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Oncologi a Congresso: in cosa primeggia l'Italia

Di Francesca Lippi
Perennemente bistratta e additata come inefficiente, la sanità sembra il tallone d’Achille del Paese Italia. Per fortuna però giungono notizie positive da uno dei fronti più delicati della cura del malato. A dircelo è il bilancio che è stato stilato oggi a Roma durante la presentazione del Cipomo, il XIV Collegio Italiano dei Primari Oncologi Medici Ospedalieri che è programmato a Pesaro a partire dal 20 fino al 23 maggio. La cura del cancro, dunque, è un vero e proprio ‘fiore all’occhiello’ del Servizio Sanitario Nazionale con oncologie mediche ospedaliere raddoppiate negli ultimi dieci anni e in progressivo aumento su tutto il territorio.
Attualmente sono circa 200 le strutture che prendono in carico la maggior parte dei pazienti oncologici, dei quali circa il 70% ha la necessità delle prime visite, terapie mediche, terapie di supporto e dei relativi controlli. Le oncologie mediche ospedaliere hanno un ruolo chiave nello sviluppo della rete oncologica regionale o nazionale, perché rappresentano uno dei nodi principali in termini di percorso assistenziale, presa in carico e ricerca. Il Cipomo identifica così tre sfide da affrontare prossimamente. Le parole chiave sono high tech, high touch e low risk ovvero: accesso all’innovazione, attenzione all’accoglienza e alla comunicazione e massima sicurezza per pazienti e operatori durante le varie fasi del percorso assistenziale. “Il modello dipartimentale collegato in rete previsto dal Piano Oncologico Nazionale”, dice Sergio Crispino, Presidente Cipomo “è sicuramente importante per gestire il complesso percorso assistenziale e garantire una partecipazione alla ricerca”. A questo però bisogna aggiungere che i gruppi di lavoro multidisciplinari devono essere “organizzati e funzionali, che ci siano strutture e spazi adeguati per la presa in carico del paziente, che ci sia personale adatto ai carichi di lavoro, la possibilità per il personale di dedicare il giusto tempo all’ascolto e alla comunicazione e infine che vi siano strutture e spazi realmente a cinque stelle per garantire, accessibilità, accoglienza, comfort e privacy”. Ma non basta la definizione di un semplice modello. Secondo Crispino infatti “è necessario stabilire un preciso impegno di spesa nazionale e regionale, stimabile in almeno 200 milioni di euro di investimenti”.
Rodolfo Mattioli, Presidente del Congresso Cipomo sottolinea come il Collegio dei Primari Oncologi si sia sempre impegnato a “sviluppare una nuova idea di rischio clinico che non include più soltanto il pericolo di errore, ma anche il rischio in cui incorre un paziente se trattato sotto gli standard ottimali e non sottoposto alla migliore terapia per la sua malattia a prescindere da quale sia la porta di ingresso del loro percorso assistenziale”.

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