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Chiara Civello: appuntamento l'8 maggio al Sistina di Roma

Se – come sostiene Chiara Civello – il primo è il disco del cercarsi, il secondo del raccogliersi, il terzo del trovarsi, il quarto (quinto se si conta la De Luxe  Edition di 7752 ), quale potrebbe essere? Lei non lo ha ancora detto ma, all’ascolto di un lavoro adulto e maturo come questo, viene da definirlo quello del lasciarsi andare. Ovvero dell’immergersi in questo fiume di note che scorre senza sforzo e lasciarsi portare laddove le mille anime di Chiara confluiscono. “Al posto del mondo”, la canzone scritta con Diana Tejera, autrice di rango che non nasconde di certo la sua raffinata passionalità figlia di sangue ispanico, è già il manifesto di un’appartenenza a tutti e a nessun universo musicale in particolare. Certo c’è profumo di tango, di latinità, ma c’è anche il respiro di una grande canzone dell’età d’oro dei “radio days”, quell’idea di classico senza tempo che solo la naturalezza di una melodia dritta, ispirata e di una altrettanto felice interpretazione può trasmettere.
Chiara Civello muove i suoi primi passi nel jazz per poi rimanere vittima di un coup de foudre per la musica brasiliana e per alcuni suoi autori prestigiosi oggi suoi amici; guarda quindi al pop come a un’area di libertà dove certo rigore cede il passo al divertimento. Bene, oggi nessuno di questi elementi (ma anche altri) si potrebbe dire dominante; si tratta di un sovrapporsi di eredità in perfetto equilibrio, tanti “movimenti” del talento e del cuore che vanno tutti nella direzione di definire semplicemente i contorni di una grande artista. E più si è sicuri della propria identità, tanto più si è pronti alla condivisione, al mettersi in gioco. Esattamente come Chiara ha fatto al 62° Festival di Sanremo presentando, nell’omaggio alla grande canzone italiana, il brano “You Don’t Have to Say You Love Me” – “Io che non vivo (senza te)” – di Pino Donaggio ), con Orville Richard Burrel da Kingston, Giamaica, meglio noto come  Shaggy. O come, sempre a Sanremo, ha duettato la sua canzone in gara “Al posto del mondo” con Francesca, la sedicenne di Bassano del Grappa vincitrice della V edizione di X Factor.

Al posto del mondo,” il primo album di Chiara registrato e prodotto interamente in Italia, è composto da 10 inediti (nella versione digitale sarà invece possibile scaricare anche una bonus track del brano “Lo vedi”). Questo ultimo lavoro è la fotografia più fedele della Chiara Civello di oggi, più che mai libera di volare nel successivo “E se” sui trapezi di un’orchestrazione circense alla Bacharach (con il quale firma l’intensa “Trouble”); raccogliersi nella dimensione bluesy di “Hey caro ragazzo”, impreziosire quella autentica perla di cultura musical/popolare che è “Il cuore è uno zingaro”. Ma è anche la Chiara Civello di “A me non devi dire mai”, scritta a quattro mani con Bungaro, esempio di quel gusto acustico degli arrangiamenti che alla fine finisce per porre il suggello del suo stile avvolgente. Come in  “Ma una vita no” da ascoltare a luci basse, con l’anima in difesa per non farsi troppo coinvolgere. Salvo poi cambiare atmosfera e tutto il resto con il torrido rock di “Got to Go”, scritto con Jesse Harris già autore per Norah Jones. Più che mai libera, appunto. 

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