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Sly e Isabella Ferrari protagonisti al Festival del cinema di Roma

Di Stefania Taruffi

Isabella Ferrari. Foto: Mario Masi

La sesta giornata del Festival ha presentato ieri l’ultimo dei film italiani in concorso, “E la chiamano estate” di Paolo Franchi, dal 22 novembre nelle sale, che ha scatenato gli attacchi dei giornalisti, che hanno sommerso di fischi e schiamazzi questa sorta di Shame all’italiana, che inizia con un primo piano dritto in mezzo alle cosce, nude, di lei, con un susseguirsi di orge, scambismo e sesso svariato,  per raccontare il rapporto malato tra Dino (Jean-Marc Barr) e Anna (la Ferrari): lui la ama ma non la sfiora, salvo sfogarsi in ogni modo fuori dal loro letto.  Gli attori sono Isabella Ferrari, Jean Marc Barr, Filippo Nigro, Luca Argentero, Eva Riccobono, Anita Kravos e Christian Burruano.
I critici hanno trovato questo film lento e con un linguaggio poco credibile al grande pubblico.
Presentato anche il film “Bullet to the Head” di Walter Hill. Il regista ha ricevuto il Maverick Director Award e ha sfilato sul Red Carpet con il protagonista del film, Sylvester Stallone, in arte Sly.
Riguardo al premio, ha sottolineato Marco Mueller, Direttore artistico del Festival, “Chi meglio di Walter Hill poteva incarnare l’idea di un cinema che ha saputo rimettersi in discussione, che, anche se sapeva bene che il cinema classico non può più tornare, ogni volta ha proposto una sua versione di quello che poteva essere in quel momento un’opzione di un cinema altrettanto forte”.
Sylvester Stallone. Foto:Serena De Angelis

Diretto da Walter Hill, e con Jason Momoa, Christian Slater, Sarah Shahi e Jon Seda, al fianco di sua maestà Sly, il film non è altro che l’adattamento cinematografico dell’omonimo romanzo a fumetti di Alexis Nolent.
Al centro della trama due improbabili alleati, in altre parole un poliziotto di New York City e un killer di New Orleans, decisi a vendicare la morte dei rispettivi partner, eliminati da un corrotto procuratore distrettuale. Anche se decisamente diversi, i due proveranno a vendicarsi fermando il pericoloso procuratore, tra le altre cose al centro di una grossa truffa a scapito dei quartieri più poveri di New Orleans, colpiti dall’uragano Katrina. Il duplice omicidio li condurrà dai bassifondi di New Orleans fino ai corridoi del potere di Washington, D.C.
Sly, conosciuto soprattutto per il grande successo dei personaggi da lui interpretati, “Rocky” e “Rambo”, dice di essere molto felice di aver interpretato questi due uomini così diversi fra loro: Rambo, che rappresenta l’inconscio oscuro e di contro c’è l’ottimista Rocky. E ci spiega che: “Walter Hill in questo film, ha saputo combinare questi due personaggi e crearne uno nuovo, Jimmy Bobo, che rappresenta un mix dei due vecchi personaggi, più in linea con i tempi”.
Il film ha un buon ritmo e rappresenta uno sguardo sul mondo. E’ un tipico esempio che si possono fare dei bellissimi film senza troppi effetti speciali, ma basandosi sulla storia con uno sguardo all’etica dei personaggi. Walter Hill lo descrive come “un omaggio a un certo tipo di film d’azione degli anni ’70 ’80 e al contempo un film moderno”.

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