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'L’industriale', una generazione di giovani 'a testa alta e con le pezze al culo'

di Cinzia Colella

Una conferenza stampa frizzante e profonda allo stesso tempo quella che questa mattina ha presentato ai giornalisti accreditati al Festival del Film di Roma l’ultimo lavoro del maestro Giuliano Montaldo, ‘L’industriale’.

Pierfrancesco Favino – foto: ItaliaMagazine

E’ la storia di Nicola (Pierfrancesco Favino) , titolare di una fabbrica, ereditata dal padre, che adesso è sull’orlo del fallimento. Si ritrova strangolato dai debiti e dalle banche, nella Torino che vive la grande crisi economica che soffoca tutto il paese. Ma è orgoglioso, tenace. Ha deciso di risolvere i suoi problemi senza farsi scrupoli, esattamente come le finanziarie che lo vorrebbero al tappeto. Laura (Carolina Crescentini), sua moglie, è sempre più distante. La sta perdendo, se ne è accorto, ma non fa nulla per colmare la distanza che ormai li separa. Assediato dagli operai che lo pressano per conoscere il loro destino, in attesa di concludere una joint venture con una compagnia tedesca, Nicola avverte che qualcosa sta turbando l’unica certezza che gli è rimasta: il matrimonio. Ma invece di aprirsi con Laura comincia a sospettare di lei. E a seguirla di nascosto. Tutto precipita. I tedeschi rifiutano l’accordo e Laura annuncia che ha intenzione di separarsi. Nicola annaspa e tira fuori il peggio di sé. Poi la ruota della vita di Nicola gira. Tutto sembra tornare a posto: l’azienda, il matrimonio, il successo sociale. Ma Nicola ha più di un segreto e Laura non tarderà a smascherarlo.

Un tema di grande attualità che mette in scena paure, coraggio e speranze di una generazione adulta e sempre più smarrita. «La crisi è talmente attuale che senza bisogno di spiegarla può fare da sfondo ad una storia come questa. Nicola, il mio personaggio, non è un fallito – spiega Pierfrancesco Favino – quelle che sono le sue debolezze nella vicenda  personale e privata, sono invece i suoi pregi dal punto di vista lavorativo. Un uomo tenace e ostinato nel lavoro è un uomo vincente; un uomo ostinato nella vita privata rischia di essere un ottuso.

Metaforicamente si potrebbe parlare con questo paragone: le armi  con le quali possiamo controbattere questa vicenda di crisi – in termini di grande economia -, non possono avere a che fare con vicende private degli uomini che hanno a che fare con il dover comprare pane e latte. Nei giornali si parla sempre e solo di soldi e si parla molto poco della vita. Le persone che parlano di numeri hanno il latte pagato, le persone che hanno bisogno di comprare il latte, invece, non sanno cosa siano i numeri. Il lavoro non è solo profitto, è quello che siamo. Sento molto l’appiattimento dell’idea del lavoro sul profitto e non sull’identità dell’uomo».

E il lato emotivo viene fuori proprio con la figura di Laura, la moglie di Nicola, che come spiega la sua interprete è «terribilmente controversa e piena di sfaccettature. E’ una donna in un momento di grande crisi, di cambiamento, e dopo tre anni non ce la fa più. Vuole cambiare. Vuole aiutare lui, ma lui non si fa aiutare; vuole confrontarsi con lui, ma lui non vuole parlare; vuole sentirsi di nuovo sua, ma lui adesso non ha il tempo di guardare lei e quindi cerca qualcuno che possa farla sentire di nuovo presente e viva, che possa farla sentire».

Il film è ambientato a Torino «una città tagliata in un modo così straordinario che ci si può ambientare qualsiasi storia – commenta il regista – e poi ci sono molti spazi disponibili che erano dell’altra famiglia, quella… Torino ha avuto due famiglie, no?, i Savoia e gli Agnelli. Avete mai pensato che gli Agnelli sono citati due volte nella messa, ‘Agnus Dei’ e ‘Fiat voluta tua’?!» conclude Montaldo tra le risate della platea.
La cosa che gli è rimasta più impressa della città sabauda – oltre alla disponibilità dei torinesi durante le riprese del film – è stato il freddo pungente della notte, ma anche «il caldo della troupe, perché dal produttore agli attori, dalle maestranze ai tecnici, questo meraviglioso anello di congiunzione, mano nella mano attorno alla macchina da presa, ha dato grande calore persino ad uno venuto da lontano, dall’est…» (riferendosi al giovane Eduard Gabia).

La pellicola – che uscirà i primi mesi del 2012 – ha raccolto da subito il consenso dalla critica sia per la storia e l’interpretazione che ne hanno dato i protagonisti, sia per la direzione di Moraldo che, a chi gli chiede come mai  il film non sia in concorso al Festival, risponde canticchiando: “non ho l’età!”.

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Titolo originale:
L’industriale
Paese:
Italia
Anno:
2011
Durata:
94
Lingua originale:
Italiano
CAST
Pierfrancesco Favino, Carolina Crescentini, Eduard Gabia, Francesco Scianna
CREDITS
Sceneggiatura: Giuliano Montaldo – Andrea Purgatori
Fotografia: Arnaldo Catinari
Montaggio: Consuelo Catucci
Scenografia: Francesco Frigeri
Costumi: Elisabetta Montaldo
Musica: Andrea Morricone
Produttore: Angelo Barbagallo
Produzione: Bibi Film (Italy) – in collaborazione con Rai Cinema (Italy)
Distribuzione italiana: 01 Distribution (Italy)
Distribuzione internazionale: Rai Trade (Italy)

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