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Cambiamenti climatici: si è riaperto il passaggio a Nord-Ovest

di Stefania Taruffi
Abbiamo assistito nei giorni scorsi a una diminuzione delle temperature che ci ha improvvisamente proiettati in un autunno fresco e piovoso, inusuale a metà giugno.
Oscillazioni climatiche che ogni volta ci sembrano inusuali: scomodiamo il riscaldamento globale e gridiamo a irreversibili cambiamenti climatici, quando invece sul nostro pianeta da secoli vi sono cicli che si alternano, che fanno sì che si determino continuamente dei mutamenti del nostro clima. Come spesso accade ci sono molte concause che contribuiscono a questi fenomeni, tra cui il sole che produce meno macchie (concentrazioni di calore sulla sua superficie), ciclici accumuli e dispersioni del calore e del relativo raffreddamento della superficie e dei mari terrestri, certo anche il nostro inquinamento. Ma non solo. Principalmente ora accade che mentre l’Antartide si trova in ottima forma e la sua copertura ghiacciata continua a espandersi, l’Artide è in un trend di sofferenza da diversi anni. Tale fenomeno dello scioglimento dell’Artide non è dovuto al riscaldamento globale, ma è evidentemente su scala locale. In particolare, secondo un filone di ricerca climatica che mira a legare i vari fattori di cambiamento su scala globale, detto degli indici tele connettivi, in Italia ben studiato anche dal nostro CNR, la cosiddetta ‘Artic oscillation’ che misura la temperatura e quindi le condizioni di sviluppo favorevoli all’espansione della superficie ghiacciata dell’Artide è in crisi da qualche anno, in particolare dal 2007, con punte molto sviluppate dalla primavera del 2010. Tradotto in linguaggio comprensibile a tutti, come abbiamo potuto notare dal cattivo tempo che continua a imperversare alle nostre latitudini, l’aria fredda che normalmente sosta sui cieli del polo nord, si è messa frequentemente in viaggio verso i nostri cieli, rendendoli più cupi e piovosi del solito, ma facendo anche arrivare troppo tepore verso le normalmente ghiacciate superfici dell’Artide e rendendo lì il tempo troppo ‘buono’ per il mantenimento dei ghiacci. Crisi, tragedia, riscaldamento globale? Niente di tutto questo. Queste cose possono accadere, sono accadute e accadranno ciclicamente sulla terra. E’ la natura che decide, noi sicuramente incidiamo, ma non in maniera così prepotente: la natura è più forte di noi. Che cosa sta accadendo in concreto? Si riapre il tema del’passaggio a Nord-Ovest’, come raccontava il celebre romanzo di Kenneth Roberts, che è tornato d’attualità da qualche anno.
Il sogno dei mercanti e degli esploratori dell’800, di raggiungere l’Asia attraversando il polo nord, miseramente fallito nei secoli scorsi, dal 2007 è diventato sempre più praticabile, fino ad arrivare al 2008, in cui per la prima volta nella storia moderna, si è naturalmente aperto tutto il passaggio a Nord-Ovest, che risultava sgombro dai ghiacci. Quante navi negli ultimi secoli hanno tentato di attraversare i ghiacci artici restando incagliate e fallendo miseramente la loro missione. Il passaggio avrebbe facilitato e agevolato gli scambi commerciali, ma era impraticabile. Ora non più e si ritiene che il riscaldamento in quell’area, potrebbe mantenere aperto il passaggio per periodi di tempo più ampi, rendendolo attraente, come principale rotta di navigazione. Intanto in Europa continua a fare fresco e a piovere. Passerà questo ciclo e già da oggi è previsto il ritorno dell’estate che però, non dimentichiamolo, ha già raggiunto il suo picco nel giorno del solstizio d’estate (21 giugno) e ora le giornate si accorceranno perché in realtà, si sta già formando l’autunno. Sembra una metafora della vita, ma è anche bello illudersi che il meglio debba ancora venire. Quindi attendiamo le vacanze con ansia: con bello o brutto tempo, sarà il nostro momento di riposo, in barba ai cicli meteorologici.
Foto in licenza CC: Guide Viaggi

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