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Cast d'eccezione per SLAncio di Vita

testo: Vincenzo Nicolello – foto: Alberto Gandolfo
TORINO – Erano in 5.000 allo stadio Olimpico di Torino, dove lo scorso 11 luglio era in programma il concerto  “SLAncio di Vita”, l’evento benefico di sensibilizzazione sull’importanza della ricerca sulla Sclerosi Laterale Amiotrofica, promosso da Fondazione Vialli e Mauro per la Ricerca e lo Sport onlus, grazie all’organizzazione generale di Lucio Presta e la produzione esecutiva della società Arcobaleno Tre a favore di AriSLA, Fondazione italiana di Ricerca per la SLA.
Per questo appuntamento era presente un cast d’eccezione. L’inizio dello spettacolo, affidato ad un volto conosciutissimo della tv, Marco Berry, ha visto alternarsi le performance dei tre gruppi emergenti del panorama musicale torinese: gli Incomprensibile FC, I Satellite e i Nymphea Mate.  Poi, presentati dalla splendida Paola Perego sono saliti sul palco  Modà, Emma, Gigi D`Alessio, Anna Tatangelo, Annalisa, Micaela, Jarabedepalo e I Moderni, per una serata indimenticabile in cui grandi artisti hanno cantato per i malati di SLA, oltre 5.000 solo in Italia. Prima esibizione, quella dei Modà, con l’esecuzione tra gli ultimi successi, come “Tappeto di fragole”, “Salvami” e, insieme a Jarabedepalo, l’ultimo singolo “Come un pittore”. Poi, il momento della lettura del brano scritto da Omar Turati, affetto da SLA, che coltiva da anni la sua passione per la musica scrivendo testi molto intensi come quello portato sul palco dell’Olimpico da Kekko Silvestre. Le parole di “Siamo tutti remi” hanno racchiuso il senso dell’evento: tante mani e tanti cuori hanno remato contro “la tempesta”, la SLA, con decine di persone colpite da questa malattia terribile che hanno seguito lo spettacolo e il pubblico presente, gli artisti e gli organizzatori dell’evento che sono stati, come dice Omar nella sua lettera di ringraziamento a Kekko, come i giocatori di rugby che “corrono avanti guardando indietro, cioè avendo sempre un occhio di riguardo per chi sta peggio”. Nel corso della serata è salito sul palco Mario Melazzini, presidente di AriSLA, che da quasi 10 anni vive con la SLA.
“La SLA – ha ricordato Melazzini – non colpisce solo l’individuo ma tutte le persone che gli stanno intorno – e la ricerca scientifica è la sola risposta per gli oltre 5.000 malati che ci sono in Italia e per le loro famiglie. Negli ultimi tre anni AriSLA ha investito in ricerca quasi quattro milioni di euro e ciò è stato possibile grazie anche a iniziative come quella di questa sera. Il mio grazie di cuore va ai malati di SLA, agli amici Gianluca e Massimo, agli organizzatori, ai cantanti, alle migliaia di persone che sono qui perché con la loro solidarietà rendono possibile la speranza che possa esserci  un futuro senza la SLA” . I fondi raccolti dalla vendita dei biglietti saranno indirizzati al sostegno del progetto scientifico risultato tra i vincitori al terzo bando di concorso indetto da Fondazione AriSLA, sorta nel 2008 dalla volontà di Aisla onlus, Fondazione Cariplo, Fondazione Telethon e la stessa Fondazione Vialli e Mauro per finanziare, promuovere e coordinare la ricerca italiana d’eccellenza sulla SLA (www.arisla.org). Uno studio di massima eccellenza scientifica, il progetto “SardiniALS”, guidato dal professor Adriano Chiò, direttore del Centro SLA del Dipartimento di Neuroscienze dell’Ospedale San Giovanni Battista – Molinette di Torino, che si pone l’obiettivo di identificare alcune delle cause della SLA attraverso lo studio dell’elevata incidenza della malattia nella popolazione sarda.
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