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Sanremo 2012: con Ambra e Morandi trionfa la sana Italia di provincia

di Elena Orlando

Nessun cambio d’abito. Al massimo, di cravatta. Sotto il cielo stellato dell’Ariston non ci sarà nessun homo novus, semmai l’ eterno ragazzotto di provincia assunto al ruolo di uomo della Provvidenza, colui che col suo bon ton casereccio e una semplicità disarmante ha portato l’ultimo festival di Sanremo ad una media di ascolti di 12 milioni di telespettatori a puntata e uno share del 50 per cento. Insomma, sarà ancora lui, Gianni Morandi, a condurre la kermesse canora più chiacchierata dell’anno. Un evento mediatico tanto criticato quanto atteso. Chi accompagnerà Morandi? Ambra Angiolini, ex primadonna di “Non è la Rai”, che non è nuova a questa esperienza, visto che nell’edizione del 1996, dopo il flop televisivo di Generazione X su Italia 1, condusse con un filo di impertinenza e una gran voglia di polemiche fini a se stesse il Dopofestival insieme a Pippo Baudo. E l’accoppiata non fu proprio delle migliori. Stavolta però Ambra sarà co-conduttrice, nel senso che presenterà il festival insieme a Morandi. E l’accoppiata, consacrata dalla benedizione di Gianmarco Mazzi, ancora il direttore artistico. La conferma di Ambra arriva dopo il gran rifiuto di Federica Pellegrini, in lizza per Sanremo da settimane, ma che rinuncia per impegni sportivi di gran lunga più importanti, come le Olimpiadi di Londra, che inizieranno il 27 luglio. Parola d’ordine e leitmotiv vero del festival targato Morandi sarà ancora il gioco di squadra, suggellato dal “restiamo uniti” dell’anno scorso, recitato come un mantra ad ogni passo, tra una presentazione e l’altra delle canzoni in gara, e la musica al centro della scena. E che nessuno gliela rubi. “Perché Sanremo è innanzitutto il festival della canzone”, dice Morandi col suo inconfondibile sorriso a 365 denti, due mani giganti e spirito fanciullesco.
Riflettori puntati come sempre sugli ospiti (si parla già di un possibile andirivieni) e sui cantanti in  gara.  Mazzi avrebbe già scomodato Giorgia. E poi sognerebbe Mina, Celentano, ma anche Vasco e Ligabue (si spera in serate diverse e lontane, per evitare scazzotta menti vari). Arisa lancia messaggi nemmeno troppo velati (“se mi vogliono, sono qui”) e i figliocci artistici di Maria De Filippi, da Emma Marrone ad Alessandra Amoroso passando per Annalisa Scarrone, ai quali si vanno ad aggiungere quelli di X Factor (da Noemi a Marco Mengoni a Giusy Ferreri) su eventuali partecipazioni al festival lasciano ancora col fiato sospeso.
La macchina mediatica si è già messa in moto, contornata di fiori sanremesi dall’inconfondibile profumo. Quella delle polemiche sta già scaldando il motore. Del resto in Italia esistono poche certezze. Tra queste ci sono gli spaghetti, c’è il mandolino, la mafia, i luoghi comuni e pure il festival di Sanremo, lo specchio di un Paese afflitto, piegato, stanco, lento, impantanato ma pur sempre tradizionalista e un filino, giusto un filino, puritano. Ecco. Sanremo dovrà garantire questo: lo spasso provincialotto e scanzonato, apparentemente bipartisan ma poi in realtà assolutamente filogovernativo e politicamente corretto. Che sennò la commissione di vigilanza Rai tuona come fa Giove quando si arrabbia. Poi ci sarà tempo di dire, magari al bar, “Sanremo? E chi lo guarda!”, quando in realtà si scopre che almeno per una mezz’ ora buona anche i più schizzinosi se lo sono visto. Quindi in bocca al lupo a Morandi, confidando in un cast che faccia da ponte tra passato e presente, con particolare attenzione ai nuovi talenti ma anche ai talenti storici, agli evergreen di lusso e alla musica d’autore (in linea con la vittoria dell’anno scorso di Roberto Vecchioni) come che deve assolutamente uscire dalla sua nicchia,  arrivare al grande pubblico ed essere a tutti gli effetti parte integrante di un evento popolare.

6 COMMENTI

  1. A dire il vero, l’edizione del dopofestival Ambra-Baudo fu un successo, ma se alla giornalista che ha scritto l’articolo piace inventare i fatti … le sarà antipatica la Angiolini immagino …

  2. Si ricomincia con la sceneggiata: Ballandi, Arcobalenotre e… tra poco arriva l’altra ed il gioco è fatto. Con tanti bravi presentatori che ci sono in giro per l’Italia, nelle TV locali, bisogna prendere sempre una mummia od i figli dei soliti Pooh… Va bèèè, l’anno scorso, non essendo riusciti a far partecipare musica popolare di qualità, per interessi di diversa natura, avete portato a vincere il Festival di Sanremo al cantautorato: jazz tra i giovani ed intellettuale tra i big. Non era musica popolare, non era la canzone da portare dietro per la vita, non erano canzoni di Sanremo. Poooi, a chi volete prendere in giro, fate selezioni trasparenti, specialmente tra i giovani e poi vedremo. Siete solo sacerdoti e vestali delle decadenza culturale e morale dell’Italia.

  3. Le solite cose, i soliti interessi, la solita gente, i soliti risultati. Da un eccesso all’altro, l’anno prima una canzone figlia di reality, l’anno dopo il soccorso del cantautorato. Entrambi già dimenticate. Di musica poca, ma tanto, tanto spettacolo. Aspettiamo ancora la musica italiana, quella vera, non quella mistificata dalle vecchie glorie e dai loro mediocri figli. Cerchiamo la musica leggera italiana che faccia nuovamente sognare una nazione che vive gli incubi del contemporaneo sociale, politico ed economico. Ma possono uomini senza idee, vittime di se stessi e delle loro bramosie di potere, di guadagno e di sesso, essere i fautori del nuovo ?

  4. no ma scusate chi ha scritto sto articolo???generazione x la fecero per due anni per il successo e il dopo festival con baudo un trionfo..ma non puo’ documentarsi prima..ma?bo??

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