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Londra: grande festa per l'elettropop anni '80

foto e testo di Vincenzo Nicolello

LONDRA – Il favoloso Roundhouse di Camden Town ha ospitato una doppia serata dedicata agli anni ’80. Il 14 ottobre, i protagonisti incontrastati sono stati gli Heaven 17, che hanno riproposto in modo integrale con tecnologia audio 3D, il loro secondo album: The Luxury Gap. Il giorno successivo, invece, è stato celebrato il ventennale di British Electric Foundation, progetto nato dalla fuoriuscita dei tastieristi Martyn Ware e Ian Craig Marsh dagli Human League, sfociato con l’avvento di Glenn Gregory nella nascita degli stessi Heaven 17.

Ma andiamo con ordine. La prima serata è stato un vero e proprio tuffo nell’elettro pop. L’album The Luxury Gap è probabilmente il miglior lavoro prodotto dalla band: basti pensare che tra le tracks ci sono due hits quali Temptation e Let me go, accompagnati da altri brani forse meno noti al pubblico italiano, ma altrettanto celebri Oltre Manica. Sul palco i tre membri dell’attuale formazione: Martyn Ware alle tastiere Glenn Gregory alla voce e la potente corista Billie Godfrey. Al loro fianco il batterista Joel Farland, l’altra corista Kelly Barnes, il chitarrista Asa Bennett e il bassista Julian Crampton. Sono state quasi due ore di musica trascinante, con 17 pezzi in scaletta ed un pubblico “maturo” che è andato letteralmente in visibilio per questo tuffo inaspettato. Un suono pieno e convincente ed un Glenn Gregory sontuoso, hanno regalato emozioni anche ai più scettici. Tra le “chicche” da ricordare anche un remix di Temptation con intrusioni di I Feel love di Donna Summer, che non si era mai sentito se non negli extended play su vinile. Da non dimenticare nemmeno Who’ll Stop the Rain e Lady Ice and Mr Hex, suonate dal vivo per la prima volta. Non è mancato nemmeno il tributo agli Human League:  gli Heaven 17 si sono riappropriati di alcune canzoni che Martyn Ware aveva composto per la sua vecchia band (Black hit of space, Being Boiled, oltre ad una rilettura del classico You’ve lost that loving feelin’ dei Righteous Brothers, interpretata nella stessa versione che gli Human League avevano fatto sul loro primo album Reproduction.

Nemmeno il tempo di rifiatare che Glenn e Martyn si sono ripresentati sul palco per la seconda serata. In questo contesto gli Heaven 17 hanno lasciato spazio ai BEF (British Electric Foundation). Chi è poco avvezzo alla storia di questa band, deve sapere che alla sua nascita propose una “cassetta” con musica d’ambiente, per poi passare ad un progetto di cover famosissime, suonate dai BEF ed interpretate da celeberrimi artisti dell’epoca, tra i quali Sandy Shaw, Tina Turner, Billy Mackenzie, Glenn Gregory ed altri ancora. Proprio in ricordo dei 20 anni dalla prima uscita è arrivata questa esibizione live, con davvero pochissimi precedenti, perché sul palco si sono presentati alcuni degli artisti che avevano fatto la fortuna della band, offrendo una serata indimenticabile per i moltissimi presenti.

Tra gli ospiti al Roundhouse ricordiamo Midge Ure (Ultravox) e la biondissima Kim Wilde. A ruota si è esibito Green Gartside (Scritti Politti). La carrellata degli ospiti è proseguita con Kate Jackson (ex Long Blondes), Shingai Shoniwa (Noisettes), fino a concludersi con due icone della musica British: Sandie Shaw (rigorosamente scalza) e Boy George, senza treccine, ma con un florilegio di trucco e pailettes.

E’ stato un vero e proprio trionfo musicale, i presenti si stropicciavano gli occhi per l’incredulità e lo spettacolo è stato davvero mitico. La scaletta ha snocciolato tra gli altri pezzi Secret Life Of Arabia (David Bowie cover, cantata da Midge Ure), Every Time I See You Go Wild (Stevie Wonder cover, proposta da Kim Wilde), Didn’t I Blow Your Mind This Time (The Delfonics cover, interpretata da Green Gartside). Poi sono arrivate le cover di Smalltown Boy dei Bronsky Beat, Picture This dei Blondie, sino a Anyone who had a heard di Burt Bacharach interpretata divinamente da Sandie Shaw. Ancora Boy George che ha scomodato Lou Reed con il suo Make Up, sino al gran finale quando Glenn Gregory in gran vena, che ha “coverizzato” Suspicious Minds, resa celebre da Elvis. Il tutto prima di arrivare ad un bis fuori programma: Temptation degli Heaven 17, con tutti gli ospiti sul palco uniti in un abbraccio in onore dei mitici anni ’80.

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