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La Notte Europea dei Ricercatori

di Mariano Colla

 

In occasione della “Settimana della Scienza”, tenutasi dal 19 al 26 settembre, si è svolta l’iniziativa la “Notte Europea dei Ricercatori”, manifestazione nata con l’obiettivo di far incontrare la comunità scientifica con il pubblico in oltre 300 città localizzate in 30 Paesi europei. La ricerca italiana ha assicurato visite guidate presso i Centri di Ricerca INFN-LNF, ESA-ESRIN, ENEA-CR Frascati, INAF-OAR, INAF IFSI, INAF IASF, CNR (Area TorVergata), MUSEO GEOFISICO di Rocca di Papa (INGV), ASI-ASDC, INGV(sede di Roma). Nell’ambito di un ampio programma di visite e incontri, organizzati presso la sedi dei più importanti istituti scientifici della penisola, particolare attenzione merita l’iniziativa organizzata sino a tarda notte nella sede di Roma dall’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV) ubicata in Via di Vigna Murata.

L’INGV ha proposto un intenso programma articolato su seminari divulgativi (in collaborazione con l’INRAN), proiezioni di filmati scientifici, visite guidate interattive, il tutto finalizzato a rendere più familiari alla gente comune i complessi processi naturali che regolano vulcani, tsunami e l’imprevedibile dinamica dei terremoti. Giovani fisici e geologi hanno illustrato, in termini comprensibili a tutti, la fisica, la geologia, il geomagnetismo e le dinamiche termo-meccaniche terrestri alla base degli spaventosi fenomeni naturali che hanno costellato di tragedie la storia del nostro pianeta. Parallelamente, viste guidate interattive hanno consentito di accedere alla sala di sorveglianza sismica e ai laboratori didattici.

In particolare, la visita alla sala sismica ha messo in evidenza le complesse tecnologie di diagnosi operanti sul territorio nazionale, atte a valutare e prevenire, per quanto possibile, manifestazioni sismiche o vulcaniche di rilievo. Una sala controllo, colma di monitor, schermi al plasma e computer, riceve e visualizza i segnali provenienti dalle numerose stazioni e dai molti rilevatori sparsi sul territorio nazionale. Personale altamente professionale decodifica, in tempo reale, le segnalazioni e traccia costantemente una mappa aggiornata di ogni pur minima attività sismica presente nel nostro paese.

Impressiona la notizia che nell’ultimo anno sono state rilevati in Italia circa 10.500 terremoti, fortunatamente la gran parte dei quali di breve durata e bassa intensità, inavvertibili da parte dei comuni cittadini. Sistemi computerizzati interconnessi con una rete di satelliti in tecnologia GPS sono in grado di rilevare gli spostamenti della crosta terrestre, anche solo di pochi millimetri. Il rilevamento di tali spostamenti consente di tracciare mappe relative alla lenta migrazione delle placche terrestri, calcolandone gli impatti, gli scostamenti, gli sfregamenti tra le faglie dopo un terremoto. Il territorio italiano, soprattutto a ridosso degli Appennini e delle Alpi di nord-est, presenta una scala di spostamenti che va da qualche millimetro a qualche centimetro l’anno, evidenziando un’ampia e pericolosa zona sismica che richiede un monitoraggio continuo. Ogni situazione critica viene segnalata in tempo reale alla Protezione Civile. Una legge approvata sei anni fa, impone alle imprese edili vincoli costruttivi sulle nuove abitazioni da edificare in zone sismiche. E’ nella speranza di tutti che tali vincoli vengano rispettati.

Filmati, girati da ricercatori dell’INGV nazionale, mostrano immagini impressionanti di eruzioni, quali, per esempio, quella del 2002-2003 dell’ Etna, oppure sequenze che riguardano attività sismiche ed espulsioni di gas sui fondali del mediterraneo, sulla cui superficie sottomarina sono stati individuati circa 50 vulcani, alcuni dei quali ancora potenzialmente attivi. Si può supporre quindi che l’intero Mediterraneo e’ o e’ stato zona sismica. Attualmente gran parte del Mediterraneo e’ a elevata sismicità. L’iniziativa dell’INGV è stata premiata da un nutrito successo di pubblico. Famiglie, bambini, signore e signori di tutte le età si sono avvicendati per i locali dell’istituto, con quel pizzico di deferenza che una ambiente di ricerca si merita. L’impeccabile organizzazione è stata opera dei giovani “scienziati” e tecnici dell’istituto, giovani che hanno manifestato professionalità ed entusiasmo, doti sempre più rare di questi tempi.

A margine dei lavori ho intervistato il dott. Paolo Casale, tecnologo-ricercatore dell’INGV che opera nella rete di rilevazione sismica nazionale, oltre ad occuparsi del laboratorio didattico di divulgazione scientifica e che, nel caso specifico, ha anche curato l’organizzazione logistica della manifestazione.

La manifestazione è stata intitolata “la notte dei ricercatori”, perché la notte?

Si è partiti dalla tradizione della “notte bianca”, quale accattivante evocazione della dimensione notturna per stimolare gli interessi della gente e poi per dare maggiore enfasi al fatto che è proprio sui ricercatori che grava la ricerca italiana, lavoro purtroppo spesso oscuro.

Quali sono gli obiettivi primari di questa specifica iniziativa? Una ricerca di visibilità in un contesto politico che sembra in parte ignorarvi, oppure la necessità di comunicare i risultati del vostro lavoro trascurato, spesse volte, anche dai media, o altro?

Direi un po’ tutte queste cose. Dare visibilità alla ricerca è senz’altro necessario, soprattutto in un momento in cui essa gode di poca attenzione e pochi finanziamenti, però aggiungerei un obiettivo specifico. Noi ci occupiamo della terra e delle sue manifestazioni più dirompenti e riteniamo quindi opportuno sensibilizzare la gente su quanto è complesso il rapporto con fenomeni che si possono anche verificare con discontinuità, ma che, tuttavia, richiedono una forte attenzione nella rilevazione e nello studio di ogni segnale, premonitore o non. Dobbiamo migliorare la conoscenza dei fenomeni naturali e l’ educazione sui rischi che vive il nostro paese, al fine di sensibilizzare la popolazione, anche per sollecitare la salvaguardia del territorio e il rispetto delle norme edili antisismiche. L’Italia è un territorio fortemente sismico; tagliare risorse in questo campo della ricerca è pericoloso per gli effetti che si potrebbero manifestare sulla comunità.

Se dovesse, in una battuta, dire quale messaggio “forte” dovrebbe emergere da questa iniziativa, quale potrebbe essere?

Il messaggio forte e conciso e’ il seguente: “Venite a vedere chi siamo cosa facciamo, come lavoriamo ed i nostri risultati. Forse qualcuno di voi modificherà la propria opinione sulla ricerca italiana e sulla sua necessità.

Quale la situazione economica di queste strutture ? Ci sono prospettive, oltre ad un puro precariato ?

La situazione economica non e’ tra le più rosee, dati i tagli alla ricerca. Anche noi abbiamo subito pesanti tagli. Inoltre la situazione politico-economica generale, a livello ministeriale, non consente al nostro ente di stabilizzare i molti precari presenti (400 su un organico di 1000). Molte delle attività (tra cui quella divulgativa di questa manifestazione), molte linee di ricerca si reggono sul lavoro dei precari. Senza di loro molti risultati non si raggiungerebbero. Malgrado il problema sia vivo e presente da anni, attualmente le prospettive per il precariato non sono buone. Chissà, forse se i governanti ci venissero a trovare…

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