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In Italia c'è crisi: politici costretti a festeggiare capodanno alle Maldive

di Monica Capo
Potrà sembrare populista ma l’affresco più significativo di questo inizio d’anno è la notizia del Capodanno esotico di Schifani, Casini e Rutelli al Palm Beach Resort di Lhaviyani alle Maldive, dove le suite costano tra i 2.550 e i 5.700 dollari a notte.
Tutto questo accade, mentre imprenditori onesti e pensionati si suicidano, mentre le lavoratrici di Faenza combattono per non vedere la loro fabbrica andare in Serbia e mentre altri stanno appollaiati dal 9 dicembre, a 15 metri di altezza, sulla torre del binario 21 della Stazione centrale di Milano, senza mai scendere, perchè rimasti senza lavoro, da quando Trenitalia ha deciso di sopprimere tutti i treni notturni, a lunga percorrenza.
Accade, mentre, la benzina tocca livelli record e esce il Rapporto Giovannini che ci ha confermato che i Parlamentari italiani hanno gli stipendi più alti d’Europa (addirittura lo stenografo del Senato guadagna come il re di Spagna) ma il tanto sbandierato taglio è stato nuovamente rinviato, ma,  forse, riflettendoci, lo stipendio è il loro benefit minore e molto più grave è il danno che fanno mantenendo lo status quo e favorendo il sistema clientelare che hanno creato.
E, accade, mentre si continua ad invocare, a gran voce, la rinuncia all’ acquisto di quei 131 caccia bombardieri Joint Strike Fighters (JSF-F35) che impegneranno il nostro paese fino al 2026 con una spesa di quasi 14 miliardi di euro, rinuncia per la quale l’Italia non dovrebbe pagare nessuna penale, conferma che  arriva dall’inchiesta effettuata per Altraeconomia, da Francesco Vignarca.
Tutto questo accade mentre vengono controllate a Cortina le dichiarazioni dei proprietari di 251 auto di lusso di grossa cilindrata e su 133 intestate a persone fisiche, «42 appartengono a cittadini che hanno dichiarato 30.000 euro lordi di reddito».
Mentre un flacone di penicillina è aumentato del 1.200%, da 2 a 24 Euro, passando da mutuabile a fascia C, totalmente a carico del cittadino, ma la vicenda, nonostante leda il diritto alla salute di tanti cittadini, è passata quasi inosservata.
Mentre si cerca di far cassa sui migranti, imponendo una tassa da un minimo di 80 a un massimo di 200 euro per richiedere o rinnovare il permesso di soggiorno, salvo poi ripensarci, perché palesemente ingiusta.
Tutto questo accade, mentre non si vedevano bollette così care da 20 anni, mentre stiamo entrando in una profonda recessione e si perderanno anche quest’anno centinaia di migliaia di posti di lavoro.
E, di fronte a tutto questo,  l’unica preoccupazione  del governo sembra essere la riforma del mercato del lavoro e il superamento dell’articolo 18.
Era questa la tanto sbandierata fase due del governo Monti?
Ovviamente come per le pensioni ce lo chiede l’Europa ma non si parla mai di tutti quei servizi o diritti in cui siamo, invece, ancora lontanissimi dalla stessa.
Ma, se riforma del mercato del lavoro significa distruzione delle residue garanzie contrattuali, guerra ad ogni forma di sindacalizzazione conflittuale e, soprattutto, distruzione del contratto collettivo nazionale, in altre parole, il modello Marchionne esteso a tutti, proprio non ci stiamo.
Piuttosto, vista la gravissima crisi che attraversiamo sarebbe il caso di assicurare un reddito di cittadinanza a tutti, e sarebbe anche ora che il mercato del lavoro rimettesse al centro dell’attenzione l’unica “cosa” importante e cioè l’uomo e tutto quello che gli ruota intorno anziché il profitto.

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