Crolla una palazzina a Barletta e alla fine restano a terra le macerie. Sotto le macerie il corpo di quattro operaie, Matilde, Giovanna, Antonella e Tina. Lavoravano in nero per un laboratorio di confezioni, dove cucivano magliette e tute da ginnastica, anche per 14 ore al giorno a 3euro e 95 centesimi all’ora.
Adria Trani, della Cgil di Barletta conferma «Lavoravano in nero per pochi euro all’ora e dopo alcune verifiche sembra che l’azienda fosse completamente sconosciuta all’Inps». Il segretario generale della Cgil Bat, Luigi Antonacci «molte sono le lavoratrici che accettano situazioni analoghe a quelle delle operaie morte nel crollo perchè guadagnare pochi euro al giorno serve comunque per mandare avanti la famiglia e prendersi cura dei propri figli». Insieme alle operaie è morta anche la figlia dei proprietari della piccola azienda. Il sindaco di Barletta, Nicola Maffei riguardo alle lavoratrici senza contratto: «Non mi stento di criminalizzare chi in un momento come questo viola la legge, assicurando, però, lavoro a patto che non si speculi sulla vita delle persone».
«Con la crisi del tessile-abbigliamento-calzaturiero – sostiene il sindacalista della Cgil Antonucci – un tempo trainante per l’economia locale, molte grandi aziende hanno chiuso i battenti e sono rimaste solo tante piccole attività sconosciute all’Inps, realtà a conduzione familiare e ubicate nei posti più impensabili: sottani, scantinati o locali a piano terra in edifici antichi, proprio come quello di via Roma».
Realtà ottocentesche che sembravano lontane da noi ora sono l’unica possibilità per molti, troppi, di sopravvivere.