Segnala un evento
HomeIn primo pianoMi allacciate le scarpe?

Mi allacciate le scarpe?

di Maria Rosaria De Simone
Durante l’inverno sono stati resi noti gli studi effettuati da Agv, una nota azienda che si occupa di produzione di software e di antivirus sempre più sofisticati. In particolare, la ricerca effettuata si è adoperata nel mettere in luce le dinamiche del rapporto tra i bambini in età prescolare e la tecnologia informatica.
Lo studio è stato condotto a partire da interviste online ad oltre 2200 mamme di bimbi in età compresa tra i due ed i cinque anni in dieci paesi europei, tra cui l’Italia. I risultati sono incredibili e testimoniano una serie fase di cambiamento nella crescita dei nostri giovani. E’ emerso infatti, che il 58% dei bambini è alle prese con lo sviluppo informatico e gioca soprattutto con il computer, trovandosi a proprio agio con i vari dispositivi tecnologici.
Solo il 52% di questi bambini sa andare in bicicletta. Nel 19% dei casi, sono in grado  di interagire con uno smartphone, ma non sanno allacciarsi le scarpe: solo il 9% di loro è in grado di farlo. Il 25% dei bambini sa navigare su internet, mentre solo il 20% sa cosa significhi saper nuotare. Non c’è differenza tra maschi e femmine. Entrambi i sessi hanno mostrato abilità e competenze tecnologiche. La differenza si rileva invece da paese a paese.
Infatti, i bambini italiani son quelli che sanno utilizzare meglio i cellulari, quelli francesi son più abili con l’uso di internet e quelli inglesi se la cavano meglio con i videogiochi. Questi dati ci possono far facilmente risalire alle abitudini quotidiane dei bambini, le cui tappe di crescita ‘tradizionali’ hanno subito delle profonde modifiche, lasciando ampio spazio al ‘digitale’.
La motivazione è legata al fatto che i genitori sono meno attenti ad insegnare ai figli le abilità pratiche, che vanno dal semplice allacciarsi le scarpe all’andare in bicicletta.
Questo alla lunga, secondo i ricercatori, crea una popolazione di bambini che non sanno gestire la propria ‘fisicità’ e che si sanno esprimere meglio in una esistenza virtuale. Quello che manca cioè, è il gioco reale con persone reali, affinché i bambini sappiano interpretare bene e riconoscere il gioco virtuale.
Quindi, sviluppare i sensi attraverso l’utilizzo del digitale va bene, purché si torni a sapersi orientare e relazionare nella vita reale. Altrimenti ci troveremo una generazione di persone impacciate e non in grado di gestire la manualità.
Questo studio dovrebbe interrogare genitori, nonni ed educatori. E forse, ora che è estate, sarebbe l’occasione giusta per portare i figli al parco a giocare con le biciclette; portarli al mare o in piscina e spupazzarseli un poco giocando con l’acqua; insegnar loro ad allacciarsi le scarpe e a non correre per il campo di calcio con i lacci al vento con il rischio costante di inciampare; renderli partecipi dei vari lavoretti da svolgere in giardino. In fondo questo dovrebbe essere una cosa normale!
Alla fine una bella partita ai videogiochi, insieme, potrebbe essere un’ottima ricompensa.

1 COMMENTO

  1. infatti non ci sono regole, i bambini devono sapersi allacciare le scarpe, farsi le loro cose anche a riordinare la loro camera, il videogiochi quando piove, o per un premio, ma bicicletta, nuoto, o anche qualche partita di pallone, non sempre davanti la tv, o il pc i bambini piccoli devono giocare fuori allaperto

SCRIVI UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento!
Inserisci il tuo nome

- Advertisment -

più popolari