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Fascino di Mosca

fotoracconto di Yuliya Vassilyeva

 
Ognuno di noi subito pensa al traffico della città moderna, gente che corre, semafori, clacson, e vita intensa anche sotto terra, nella metropolitana che serve 20 milioni di persone al giorno. Io ero lì a marzo (con una temperatura che arrivava media di -12) per presentare l’agenzia turistica Rental in Rome alla Mostra Internazionale su Viaggi e Turismo e mi sono fermata a osservare alcune cose.
Mi ha colpito di Mosca il fascino dei monumenti e di alcuni palazzi. Mi è sembrato di tornare nella storia antica, in quella sovietica e – per le cose che avevo studiato – un po’ alla mia infanzia.
Ho visto il monumento a Pietro il Grande; quello a Vasiliy Zhukov (il generale che vinse la Seconda Guerra Mondiale e fu emarginato da Stalin nel dopoguerra); la casa del grande scrittore Lev Tolstoy; il monumento a Nadezhda Krupskaya (moglie di Lenin); la tomba di Sergeiy Prokofiev (il compositore del poema sinfonico “Pierino e il lupo” e del balletto “Romeo e Giulietta”, di cui la censura sovietica chiese di cambiare il finale perché era troppo triste per il proletariato);  la Moscova gelata; e certamente la Piazza Rossa e il Cremlino, troppo famosi per parlarne ma che almeno una volta nella vita bisogna fotografare.
Mosca ha molte facce, anche quella religiosa. Silenzio nel monastero Novodevičij, tante donne con un fazzoletto sulla testa che mettono una candela e si fanno il segno della croce. Nel museo del monastero ci sono vecchie foto di chiese distrutte dai sovietici; un documentario degli anni ’20 mostra gruppi di attivisti intenti a questo.
E fuori nel silenzio cadono i fiocchi di neve…
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