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Padri del terzo millennio

di Marzia Santella
Vedendo un padre ieri sera con due bimbi al cinema, come capita spesso ed ovunque, ho pensato che, dopotutto, un risvolto positivo della società moderna esiste. L’elemento nuovo a cui mi riferisco è la figura del padre “moderno.” I padri anni settanta e antecedenti vivevano i figli come un accessorio: la parte del concepimento più divertente, lasciava presto il posto ad una costante delega alle mogli per seguirne la crescita salvo rimproveri solenni e giorni speciali. Questo quando per gli uomini occuparsi dei figli era segno di debolezza e di sottomissione alla moglie e non se lo potevano permettere nel confronto con gli amici. Bisognava mantenere virilità, autorità, senza troppo coinvolgimento apparente, salvo discuterne con la moglie quando i figli dormivano. L’intera vita dei figli era impegno della mamma e a lei venivano imputati eventuali bocciature o qualsiasi altro aspetto negativo. I padri sembravano esistere solo per dire:”No” Con l’era dei divorzi la situazione ha iniziato ad evolversi per i genitori che volevano mantenere un rapporto con i figli, seppure residenti in un’altra casa. Una legislazione italiana che, a priori, spesso a torto, dava e da l’affidamento alle madri costringendoli ad uscire di casa. Una casa, magari la propria, da lasciare alla moglie che poi ci coabita con un altro compagno e loro in mini appartamenti se va bene o, se le finanze non lo permettono, tornano nella casa dei genitori o alla peggio alla Caritas. Queste sfide esistenziali, profondi laceramenti della propria dignità li  hanno segnati di fatto. Sono diventati consapevoli del proprio “essere genitore” gelosi dei propri figli che si trovano a vivere la quotidianità con un surrogato: il nuovo compagno della partner. E’ scattato qualcosa allora, si sono resi conto che i figli hanno bisogno di loro in un modo tenero, autoritario e assolutamente insostituibile. Sento ragazzi dire:”Vivo per mio figlio”, condividono passioni con loro già in fasce che sia il gruppo musicale o lo sport preferito, creano momenti per stare insieme, riempiono il cellulare di loro foto da poter ammirare in ogni momento del giorno. Una paternità riscoperta e meravigliosa. Rapporti davvero importanti che, a volte fanno impallidire certe madri menefreghiste e isteriche che portano i figli a condividere la palestra o diete assolutamente inappropriate per bambini in crescita. Negli ultimi tempi si è fatto strada l’affidamento condiviso. La civiltà, l’educazione, ma soprattuto il benessere dei piccoli sono ancora troppo bistrattati. Le madri troppo protette a priori quando ci sono casi gravi di abbandono o di sfruttamento del minore per avere un trattamento economico migliore dell’ex partner. Gli arretrati della giustizia italiana sono biblici però auspico, da idealista, che fosse possibile valutare i casi  in modo approfondito. Una giustizia più snella. Questi padri moderni: presenti, affettuosi e veri vanno aiutati. La paternità è un diritto/ dovere e devono poterlo esercitare nel modo più sereno possibile. Sono una gioia per il cuore e per gli occhi e, imprescindibilmente, per la salute psicofisica dei piccoli. Cosa c’è di più bello di un bambino felice che guarda il papà sorridente con amore e stima? Penso che sia impegno di tutti che ce ne siano sempre di più: persone più complete e sane un domani. Loro sono il futuro.”Un cuore di padre è  il capolavoro della natura” (Abbé Prévost).

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