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Renato Dulbecco: morto lo "scienziato gentiluomo"


di Marco Milano
Renato Dulbecco è morto oggi a La Jolla, in California, dove viveva con sua moglie. Il  22 febbraio avrebbe compiuto 98 anni.  Con la morte di Dulbecco, la comunità scientifica esprime in modo unanime un lutto che non riguarda, però, solo il mondo della scienza. Premio Nobel per la medicina nel 1975, Renato Dulbecco ha dato un contributo fondamentale nella lotta contro il cancro. Ma nella sua esperienza professionale ha saputo conquistare l’attenzione e l’affezione popolare, con le sole armi della modestia e cortesia. Comunicare la passione per il suo lavoro è stata, inoltre, una dote innata di divulgatore che ha aiutato diverse battaglie in favore della ricerca – celebre la sua partecipazione sul palco del Festival di Sanremo nel 1999.
Nato a Catanzaro nel 1914,  Dulbecco si laurea in medicina presso l’Università di Torino nel 1936 – tra i suoi compagni di studio ci son altri due futuri premi Nobel, Rita Levi Montalcini e Salvatore Luria. Dopo aver combattuto, come medico militare, in Francia e Unione Sovietica durante la Seconda Guerra Mondiale, si trasferisce negli Stati Uniti su consiglio di Rita Levi Montalcini per lavorare con Salvatore Luria. Le sue ricerche vertono principalmente sui ‘batteriofagi’, riuscendo a decifrare i meccanismi di autoriparazione del Dna danneggiato da radiazioni  ultraviolette. Nel 1960 – già membro del California Institute of Technology – inizia il suo percorso di ricerca in oncologia e dei virus specifici, gli “oncogeni”, che causano tumori. Il riconoscimento del 1975 arriva per la scoperta che dimostra come il materiale genetico dei virus venga inglobato nel Dna della cellula ospite, diventando parte del genoma della cellula stessa: è nel Dna che bisogna cercare le chiavi per decifrare e combattere il cancro. Dal 1982 al 1992 ricopre la carica di Presidente del Salk Institute di La Jolla. La proposta di realizzare un progetto internazionale per mappare e sequenziale il genoma umano – realizzato poi con successo –  risale al 1986. In Italia, Dulbecco è poi ritornato per partecipare ad alcuni progetti con il Cnr. E’ proprio il neo presidente, il Prof. Luigi Nicolais, che esprime le condoglianze a nome del Consiglio Nazionale delle Ricerche: “Con la morte di Renato Dulbecco   la comunità scientifica mondiale perde uno dei suoi più autorevoli testimoni. Curioso, rigoroso, ottimista, aperto ai giovani e all’integrazione fra saperi diversi, era riuscito, soprattutto attraverso il Progetto Genoma, ad avvicinare e a chiarire alla gente il ruolo e la funzione sociale del lavoro dello scienziato” “Dobbiamo impegnarci – ha concluso Nicolais – ciascuno per la propria parte, nelle nostre istituzioni, affinché questa sua lezione non vada dispersa. La sua attenzione verso i giovani e il senso che ha saputo dare al suo lavoro di scienziato devono trovare la loro continuità in tutti noi ricercatori.
Sebbene fosse cittadino americano dal 1953,  Renato Dulbecco ha lasciato in Italia un’eredità importante – nel 1987 diventa coordinatore italiano del Progetto Genoma. L’esperienza dello “scienziato gentiluomo” diventa oggi un ricordo prezioso, non solo per il nostro Paese e non solo per le sue  scoperte: l’umiltà, la coerenza professionale e l’interazione umana sul lavoro sono qualità a cui tutta la comunità di ricercatori guarda con ammirazione e ispirazione.

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