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Le donne di Elena Boccoli al Margutta RistorArte di Roma

di Stefania Taruffi
Il Margutta RistorArte, il più noto ristorante vegetariano della capitale in Via Margutta, ospita a rotazione bellissime mostre curate da Francesca Barbi Marinetti e selezionate da Tina Vannini, proprietaria del ristorante, che da anni affianca a una cucina vegetariana italiana, originale e di gran qualità, la cultura e l’arte, con un occhio all’ambiente e ai temi ecosostenibili.
Ha aperto la nuova stagione, l’interessante mostra di Elena Boccoli dal titolo “Domina”, che raccoglie opere realizzate dal 2009 a oggi, testimonia il passaggio dell’artista a una stagione più matura, in cui si conferma una sensibilità ironica, solare e aperta a nuove sperimentazioni.
Assieme alla “Pulzella d’Orleans”, una ventina di ritratti femminili realizzati con tecnica mista prevalentemente su tavola o su tela, raffiguranti donne epigoni della nostra contemporaneità che si sono distinte e che rappresentano una costellazione di modelli forti di riferimento: Benazir Bhutto, Amy Winehouse, Valentine de Saint Point, Giorgia Meloni, Moana Pozzi, Marlene Dietrich, Rita Levi Montalcini, Frida Kahlo, Anna Magnani, Lucrezia Borgia, Alda Merini, Ipazia, Marissa Mayer, Oriana Fallaci, Nadia Comaneci, Maria Callas, Zaha Hadid, Peggy Guggenheim, Indira Gandhi, Mary Shelley, Ilaria Venturini, Diane Fossey.
Curiose e azzeccate le didascalie delle opere, che danno una voce e un’anima alle figure femminili di riferimento.

Oriana Fallaci

Ed ecco Oriana Fallaci che sembra sussurrare: “Il coraggio fa paura”; Indira Ghandi affermare: “Penso che una volta la leadership significasse imporsi; oggi è possedere le qualità necessarie per meritare la stima degli altri”; “Le rughe non coprirle che ci ho messo una vita a farmele venire” ci dice la mitica Anna Magnani;Chi mi ama mi segua!” … E mi guardi!”, lo direbbe oggi a buon diritto Giovanna D’Arco se potesse commentare il ritratto a lei dedicato; “Mi sveglio sempre in forma e mi deformo attraverso gli altri”, si racconta con aria sospetta la poetessa Alda Merini.
Trionfa Amy Whinehouse di fronte al bar, dove sono serviti degli originalissimi cocktail ai frutti di bosco o al kiwi, con la sua aria provocatrice: “Mi piacciono le pin-up. Mi sento più uomo che donna. Però non sono lesbica, non prima di una sambuca comunque”.La lussuria è una forza” sembra dire poco convinta, Valentine de Saint Point.
Amy Whinehouse

Le ragazze di Elena fino a qualche tempo fa ti guardavano con grandi occhi dalle pupille strette, bianchi, spalancati, talvolta di proporzioni disuguali” – spiega la curatrice della mostra Francesca Barbi Marinetti – “ Erano la versione pop e adolescente di una Betty Boop scanzonata, trasognata e immortalata alla sprovvista da un flash. Nel loro percorso bizzarro, puntellato d’ironia e autoironia, i personaggi di Elenik (pseudonimo dell’artista prima maniera) si liberano dei panni fumettistici e postura sconnessa per svelare sempre più uno sguardo intenso e carico di sé. Quello intrapreso da Boccoli è un viaggio borderline tra illustrazione e arte che protende verso quest’ultima senza falsi tentativi di ricercatezza o camuffamenti. Non è un caso se per questo nuovo ciclo le muse ispiratrici siano donne capaci di affermarsi sulla scena della vita con la coerenza di un principio di personalità autentico. Ed è proprio questo il fil rouge che lega queste figure femminili così differenti tra loro. Anche l’idea dell’artista di presentare le Signore ritratte accompagnandole da una citazione che le rappresenti, risponde al piacere di far emergere l’inscindibilità tra segno e contenuto, immagine e pensiero. La necessità di una ricerca del sé che superi la banalità della mera apparenza. Il retaggio vignettistico che ancora permea lo stile di questi ritratti mantiene vivo il legame con la dimensione del gioco, ingrediente base per una sperimentazione libera della creatività».
La scelta di ospitare il lavoro di Elena Boccoli per l’apertura della nuova stagione espositiva del Margutta – conclude Tina Vannini – è stata condivisa perché attratte dalla capacità di questa giovane artista di cogliere l’essenza delle donne che ritrae in un concentrato di sguardi e stile. Il tratto è giocoso e fresco pur non abbandonando uno spirito critico. Tra le figure ritratte, diverse e talvolta in contrasto tra loro, il comune denominatore è la passione per quello che fanno”.  
Il suggerimento migliore arriva dal ritratto della “Nonna”:Er core nun se sbaja”.
 
Domina di Elena Boccoli
Margutta RistorArte
Via Margutta, 118
21 settembre al 20 novembre

 

 

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