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Il fantastico mondo musicale dei Fab Gaine

Esce Tara, il nuovo cd dei Fab Gaine: nome collettivo nato per gioco dall’unione di Fab (dall’inglese fabulous, favoloso) e Gaine (dal nepali gaine: musicista itinerante). Letteralmente: favoloso musico, fantastico menestrello.
Il progetto nasce dalla volontà di confrontare canzoni e materiali musicali eterogenei. Attorno ai 12 brani, tutti scritti e arrangiati da Fabrizio Gaggini, ruotano musicisti e suoni variegati.
Questo in sintesi il pretesto per la collaborazione di talenti e strumenti alquanto diversi tra loro. Da qui la necessità di una band a formazione variabile come Fab Gaine capace di eseguire il progetto dal vivo adattandosi alle necessità dello spazio in cui verrà eseguito.
Tara rappresenta il tentativo musicale di emanciparsi dalla pesantezza del mondo. Peso e leggerezza dipendono dal punto di vista; anche un vicolo urbano, periferico e deserto (come quello della copertina) può nascondere crepe e spiragli di infinità leggerezza.
Si passa così da pezzi contemporanei (intro), esotici (Nuku Hiva), aggressivi (Sometimes), onirici (Hirundo) a pezzi rock come la titletrack. E dopo le cattiverie gitane di Manouche si arriva a Vinegia, vero momento di cristallina leggerezza. A seguire finalmente brani di chitarra e voce (Vichi Blu) o di semplice chitarrismo (Morichina) prima di chiudere con le ballate (Fall Storm, Santelena).
Ricordiamo il pianoforte di Yakir Abib, i voli canori di Monica Marziota, le soluzioni “industrial” di Federico Nespola, il KeyB organ di Francesco Lo Giudice, il moog di Vicarelli, l’armonica “lazy” di Costantino Volpe, il surdo e le congas di Pietro Petrosini. Su tutto questo la voce di chi le canzoni le ha scritte e le continua a cantare anche in versione acustica e solista.
 

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