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Ecologia del vivere: tutti a scuola, tranne il piccolo Wang

Di Stefania Taruffi

Negozi in pieno fermento, librerie prese d’assalto, il diario e la merenda sono pronti nello zaino e via, tutti a scuola. Oggi per quasi otto milioni di ragazzi, dopo tre mesi di vacanza c’è stata l’alzataccia e per molti, una nuova vita tutta da scoprire. Un impegno con se stessi e la propria crescita personale, un percorso obbligato che viene a formare gli uomini e le donne che domani saranno chiamati responsabilmente a occuparsi del paese, della famiglia, di se stessi. E’ un compito duro quello degli insegnanti: dal loro impegno, senso di responsabilità, dalla loro dedizione, dipende la formazione culturale, educativa e sociale dei giovani, coadiuvati da famiglie sempre più divise, spesso indifferenti, assenti, troppo prese dai propri problemi e impegni per dedicarsi ai propri figli.

Poi c’è anche qualche bambino che a scuola non ci può andare, come il piccolo Wang Gengxiang, perché un incidente l’ha reso inguardabile. La storia di Wang sta commuovendo il mondo perché il piccolo ha sei anni e una brutta storia alle spalle. Nel 2010 è rimasto gravemente ustionato sul volto e nella parte superiore del corpo, dalle fiamme scaturite da un mucchio di paglia.  Per proteggere la pelle ustionata dalle infezioni, deve indossare una maschera chirurgica che gli copre il volto, lasciando liberi solo occhi, naso e bocca. Il padre del piccolo, di comune accordo con le maestre, ha deciso che non andasse  a scuola per non turbare i compagni e per tutelarsi da pericolosi rischi d’infezione. Dovrà aspettare di essere guarito dalle ustioni e che il suo organismo diventi abbastanza forte da poter sopportare il delicato trapianto che gli restituirà parte della sua pelle.

Diamo sempre tutto per scontato e cerchiamo l’astuccio e lo zaino all’ultima moda per i nostri figli, per renderli felici. E’ comprensibile, ma forse dovremmo anche raccontare loro questa triste storia, fargli comprendere che non è mai tutto scontato, che a volte la vita riserva brutte sorprese a molti altri bambini. Che che da un giorno all’altro quella che era una vita ‘normale’, può tramutarsi per alcuni in un inferno di fuoco,  marchiandoli con ferite esteriori e interiori indelebili e negandogli una normalità.

Oggi il mio pensiero va proprio a lui, al piccolo Wang. Forse qualcuno gli insegnerà le nozioni scolastiche a casa, ma nessuno potrà mai restituirgli i momenti che ora gli sono negati: la giocosa interattività, gli amici con cui condividere le proprie giornate, le lotte, i sorrisi e i giochi spensierati che la vita riserva solo a queste meravigliose creature che sono i bambini. Tanti auguri Wang!

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