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Neutrini del Cern: superata la velocità della luce

di Marco Milano

La conferma è ufficiale da poche ore: i neutrini del Cern avrebbero superato la barriera invalicabile della velocità della luce. Una notizia che sconvolge la comunità dei fisici, in attesa di capire in che modo sconvolgerà quello della fisica. Sono italiani – guidati da Antonio Ereditato – i ricercatori autori di questi risultati, per il momento rivoluzionari. Il dato è stato registrato nell’ambito del progetto Cngs (Cern Neutrino to Gran Sasso) che prevede lo studio delle proprietà dei neutrini ‘sparati’ nell’arco di tre anni dall’acceleratore di Ginevra verso i Laboratori Nazionali del Gran Sasso dell’Infn – Istituto Nazionale di Fisica Nucleare. Oltre 15.000 neutrini lungo 730 chilometri di distanza fino al rivelatore Opera – Oscillation Project with Emulsion tRacking Apparatus, per un tempo di percorrenza di 2,4 millisecondi. Per la precisione, il limite invalicabile – come dimostrato dalla Teoria della Relatività di Albert Einstein – di circa 300mila km/sec  è stato superato di 60 nanosecondi (1 nanosecondo = 1 miliardesimo di secondo). Abbastanza per far tremare i polsi a tutta la comunità scientifica internazionale, subito mobilitata nel produrre ipotesi, dubbi e spiegazioni più o meno plasusibili: ricalcolare il limite invalicabile, neutrini mobili in dimensioni ‘scorciatoie’, teoria delle stringhe.

I neutrini sono particelle elementari, di carica elettrica neutra e massa quasi pari a zero, che raramente interagiscono con altra materia; il Sole produce una quantità di neutrini pari a quella di una reazione nucleare, che investe e circonda in continuazione il nostro pianeta. La Teoria della Relatività ristretta di Einstein stabilisce che le regole della fisica sono le stesse per qualsiasi tipo di ‘osservatore’ e punto d’osservazione. La performance dei neutrini del Cern metterebbe in discussione la relatività e, di conseguenza, l’attuale visione dei meccanismi che regolano l’universo. Le cautele delle dichiarazioni ufficiali del ricercatore Dario Auterio si accompagnano a una fiducia e a un entusiasmo rari per questo tipo di ricerca: ‘’Abbiamo sincronizzato la misura dei tempi tra il Cern e il Gran Sasso con un’accuratezza al nanosecondo e abbiamo misurato la distanza tra i due siti con una precisione di 20 centimetri. Nonostante le nostre misure abbiano una bassa incertezza sistematica e un’elevata accuratezza statistica e la fiducia riposta nei nostri risultati sia alta, siamo in attesa di confrontarli con quelli provenienti da altri esperimenti”. Oltre ad aver effettuato verifiche dei rilievi topografici e controlli sull’eventuale impatto geologico nel territorio in seguito al sisma dell’Aquila, Antonio Ereditato – responsabile del rivelatore Opera – esclude anche che ci possano essere errori di tipo strumentale: “Dopo molti mesi di studi e di controlli incrociati non abbiamo trovato nessun effetto dovuto alla strumentazione in grado di spiegare il risultato della misura. Continueremo i nostri studi e attendiamo misure indipendenti per valutare pienamente la natura di queste osservazioni”

L’obiettivo è quindi quello di valutare i dati con tutta la comunità scientifica, anche per compararli con i dati analoghi del progetto americano Minos. Meglio aspettare pazienti, manca solo qualche ora: oggi pomeriggio alle 16 ci sarà un seminario al Cern e lunedì ai Laboratori del Gran Sasso, mentre la pubblicazione verrà anticipata su ArXiv.

La solidità delle idee di Einstein è durata più di un secolo, fino ad oggi.

(documentario sul Progetto CNGS)

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