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Chiara Maci, dai libri di legge ai ricettari

di Cinzia Colella
C’è un momento nella vita in cui ci si mette davanti allo specchio e si guarda, con maggiore oggettività, se quel vestito preso qualche anno prima nella boutique del “dovere” è ancora perfettamente calzante o è diventato improvvisamente stretto e corto.

©StefanoMazzali

E a quel punto il dilemma è solo uno: trattenere il respiro pur di indossarlo o scegliere il miglior sarto (ma nessuno è più bravo di se stesso) per farsene tagliare uno su misura, che metta in evidenza l’armonia delle proprie forme? Di sicuro, stare in apnea non è mai la scelta migliore.
E’ quello che è successo a Chiara Maci, nuovo volto di La7 che, dopo la laurea in giurisprudenza e un’importante vita d’azienda alle spalle, ha deciso di rimodellare la sua formazione partendo dalla sua passione: la cucina. Oggi è uno dei punti di riferimento di chi ama preparare manicaretti e creare sapori di grande personalità, così come lo sono tutte le ricette postate nel suo blog “Sorelle in pentola”.
Con il suo stile raffinato, non solo nei piatti, trasforma le immagini in aromi e aggiunge sempre quell’ingrediente seducente che rende superato anche l’umami, il quinto sapore.
Food blogger, brand communication specialist, sommelier. Cos’altro?!
28enne single, meridionale, mancina, sagittario, ascendente sagittario, artista, ibrida senza equilibrio. Timida, simpatica, buffa. Poche parole e troppi pensieri, caffè amaro, latte freddo. Furba, sensuale, emotiva.
©Barbara Torresan

Il progetto “Sorelle in pentola” quando nasce e perché?
Nasce come un “non progetto” a fine marzo 2010. Nasce come un banale blog per tenerci in contatto attraverso la passione comune della cucina. Angela romantica, idealista e mamma a tempo pieno. Io più concreta, disillusa e con tre anni di marketing aziendale alle spalle. Dalla nostra unione il “non progetto” ha preso vita.
Quella proposta nel tuo blog è una cucina giovane, fresca e innovativa. Quanto ti ha influenzato la tradizione per approdare poi alla sperimentazione? 
Siamo cresciute in una famiglia dove la tradizione c’è sempre stata, ma mai di un’unica regione o di un unico territorio. Mia madre bolognese con madre barese, mio padre leccese e io nata a cresciuta in Campania, nel Cilento. A casa mia si cucinavano un giorno i tortellini, un giorno i ravioli con la burrata e un altro giorno la bufala con pomodorini e colatura di alici. Senza quella tradizione, pugliese, campana e emiliana, oggi non potrei cucinare e saper sperimentare con creatività. Non si nasce creativi. Si studiano le basi, poi si crea.
Come è la tua giornata tipo in questo momento?
Sto registrando le nuove puntate di “Cuochi e Fiamme”, quindi vita romana con 10 ore circa in studio e lavoro, aggiornamento blog e risposta alle mail, la sera, al ritorno in albergo. Quando non registro, invece, vivo tra Milano e Bologna, tra riunioni con aziende e pomeriggi con grembiuli a sperimentare nuove ricette da proporre a lettori e aziende.
In “Cuochi e fiamme”, condotto dallo chef Simone Rugiati, sei una giurata insieme a Fiammetta Fadda e a Riccardo Rossi. Com’è lavorare con un’intransigente e rigorosa esperta enogastronomica e un incontenibile (nonché imprevedibile) attore nevrotico?
Ahahaha! Confrontarsi non è mai facile, ma ti permette di crescere e di imparare, sempre.
Da Fiammetta in questi due anni ho imparato tanto. A cominciare da nuovi termini per descrivere le pietanze a veri e propri metodi per analizzare un piatto. Riccardo è incontenibile, ma divertente, spassoso. Senza di lui, il programma perderebbe quel lato divertente necessario. Ed è grazie a lui se inizio a sciogliermi anche io davanti alle telecamere…
In fondo siamo una squadra perfetta. Simone è bravissimo, Fiammetta sa tutto, Riccardo diverte e intrattiene e io consiglio ai più giovani.
Se fossi un cibo, hai detto che saresti ‘un cioccolatino con ripieno di caramello al sale’. Elaborato e molto equilibrato, una delizia per palati raffinati e non banali. Cosa ti caratterizza maggiormente?
La curiosità. Sono una persona curiosa di tutto. Chiedo tanto, ascolto, studio, leggo, mi informo. Mi piace stimolarmi ed essere stimolata dalla gente che ho intorno.
Adoro la cultura, amo l’arte, sono una pignola quando si tratta di grammatica italiana e, se a lavoro, sono un’instancabile stacanovista, in amore, sono un’inguaribile romantica.
Qual è il senso che preferisci?
Vista. E’ l’unico che non mi disorienta. Ma sarebbe impensabile fare a meno di ognuno dei 5 sensi.
Il tuo chef preferito?
Cannavacciuolo, Esposito, ma anche tanti chef meno conosciuti e in grande crescita. Amo gli chef umili, amo gli chef che rispettano il territorio, amo la creatività non esasperata.
Per chi vorresti cucinare di famoso e – soprattutto – cosa prepareresti?
Questa domanda la fa sempre Simone ai nostri concorrenti e ho sempre pensato che non saprei cosa rispondere. Non saprei davvero. Non ho mai avuto un mito (a parte Ligabue quando ero adolescente) o un qualcuno da sognare di incontrare. Ci penso…
Cosa non deve mai mancare in cucina?
La farina, le uova, il burro. Le basi con cui poter far tutto, anche senza niente.
Il cibo più cattivo mai mangiato  e quello più buono?
Il più cattivo durante una puntata in cui un concorrente ha proposto una zucchina ripiena di cozze e mortadella. Ricordo ancora il gusto terribile. Il più buono? Ne ho svariati, ma ora mi viene in mente un dessert al cioccolato mangiato da Marco Stabile un anno fa.
La cucina che ami di più? 
La cucina campana, sia tradizionale che rivisitata con creatività, nell’assoluto rispetto della materia prima. Sarà per i colori, per il gusto. Sarà perché ci sono nata e ogni ingrediente è un ricordo. Non potrei mai farne a meno.
I tuoi piatti preferiti?
Parmigiana di melanzane, spaghettone zucchine e basilico (stile Nerano), dolci al cioccolato, in ogni versione.
Spezia preferita?
Curry.
Pasta corta o lunga?
Corta (più spaghettone).
Vino bianco o rosso?
Bianco.
Bollicine preferite?
Non bevo bollicine, ma, nel caso, promuovo le bollicine italiane.
Fragole e champagne, oppure?
Fragole e mousse al cioccolato o scampi crudi e champagne.
Le tue passioni, oltre ai fornelli?
La pittura, la fotografia, la scrittura. Tra tutte, la scrittura.
Cosa non deve mai fare un uomo per corteggiarti?
Mancarmi di rispetto. Anche nelle piccole cose. Ci sono attenzioni che non passano mai di moda.
Svelaci questo “mistero”: perché ti tocchi sempre il naso ad ogni assaggio?!
Me lo chiedono in migliaia di persone. Lo faccio perché, con la bocca piena, non è educato parlare e allora mi copro. E’ un gesto spontaneo e automatico, ormai diventato un tormentone da incubo!

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