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Luci e ombre della Mostra del Cinema Italiano di Venezia

Di Stefania Taruffi

Ha inaugurato il 31 agosto l’annuale Mostra del cinema al Lido di Venezia, organizzata, come ogni anno, dalla biennale di Venezia, sotto la direzione di Marco Müller che si concluderà il 10 settembre.

In apertura la proiezione dell’atteso film di George Clooney Le idi di marzo, film da lui scritto, diretto e nel quale ha interpretato una parte non da protagonista. Si tratta di una pellicola dal tema molto attuale in cui si mischiano potere, seduzione e comunicazione in chiave molto intellettuale. E’ in concorso e distribuito in Italia da 01, divisione di Rai Cinema, a gennaio 2012. Applauditissimo dall’importante platea di circa mille persone invitate alla proiezione e alla successiva cena vip tenuta all’Hotel Excelsior del Lido di Venezia.

La pellicola, interpretata da Ryan Gosling, Philip Seymour Hoffman, Paul Giamatti, Marisa Tomei, Jeffrey Wright ed Evan Rachel Wood, oltre che dallo stesso Clooney in un ruolo importante, ma non da protagonista, narra, infatti, la vicenda di un giovane consigliere, addetto stampa per un candidato alla presidenza, che inizia la sua professione per idealismo, ma si trova stretto nella morsa della corruzione e dei giochi di potere, che presto lo portano a compromettere la sua anima.“E’ un film cinico – racconta Clooney – e questo ha influito sulla sua produzione. Lo avevamo in cantiere già dal 2007, ma poi Obama ha vinto le elezioni, c’era così tanto ottimismo… Semplicemente, non era il momento giusto. Non la considero una pellicola politica, certamente non è politicizzata. I democratici preferiranno l’inizio del film, i repubblicani la fine. E anche se è una vicenda americana – il film, tratto dalla pièce teatrale Farragut North di Beau Willimon, è ambientato in un prossimo futuro, durante le presidenziali – è pensata per un pubblico internazionale. Ogni paese ha il suo scandalo, anche se certo non sarò io a dare consigli a Strauss Kahn. Io racconto storie. Le responsabilità di chi governa una nazione sono molto maggiori di quelle di un regista. Anch’io devo fare compromessi, certo, ma riguardano il fatto di girare con la pioggia o meno, qualche cambio di dialogo, problemi di produzione. Non ho sulle spalle la responsabilità della vita di centinaia di persone e nemmeno la voglio. Hollywood, rispetto a Washington, è il paese dei balocchi. Penso che il mio film sia più che altro un thriller, siamo dalle parti di Wall Street, sul tema ‘sei disposto a vendere la tua anima per raggiungere i tuoi obiettivi?’ Anche se, dopo cinque anni che ci lavori, qualunque film diventa anche una vicenda personale…”.

A chi gli ha chiesto se avesse mai pensato alla carriera politica, George Clooney risponde abilmente: “Fare il Presidente? Non ci penso nemmeno… c’è un tizio molto simpatico che lo sta facendo in questo momento e sta soffrendo parecchio. Perché mai dovrei candidarmi? Io ce l’ho già, un bel lavoro!”

Moltissimi i film in concorso a Venezia e quelli italiani sono tutti targati Rai Cinema: Terraferma di Emanuele Crialese prodotto da Cattleya e Rai Cinema, in sala già il 7 settembre. Qui il regista di Nuovomondo, Leone d’argento rivelazione alla 63ma Mostra, riprende i temi a lui cari, con grandi invenzioni visive, ambientando su un’isola siciliana (stavolta Linosa), la vicenda di una famiglia di pescatori che s’intreccia a quella di un’immigrata clandestina, sopravvissuta alla prigionia nelle carceri libiche e al viaggio estenuante su una carretta del mare. Ecco la storia di due donne (le interpretano Donatella Finocchiaro e Timnit T) e della loro inattesa e contrastata sorellanza, mentre attorno a loro c’è il contesto in rapida trasformazione dell’isola, dove c’è chi intravede nel turismo una nuova lucrosa attività e chi vorrebbe continuare a vivere di pesca. Nel cast anche Giuseppe Fiorello, Claudio Santamaria, Mimmo Cuticchio, il giovane Filippo Pucillo.

È tratto dal romanzo omonimo di Cristina Comencini Quando la notte, anche questo coprodotto da Rai Cinema con Cattleya. Con Claudia Pandolfi e Filippo Timi è la storia forte e drammatica dell’incontro tra un uomo e una donna negli aspri paesaggi della montagna. Manfred è una guida alpina, vive solo e chiuso nella sua durezza dopo che moglie e figli l’hanno abbandonato; Marina è una giovane madre in vacanza col figlio, che però nasconde qualcosa d’inconfessato e inconfessabile.

Il terzo titolo è L’ultimo terrestre di Gipi, noto disegnatore alla sua opera prima. Pisano, 47 anni, al secolo Gian Alfonso Pacinotti, si è ispirato a un libro di fumetti “Nessuno si farà del male” di un altro autore, Giacomo Monti per quest’opera d’ironica fantascienza. L’arrivo degli extraterrestri, annunciato dai telegiornali e atteso dalla gente come l’ennesimo evento mediatico, porta invece una straordinaria rivoluzione creativa nell’esistenza grigiastra e solitaria del protagonista, lo stralunato Gabriele Spinelli, una presenza fortissima, che attraversa tutto il film come in trance.

Ha inaugurato la sezione Controcampo Italiano, Scialla! (stai sereno) opera d’esordio dello sceneggiatore Francesco Bruni, con Fabrizio Bentivoglio, Barbara Bobulova, Vinicio Marchioni e Filippo Schiccitano. Prodotto da Beppe Caschetto con IBC Movie, narra l’incontro inatteso tra un padre che non credeva di avere un figlio e il ragazzo, che non sa di avere di fronte proprio padre. Il giovane è uno svogliato liceale che dovrà ritrovare la motivazione a impegnarsi proprio attraverso il confronto con quell’adulto apatico e inquieto quanto lui.

Ha aperto  invece le Giornate degli autori, lo sconvolgente Ruggine di Daniele Gaglianone con Filippo Timi, Stefano Accorsi, Valerio Mastandrea e Valeria Solarino, prodotto da Domenico Procacci e Gianluca Arcopinto. Tratto dal romanzo omonimo di Stefano Massaron (Einaudi Stile Libero), si svolge in una città del Nord Italia alla fine degli anni ’70 durante una calda estate. I giochi avventurosi dei ragazzini, spesso figli d’immigrati, sono spezzati dall’arrivo di un medico, uomo apparentemente perbene, fin troppo per la gente di quella modesta periferia. In realtà è un orco in carne ed ossa. Trent’anni dopo i piccoli protagonisti di quella tragedia, ora adulti, devono ancora fare i conti con gli avvenimenti di un’estate violenta e oscura.

Molto interessanti anche i documentari nella sezione Controcampo che quest’anno vede anche una competizione del cinema del reale. Fra questi emergono:  Out of Tehran di Monica Maggioni, Quiproquo di Elisabetta Sgarbi, Piazza Garibaldi di Davide Ferrario ed Io sono – Storie di schiavitù di Barbara Cupisti, evento speciale per la Giornata dei diritti umani.

Madrina del festival l’attrice Vittoria Puccini, colpita proprio in questi giorni da un grave lutto.

Dopo il passaggio di Clooney la passerella del Lido ha visto sfilare numerosi attori ed attrici internazionali fra cui Madonna con l’inseparabile figlia, Kate Winslet e anche Monica Bellucci.

Quest’ultima, alla proiezione stampa del film da lei interpretato, “Un ètè brulant” di Philippe Garrel sono volati fischi e risatine, soprattutto riguardo all’interpretazione dell’attrice italiana e alla scena di nudo integrale, per di più molto casta. Lei si giustifica che non è stato molto facile girarla: “Ero in un momento di grande fragilità, avevo partorito solo da un mese e mezzo: da parte mia è stato un abbandonarmi, una forma di generosità. Quando faccio un film, scelgo di affidarmi al regista ed io ero felice di essere stata scelta da Garrel di cui rispetto l’universo artistico, che può essere radicale, si può amare oppure no, ma resta unico. Mi sono affidata a lui, il nudo è abbandonarsi e per quella scena mi sono sentita protetta, rispettata, Philippe ama i suoi attori, li cura e li tutela”.

Più successo ha avuto il marito della Bellucci, l’affascinante Vincent Cassel, nel cast dell’applauditissimo “A dangerous method” di David Cronenber.

 

Fonti: Rai Cinema e Ansa

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