallico (ottenuto da un gruppo francese del CNRS, attraverso una particolare tecnica di sintesi) e da una compatibilizzazione tra le due fasi.

Il risultato dell’effetto battericida, tra i primi ottenuti, è stato osservato prima dei recenti casi legati alla diffusione dell’ E.Coli?

Sì, lo studio faceva già parte di un programma di cooperazione internazionale Italia-Francia (e che in seguito ha coinvolto anche altre nazioni, come Danimarca e Inghilterra) con l’obiettivo di sviluppare materiali per packaging in grado di aumentare la ‘shelf-life’ (durata di vita di un alimento prima del suo consumo n.d.r) dei prodotti alimentari.

Il lavoro verrà presentato al prossimo International COST Workshop “Novel nanostructured polymeric materials for food packaging and beyond. Sono previsti ulteriori sviluppi, nel frattempo?

Sì, il lavoro verrà presentato al workshop. Lo studio su questi materiali sta intanto andando avanti, al fine di verificare l’effettiva possibilità di un’introduzione nel mercato di tali prodotti. In cooperazione con la Danimarca stiamo effettuando esperimenti con simulanti alimentari (in particolare della carne e delle verdure) per valutare l’eventuale migrazione dei componenti del film, potenzialmente dannosi per l’essere umano. Oltre ad altri tipi di esperimenti in corso.

L’interesse per materiali con proprietà antibatteriche sta sicuramente crescendo, in seguito ai recenti episodi di cronaca in Germania e questo potrebbe accelerare il processo di inserimento nel mercato. Bisogna però rispondere prima a tutta una serie di interrogativi e normative internazionali. Il team di ricercatori italiani, autori del lavoro, è composto da Donatella Duraccio, Sossio Cimmino, Clara Silvestre, Marilena Pezzuto, Antonella Marra (tutti dell’ICTP-CNR) e Ida Romano dell’ICB-CNR.

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