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Scialla, fatevela prendere bene!

di Erika Sambuco
Da pochi giorni in uscita nelle sale cinematografiche,l’atteso esordio alla regia dello sceneggiatore Francesco Bruni che ha visto il suo film “Scialla! Stai sereno” premiato nella sezione “Controcampo italiano” in questo 68° festival di Venezia.
“Scialla” è la storia di Bruno e Luca, un padre ed un figlio. Bruno (interpretato da un fantastico Fabrizio Bentivoglio) è un professore che ormai da anni ha lasciato l’insegnamento appendendo la matita rossa al chiodo e non solo con la scuola; non ha una relazione, non ha amici, non ha più la voglia e la passione per tirare le redini della sua vita ed i suoi sogni, accetta di non ricordarsi nemmeno più in che cassetto li abbia rinchiusi. Una sorta di Big Lebowski che tira avanti dando svogliatamente ripetizioni a ragazzi ancor meno motivati di lui, che fa da ghost writer per biografie di personaggi della televisione (attualmente quello di una famosa pornostar slovacca, Tina, interpretata da Barbora Bobulova) e che con la vita pensa di aver chiuso in pari ogni conto, tranne quello del bar sotto casa sua, che comunque continua a non pagare mai.
Luca (Filippo Scicchitano, opera prima) ha quindici anni ed è lo stereotipo del “sornione” romano: non ama la scuola e non crede di averne bisogno perchè la sua vitalità e la sua irriverenza lo porteranno lontano…
All’inconsapevole ricerca di una guida, Luca “fa il duro”: non si tira mai indietro lui,che si tratti di un incontro di boxe, o di una lite per strada, non si lascia andare a gesti d’affetto, nemmeno con la madre (unica figura da sempre presente nella sua vita) anche se appena lontana si sorprende a “cercarla” in alcune foto che ritraggono momenti della loro quotidianità.
Luca non ha paura o almeno questo è quel che dice… Vuole essere un duro davvero, come uno di quei boss di cui tutti parlano, di cui tutti hanno timore ed a cui tutti portano rispetto, uno tipo IL POETA (interpretato da un Vinicio Marchioni a cui ormai calza a misura la figura del malavitoso e con il quale il ragazzo si troverà ad affrontare una spiacevole vicenda…)
Ma fino ad allora, Luca ne è convinto, lo dice anche al bidello con cui spesso si trova a chiaccherare dopo essere stato buttato fuori dall’aula: tra qualche anno tutti sentiranno parlare di lui ma per adesso gli toccano le ripetizioni con il professor Beltrame per non rischiare la bocciatura.
Poi finalmente quella che potrebbe apparire come la chiave di svolta: dopo anni, la madre di Luca mette a conoscenza Bruno della sua paternità e gli chiede il favore di ospitare il ragazzo a casa sua per un periodo di sei mesi, durante il quale lei svolgerà un lavoro di cooperante in Africa, il tutto ovviamente sempre in veste di professore e non rivelando la sua vera identità di padre.
E’ qui forse il vero colpo di scena del film. Il pubblico si aspetterebbe una spinta alla commozione ed a tutto quel “bagaglio” che concerne una relazione tra un padre non conosciuto, un padre non presente ed un figlio e invece, proprio come suggerisce il titolo, E’ SCIALLA!
Del resto Bruno è un uomo che si è arreso (e già da tempo) quindi non stupisce la sua lentezza di reazione: quella reazione che però viene messa in moto dalla professoressa Di Biagio (l’infame, come soprannominata da Luca), che dopo averlo messo in guardia sulla cattiva condotta e la probabile bocciatura del ragazzo, fa sì che l’ex professore si renda conto della centralità e dell’importanza del suo ruolo; un ruolo che, per quanto famiglia e scuola trovino convergenza d’intenti, rimane suo, solo suo e di nessun altro… Bruno è PADRE e non può più cavarsela con il minimo, non in questo! Ed è allora che inizia la sua dipartita e come “terriorio di gioco”
per avvicinarsi al figlio sceglie quello che conosce meglio, l’insegnamento: aiuterà davvero Luca a recuperare con la scuola ed evitare di perdere l’anno.
Tra nuove regole, colazioni abbondanti, il dialetto padovano del professore e lo slang romanesco del ragazzo, i due ci regalano originali ed “epiche sessioni di studio” (indimenticabile la spiegazione della figura di Enea che porta Anchise sulle spalle scappando da Troia in fiamme come immagine di amor filiale e altrettanto quella di Achille che, come dice Luca, “abbozza” mentre Patroclo “gioca il derby senza il Capitano”).
Una commedia che, divertendoci e sempre con toni garbati, si fa di un certo spessore, dove non mancano i colpi di azione e di scena (specie in seguito alla rivelazione che Bruno fa a Luca di esser suo padre) e dove finalmente ha un ruolo importante anche la scuola, il loro territorio d’incontro per l’appunto, che entra nel moto di principio di autorità: insegnanti che se non si ritraessero come una parte di questa nostra società italiana fa, per perdita di fiducia anche nelle proprie capacità, sarebbero delle vere e proprie “FIGURE GUIDA” nonché fonte d’ispirazione per le nuove generazioni.
Mi sono chiesta per giorni, prima di concludere questo articolo, se davvero la totale assenza
di un padre può essere affrontata cosi serenamente… La mia conclusione è che credo si tratti
solo di momenti: in ogni rapporto umano – che sia quello tra un genitore ed un figlio o tra
due persone, amanti, amici –  basta un momento, un unico solo grande momento per unirli davvero, unirli per sempre. Forse il vivere SCIALLI è un consiglio a viver sereni, o almeno quanto basta per non precludere e non precludersi alcuna possibilità: perchè la vita, di momenti ne regala molti ma a volte, come nel film prova a spiegare il professore, si perdono le più grandi occasioni…
Gli eroi (quelli veri) non sono coloro che temono ma coloro che lasceranno sempre il cuore
aperto alla vita, anche a costo di dover portare un duro “carico sulle spalle”.
Questo film è il racconto di una storia d’amore, uno dei più grandi, ed una volta ogni tanto è
bello vedere come anche i figli, anche i giovani abbiano da insegnare ai genitori e, perchè no,
persino a chi l’insegnante lo fa di professione.

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