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Romanzo di una strage populista

di Michela Pedemonte
Posto da segretario della Lega Nord : vacante. Arriva così la doccia fredda , l’ennesima per la settimana politica.
Amara la sintesi finale di un partito nato per dare voce a chi , a loro avviso , ne aveva poca. Una strada all’insegna del successo,  con tratti in salita e diversi scivoloni di stile durante il tragitto. Una ” forza padana” nata, secondo i fondatori,  per limitare “Roma ladrona”. Pensatoio federalista  cresciuto come indipendente, sotto la “guida” ideologica di Gianfranco Miglio  che si è schierato con i leghisti  sino alla sua  rottura con Umberto Bossi. Il sacro impero del nord  si è coalizzato  per lunghi anni con i governi Berlusconi, i rapporti con l’ex premier sono stati burrascosi ma  sempre all’insegna dell’unione  e del consenso elettorale.
Il Bossi “nazionale” per anni, in sella al suo partito,  ha urlato contro ogni  intoppo verso il suo progetto, dal  sud italia agli immigrati, tutto in virtù del popolo sovrano.
Al bando ogni “made in”  fuori dal contesto padano, salvo poi affidarsi all’estero  per le produzioni di “verde”  merchandising. Stop all’immigrazione se non serve forza lavoro a basso costo.
Queste  realtà, utilitaristiche e non ideologiche,  il popolo leghista, formatosi grazie ad un sistema di consensi  porta a porta, le ha sempre offuscate, sbandierando con orgoglio un nazionalismo per la Terra del Nord anzichè per l ‘unità d’ Italia.
Il nuovo gruppo leghista non ha avuto problemi, ad attrarre, specialmente nei primi anni, coloro che vedevano il Mezzogiorno come una minaccia per il buon funzionamento del paese. Il segretario non si è risparmiato le simpatie di una certa classe operaia, che fino a poco tempo prima sbandierava drappi rossi. Bossi ha fatto crescere la Lega grazie ad un enorme vena populista e ne ha tratto beneficio per anni.
Le  ultime cronache non hanno aggiunto lustri alla lotta giustizialista leghista. Entrato in gioco l’ex tesoriere Belsito che ha narrato  le spese folli della famiglia del Senatur, il partito è stato invaso da un’ondata di sgomento e da una reale sofferenza della base pura che crede ancora nel suo segretario.
Un “contrasto” più o meno negato Bossi-Maroni, che pare far prevalere quest’ultimo visti i recenti risultati nei consensi leghisti.
Un altro pezzo di storia degli ultimi decenni italiani che si fa da parte, dopo l’ennesimo tassello, sembra si voglia fare piazza pulita dei travagliati anni 80-90 mettendo una parola fine al populismo demagogico ed incantatore.

1 COMMENTO

  1. IL FATTO COMUNQUE RIMANE QUELLO DEI SOLDI ,TROPPI E PER COSA,….??? I PARTITI POI I SOLDI LI USANO PER SPECULARE COMPRARE PALAZZI,DIAMANTI IN TANZANIA ….VACANZE ALLE MALDIVE…..BASTAAAA……BASTAAAAA.

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