di Lorenzo Tagliaferri
Da qui al 2015 l’approvvigionamento di risorse energetiche potrebbe subire una rivoluzione storica senza precedenti. Sono queste, almeno nelle premesse, le intenzioni della Deep Space Industries, azienda americana con quartier generale in Virginia. Una proposta che ha quasi del fantascientifico ma che si configura come una delle più importanti sfide per lo sviluppo dei viaggi nello spazio e che, in fase di studio anche nei laboratori della NASA (con un progetto che nelle intenzioni dovrebbe collocare un asteroide nei pressi della Luna) potrebbe risultare utile per l’avvicinarsi di un possibile sbarco dell’uomo su Marte nel 2025. Gli intenti ovviamente sono differenti; si tratta di reperire materie prime in via di esaurimento sul nostro pianeta attraverso l’individuazione di asteroidi e meteoriti potenzialmente ricchi di tali materiali. L’intenzione è proprio quella di promuovere la costruzione di un’intera flotta di astronavi in grado di catturare asteroidi di piccole dimensioni in orbita nelle vicinanze della terra e di passare poi all’estrazione di materie prime. A spiegarlo meglio è David Gump, CEO della Deep Space Industries, che sottolinea come ogni anno ci siano “più di 900 nuovi asteroidi che passano vicino alla terra” e che questi potrebbero diventare, nel tempo, una duratura fonte di rifornimento di ferro e gas, soprattutto. Gump prosegue sostenendo come questa forma di investimento potrebbe essere quella decisiva per un veloce sviluppo della navigazione spaziale, grazie ad una elevata sostenibilità dovuta, appunto, alla commercializzazione di fonti di energia in via di esaurimento sul nostro pianeta. L’azienda americana stima una deadline di almeno 2 anni, dopo i quali sarà finalmente pronta la navicella Fireflies, in grado di agganciare asteroidi in orbita vicino alla terra in missioni che avranno una durata variabile tra i due e i sei mesi, e di mettere in orbita, successivamente, il cargo Dragonfly, trasporto in grado di immagazzinare fino a 80 chili di materiale. In questo momento, tuttavia, la difficoltà più grande è quella di reperire capitali per lo sviluppo del progetto e la costruzione delle strutture utili all’estrazione ed al trasporto. Ma rimane in sospeso anche ogni riferimento a quelli che saranno i costi dei viaggi e i successivi rapporti con i guadagni derivati dall’estrazione. Come viene specificato nella Home del sito della Deep Space Industries “we are dreamers” e tutti lo sappiamo, sognare non costa niente.
Per saperne di più: http://deepspaceindustries.com/