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Ecologia del vivere: per un giorno dalla parte dei papà

Di Stefania Taruffi

 
Il 19 marzo si usa celebrare il papà. Questo è il suo giorno e nessuno al mondo può toglierglielo. Tuttavia, prima di parlare di paternità, occorre soffermarsi una volta tanto sul protagonista della paternità, sull’uomo e sui nuovi modelli maschili, frutto dell’emancipazione femminile, di cui psicologi e sociologi discutono da qualche tempo. Nel libro di Franco Bolelli: “Con il cuore e con le palle”, sono ben identificati i nuovi prototipi maschili, nei quali molte donne identificano elementi di debolezza, sfiducia, insicurezza. Anche in uomini dotati di sensibilità, cultura, simpatia e intelligenza, ma forse troppo assoggettati al moderno ‘politically correct’. “Senza palle” sono definiti molti uomini, per il semplice fatto che cercano disperatamente di venire incontro ai nuovi modelli femminili che chiedono sempre di più: collaborazione, parità, diritti e tempo per sé. E molti uomini, pur di far felici le proprie compagne di vita, abbandonano i propri sogni, desideri, obiettivi, rinunciando anche al senso dell’impresa e della creazione, propri del maschile, che andrebbero recuperati per farli funzionare anche all’interno della coppia e che invece, spesso, sono cancellati del tutto. Non possiamo far finta di niente, non si può sempre e solo parlare di noi donne, dei nostri diritti, problemi (seppur presenti e attuali), di parità, di ciò di cui abbiamo bisogno noi protagoniste femminili, madri, donne. E non trovo giusto nemmeno, in questo giorno, accanirsi contro gli uomini ‘disgraziati’, i padri che abbandonano le famiglie e i propri figli, che pure esistono, ma di cui oggi non voglio occuparmi. Esiste anche lui, l’uomo premuroso, dolce, altruista, pieno di amore e rispetto: il Padre. Prima ancora della paternità bisognerebbe andare alla radice e parlare anche di ‘diritto alla paternità’, che in alcuni casi è negata di fatto: molti uomini desiderano un figlio, il primo, il secondo, ma le proprie compagne sono troppo prese a fare carriera e spesso non lo vogliono, sapendo di dover rinunciare al proprio appagamento personale, affrontando sacrifici incredibili. Tuttavia, esiste anche la casistica degli uomini, in aumento vertiginoso, che il figlio desiderato riescono a metterlo in cantiere, a farlo nascere, a iniziare a crescerlo, ma poi, a causa di una relazione insostenibile, sono costretti a separarsi, con l’inevitabile distacco non solo dall’odiata compagna, ma purtroppo e con estremo dolore, anche dall’amato figlio. E poiché il buon senso, la generosità e l’equilibrio, ma soprattutto l’amore, che dovrebbero essere il nucleo del ‘femminile‘, non sono doti che appartengono più a molte donne, accade che a taluni padri di fatto non sia più concesso nulla, o troppo poco, rispetto ai desiderata. Sempre più spesso, i padri si ritrovano sbattuti fuori dalla propria casa, senza poter avere con sé i figli, che non dimentichiamo, sono anche frutto del loro sangue e senza più un soldo in tasca, neanche per pagarsi un nuovo affitto. Il tutto tra mille ricatti, sfide, impedimenti voluti e dichiarati, sotto la tirannia del ‘rimborso’ a piè di lista da parte di donne avide e ingorde che li riducono a meri ‘papamat’, dei papà-bancomat ai quali attingere al bisogno. Le relazioni tra ex coniugi e tra questi e i figli sono sì tutelati per legge. Oggi, con l’affido condiviso, gli uomini hanno raggiunto un importante traguardo nella ridefinizione giuridica della delicata gestione dei figli. Sulla carta questo rappresenta un cambiamento epocale, in quanto stabilisce il cosiddetto principio di “bigenitorialità”: alla separazione dei genitori, non consegue necessariamente, come nella precedente disciplina dell’affidamento esclusivo, la separazione di uno dei genitori dai figli. Tuttavia, all’atto pratico, quando un uomo si ritrova a doversi relazionare con un’ex moglie incattivita, con la quale generalmente i figli vivono, deve combattere guerre quotidiane e accettare compromessi, anche umilianti, pur di poter dare anche solo un bacio al proprio figlio, davanti alla scuola. Senza necessariamente generalizzare, quante di queste situazioni osserviamo ogni giorno! Non andrebbe mai dimenticato che la figura del padre è molto importante e decisiva nella delicata fase di crescita del bambino, dell’adolescente e che questo si nutre dell’amore di entrambi i genitori. Entrambi, ognuno a proprio modo, dovrebbero avere il diritto di vederlo crescere sereno e pronto ad affrontare la vita. Allora, in questo giorno, forse molte donne dovrebbero per una volta superare le barriere dell’emancipazione fine a se stessa e del proprio egoismo e mettersi nei panni dei padri strappati e allontanati dai propri figli: nel loro dolore, nella solitudine, frustrazione e sempre più spesso, nella loro disagio, anche economico. Quello che servirebbe ad alcune donne è solo un pizzico di buon senso e di generosità che renderebbero più fluide le relazioni e più serena anche la vita di un figlio. Un padre non va mai dimenticato. Nemmeno ricordato. Andrebbe vissuto pienamente e  un figlio lo sa bene. E’ una questione importante: se ne ricordino anche le ex.

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