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Londra brucia intorno a noi

di Paolo Cappelli
Continuano le violenze in una Londra messa (letteralmente) a ferro e fuoco dopo la morte di Mark Duggan, un giovane di 29 anni e padre di quattro figli, caduto sotto il fuoco di un agente di polizia. L’evento è attualmente oggetto di un’indagine indipendente.
I gravi scontri di domenica, che hanno portato al ferimento di 26 tutori dell’ordine e di tre civili e a 48 arresti, sono continuati oggi estendendosi ad altre zone della città, come confermato dal portavoce di Scotland Yard, Adrian Hanstock. Apparso ieri sera sul canale BBC 1, Hanstock ha spiegato che la marcia di protesta contro l’operato della polizia, che stava procedendo regolarmente, è stata “manipolata” da un piccolo gruppo di attivisti definiti senza mezze misure dei “vandali senza cervello”. Quello che era nato come un evento pacifico nelle intenzioni dei circa 120 partecipanti, si è ben presto trasformato in uno scenario di sproporzionata violenza.
Una seconda notte di violenza, quella tra domenica e lunedì, ha nuovamente portato le sirene degli allarmi e dei mezzi di soccorso a suonare senza sosta. Le battaglie in strada sviluppatesi nel distretto di Tottenham si sono allargate, anche se con minore intensità, ai settori settentrionale e meridionale della cittò, dove centinaia di persone si sono riunite nelle strade e sono stati registrati nuovi, violenti episodi di saccheggio di negozi e locali. I disordini sembrano essere iniziati nel  quartiere di Enfield, a nord di Londra, dove diversi giovani hanno assaltato e distrutto una macchina della polizia e spaccato le vetrine di due negozi.
Uno dei deputati conservatori eletti in quel collegio, Nick de Bois, ha pubblicato un messaggio su Twitter riferendo che che “molte persone” si erano radunate a Enfield; tuttavia, nel descrivere la situazione, ha parlato di “gravi disordini”, ma non scontri. Un dipendente della BBC ha riferito all’emittente pubblica che un centinaio di giovani incappucciati si aggiravano per la locale stazione della metropolitana, anche se la situazione sembrava comunque sotto controllo. Alcune ore dopo, la tensione è stata spostata al quartiere di Brixton, in cui i Vigili del Fuoco di Londra hanno confermato a Sky News l’invio di sei squadre per domare un incendio appiccato a un negozio della catena di calzature sportive ‘Foot Locker’. Altri “piccoli gruppi”, come definiti dalla polizia, hanno assaltato diversi negozi della zona
Scotland Yard ha dichiarato di aver effettuato oltre 100 arresti nel secondo giorno di disordini in città; inoltre, al momento risultano feriti 9 agenti di polizia, cui si aggiungono quelli del ​​giorno precedente. La Metropolitan Police, per bocca della Comandante di Scotland Yard, Christine Jones, ha detto che “si tratta di una situazione difficile, con piccole sacche di violenza, saccheggi e disordini in diversi distretti. Gli agenti sono colpiti dalla spaventosa violenza rivolta contro di loro”. Jones ha aggiunto che la polizia non tollererà tale violenza e che sono in corso indagini approfondite volte ad assicurare gli autori degli atti criminosi alla giustizia.
E intanto, nella terza notte di scontri, migliaia di manifestanti sono scesi in strada nei quartieri di Hackney, Lewisham, Peckham e Croydon attaccando la polizia. Oggi, per la prima volta, le violenze si sono estese anche a città diverse da Londra. La polizia di Birmingham, infatti, è dovuta intervenire per evitare che si propagasse un’onda di violenza simile a quella della capitale, dopo che alcune vetrine di negozi erano state distrutte, lasciando via libera agli sciacalli. Il primo ministro David Cameron, fortemente criticato dopo che il portavoce di Downing Street aveva sottolineato che il Primo Ministro non avrebbe interrotto le ferie, ha annunciato che sarebbe rientrato a Londra dopo poche ore e lo stesso ha fatto il sindaco Boris Johnson.
Impossibile non trovare alcuni tratti comuni con due incidenti avvenuti in Italia, segnatamente il decesso di Carlo Giuliani a Genova, morto nel tentativo di assaltare una camionetta dei Carabinieri armato di un estintore, e quella di Gabriele Sandri, deceduto durante una disperata corsa all’ospedale dopo che un proiettile esploso da un agente della Polizia l’aveva colpito al collo. Ma una tale violenza è anomala anche per Londra. Città paladina dei diritti civili come poche altre in Europa, la capitale britannica ha vissuto, nella sua storia, anche proteste per motivi ampiamente condivisi, ma non per questo meno importanti, senza che ci fossero scontri di tale portata. Di certo c’è che la commissione per le indagini sulle denunce contro la polizia (si tratta di organismo indipendente) in genere non va troppo per il sottile in queste cose ed eventuali responsabilità, se ci sono, emergeranno sicuramente. Per ora, di certo, ci sono solo le decine di arresti di coloro i quali, immotivatamente, non fanno altro che violare la proprietà privata, considerata sacra nel paese guidato da Elisabetta II.

foto: /www.guardian.co.uk/

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