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Alex Puddu, "The golden age of danish pornography 1970-1974"

di Giuseppe Maggioli
Forte di robuste tematiche cinematografiche, la musica di questo disco e l’espressione di un jazz strumentale contaminato dalle colonne sonore di Lalo Schifrin e Quincy Jones. Nuova interessante uscita discografica per la Schema Records che ci offre l’occasione per ascoltare una musica densa di suoni meticci e di gran classe. 
Musicista eclettico e originale (suona una infinita serie di strumenti: drums, basss, synthsizer, electric sitar) Alex Puddu ci racconta la sua suadente idea musicale tra soul-jazz, lounge music e vibe-funk, ispirata dai film soft-core e sexy/pop della cinematografia danese del periodo ’70-’74. Come si evince anche dalla copertina stilosa molto sixty ci troviamo di fronte ed un catalogo musicale molto in linea con quel periodo, con episodi accessibili ed eleganti, strutturati con tastiere e Wurlitzer piano, bassi nodosi e sassofoni avvolgenti che inducono ad una tensione soul molto seducente. Una delizia. Aprono le danze le creative ‘The Barber Shop’ e ‘Miss Butterfly’ dove si intrecciano fini lineamenti jazzy, mentre il tappeto rutilante di ‘Naughty Girls’ e ‘Lusty Nurses’ appartengono ad un ‘mondo’ sonoro fatto di grandi spazi, con perfette e solide strutture cool.
Apprezzato sia dal pubblico indie che dalla stampa specializzata, il lavoro di Puddu ha dalla sua le credenziali per un prodotto molto stiloso e di buona fattura con una sperimentazione psichedelica che riscalderà l’ambiente più freddo con rifrazioni esotiche e neojazztribale.
Capace di dare vita ad un suono retrò, Alex Puddu attraversa tutte le correnti necessarie per instaurare un feeling perfetto con la scena underground internazionale, capace di creare un sound mellifluo dalla compatta struttura pop. Da ascoltare.

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