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Un dolore che ci annienta

Occorre compiere fino in fondo il proprio dovere, qualunque sia il sacrificio da sopportare, costi quel che costi, perché è in ciò che sta l’essenza della dignità umana. (Giovanni Falcone)

di Marzia Santella
Un grido che squarcia una mattina come tante. Un grido che ci annienta. Ci rendiamo conto ancora una volta che non siamo niente, che qualcuno tesse la tela su cui noi, ingenui essere umani inermi e innocenti vi andiamo a morire. Qualunque genitore si immedesima con i genitori di Melissa e di Veronica: straziati, increduli alla follia sul destino ingiusto delle loro figlie, i genitori degli studenti feriti sull’orlo del baratro sentendo sulla pelle la tragedia. Qualunque studente si rivede davanti alla propria scuola dilaniato, improvvisamente, da bombe assurde come assurde sono le menti che hanno attivato gli esplosivi guardando a distanza il loro gesto.
E’ da vigliacchi colpire alle spalle, colpire persone inermi, colpire ragazzini. Una struttura criminale che coinvolge madri, figli, e parenti nelle attività illecite, che pone l’onore al centro e che punisce chi non lo rispetta sovverte l’ordine improvvisamente. La matrice è dubbia quindi, ci sono su questo pianeta persone che muovono i fili di queste sciagure. Persone talmente in alto e

Melissa Bassi - 16 anni

appartenenti a clan segreti che sanno far sembrare le mafie un perfetto capro espiatorio. La matrice è ancora ignota, ma ognuno di noi ne sono certa,  dopo decenni passati a  cercare inutilmente i responsabili di altri accadimenti che hanno fatto la nostra storia, si pongono gli stessi interrogativi. Il momento è di forte instabilità sociale, mancano pochi giorni al 20 anniversario della morte di Giovanni Falcone, la moglie Francesca Morvillo e gli agenti della scorta Rocco di Cillo, Antonio Montinaro e Vito Schifani. La legalità come  afferma un documento della CEI del 1991 è «insieme rispetto e pratica delle leggi». Non solo rispetto di norme imposte dall’alto, ma pratica quotidiana di regole condivise. Ne deriva allora che  «la legalità è un’esigenza fondamentale della vita sociale per promuovere il pieno sviluppo della persona umana e la costruzione del bene comune». Così dovrebbe essere. Così non è. Quello che spicca come un raggio di sole che acceca è che persone che fanno il loro dovere nel nostro Paese sono talmente poche che ce le ricordiamo per nome.
Brindisi stava per accogliere la Carovana Antimafia promossa da Arci Libera e Avviso Pubblico giunta ormai alla sedicesima edizione con lo scopo di creare una sinergia internazionale, utilizzando le prassi italiane, per attuare la lotta alla mafia ed alla criminalità organizzata. Quindi  quello che abbiamo oggi è una strage in piena regola, un cordoglio il nostro di italiani, di persone oneste. Un dolore vero e sincero un abbraccio per coloro che erano stamattina davanti a quell’istituto e per tutti coloro che si sono ritrovati nella loro storia personale. Vittime di altre stragi. Ripetere gli stessi errori della storia è alienante, toglie le forze, toglie i sogni ma non toglierà la volontà di lottare contro i mandanti. Come Paolo Borsellino dopo la morte di Giovanni Falcone proseguiremo. «La mafia teme più la scuola della giustizia. L’istruzione toglie erba sotto i piedi della cultura mafiosa» diceva il grande magistrato Nino Caponneto che tra il 1983 e il 1988 – dopo l’uccisione di Rocco Chinnici – guidò il pool antimafia di Palermo reso celebre dalle indagini di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. E, prosegue: ”È la cultura che dà la sveglia alle coscienze.” Questi giovani non meritavano una morte così inutile. Possiamo solo credere che questa azione sconsiderata, da chiunque sia stata messa in atto ci ha confermato che le cose stanno cambiando, che in qualche modo si sentono minacciati, che il vento inizia a soffiare in un’altra direzione. Ci mostra una crepa. Giungere a colpire una scuola può avere diversi significati: ci saranno indagini,ci saranno politici che si interessano di più a trovare aggettivi nuovi per la circostanza, piuttosto che mostrare un sincero cordoglio, piuttosto che mostrare gli occhi lucidi riservati ad altre occasioni. Rispetto del dolore, silenzio, e azioni mirate per cercare di fare in modo che quelle morti siano meno inutili. “Tutto è puro per i puri.” San Paolo.

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