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Impronta di iena al Festival di Venezia

Di Marco Milano
 La 67^ edizione della Mostra del Cinema di Venezia si chiude con i sospetti di un eccesso di personalismo del presidente di giuria.
Da una giuria presieduta da Quentin Tarantino ci si poteva aspettare di tutto: sorprese, bizzarrie. Diciamolo. Non è bastato però questo a placare i ‘buhhh’ in sala, durante la premiazione di Somewhere di Sofia Coppola con il Leone d’oro, come segnalano i cronisti presenti, a conclusione della 67^ Mostra del Cinema di Venezia.
Ricordando le opinioni discordanti di critica durante i giorni del festival riguardo il film, si potrebbe sospettare che ad essere premiati siano state le doti innegabili di regia della figlia di Francis F. Coppola e un certo stile che fa eco a un suo precedente lavoro di successo  – ‘Lost in Traslation’ del 2003 – più che il film stesso.
‘Somewhere’, infatti, sembra avere un tocco e diversi punti chiave incomune con ‘Lost in Traslation’: ambientazione – la camera di un hotel – spunti narrativi – la solitudine e il rapporto tra padre e figlia – e un certa lentezza di narrazione.
La storia gira attorno alla figura di un attore di serie A del cinema americano – Johnny Marco – che vive al Chateau Marmont Hotel, un leggendario hotel realmente frequentato da star hollywoodiane (dove ha perso la vita John Belushi), trascinando le sue giornate tra alcol, donne e incontri con i fan. L’equilibrio di questa bolla di cristallo, una dimensione apparentemente rassicurante, viene rotto con l’arrivo della figlia Cleo, nata da un suo precedente matrimonio fallito. L’incontro con la figlia, costringerà Johnny ad affrontare interrogativi assopiti e a confrontarsi con dubbi esistenziali.
Questa sorta di versione in chiave hollywoodiana di ‘Lost in Traslation’, ha di sicuro confermato la bravura della Coppola come artigiana del cinema e ha visto, di contro, espressioni di critica assai divergenti. Ma ancora più forti sono state le voci di dissenso di un pubblico forse deluso, che si è subito animato nella ormai consolidata comunità di cinefili della rete, facendo crescere il gossip riguardo la coincidenza di un Tarantino emozionato nel premiare una sua (quasi) ex fiamma. «Questo film ci ha incantato, la giuria lo ha scelto all’unanimità. Discutevano, ruminavamo, ma alla fine Somewhere saltava sempre fuori» – ha tuttavia dichiarato Quentin Tarantino.
Non sono mancati certo premi per i quali la critica trova approvazione e degni di menzione, come la Coppa Volpi andata ad Ariane Labed, protagonista del film greco di Athina Rachel Tsangari ‘Attenberg’, che affronta uno dei temi chiave di quest’edizione, la morte, o il Premio Osella per la fotografia a Mikhail Krichman, per il film russo ‘Silent Soul’ – anche quest’ultimo sullo stesso tema di fondo.
Tante sono le idee uscite da quest’edizione – comunque non memorabile – e tante potrebbero essere le impressioni da segnalare. Limitandosi all’ultima giornata, non si possono non citare altre premiazioni ‘anomale’: la prestigiosa Coppa Volpi assegnata a Vincent Gallo – grande presente-assente – il Leone d’Argento e Premio Osella per la miglior sceneggiatura a La Balada Triste de Trompeta di Alex de la Iglesia – film inequivocabilmente vicino ai gusti horror/grotteschi del presidente di giuria – il Leone Speciale per l’opera nel suo insieme al film ‘Road to Nowhere’, ricevuto dal produttore de ‘Le Iene’ Monte Hellman– il primo a credere nel talento proprio di Tarantino.
Nonostante il presidente di giuria si sia smarcato dalle accuse di aver in qualche modo lasciato il segno con i suoi gusti personali – questa volta sì in perfetto stile pulp: “Fuck you”, la sua risposta alla platea della stampa dopo i fischi accompagnati da applausi –  è pur vero che l’edizione tarantiniana del festival di Venezia lascia completamente a mani vuote i padroni di casa, totalmente ignorati: nessun premio alle applaudite produzioni italiane (fatta eccezione del Premio Controcampo Italiano a ’20 sigarette’), con quattro film in concorso, evento di cui non se ne ha quasi più memoria prima di quest’anno. Ed è noto il disappunto di Quentin Tarantino per il nostro cinema contemporaneo…
Polemiche, dubbi, a volte sospetti, che danno solo il pretesto per concludere un’edizione del festival, in maniera assai chiacchierata. Ma non è forse anche questo un tratto che manda in brodo di giuggiole il pubblico dei cinefili? Ne prendiamo atto, in attesa di entrare in sala, magari per vedere ‘Somewhere’ e scoprire poi di essere d’accordo con quella cara vecchia Iena di Quentin Tarantino.
Tutti i vincitori:
Leone d’oro : Somewhere di Sofia Coppola
Leone speciale per l’insieme dell’opera : Monte Hellman – Road to nowhere
Leone d’argento miglior regia : Alex de la Iglesia – Balada triste de trompeta
Premio speciale della giuria : Essential Killing di Jerzy Skolimowski
Coppa Volpi migliore attrice : Ariane Labed –  Attenberg
Coppa Volpi miglior attore :  Vincent Gallo – Essential Killing
Leone del Futuro – Premio Venezia Luigi De Laurentiis : Cogunluk (Majority) di Seren Yuce
Il premio Orizzonti per il miglior lungometraggio : Verano de Goliat di Nicolas Pereda
Gran Premio Speciale della Giuria della Sezione Orizzonti : The Forgotten Space di Noel Burch e Allan Sekula
Osella migliore sceneggiatura: Balada triste di trompeta di Alex de la Iglesia
Osella miglior contributo tecnico :  Mikhail Krichman per la fotografia – Silent Souls di Aleksei Fedorchenko
Premio Marcello Mastroianni giovane attore/attrice emergente :  Mila Kunis – Black Swan

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