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Politica: la speranza è nelle nuove generazioni

di Mario Masi
Le generazioni di oggi devono fare quotidianamenti i conti con un disagio sociale sempre più opprimente. Una classe politica dirigente poco capace ed affidabile e il distacco delle istituzioni porta inevitabilmente i giovani a prendere le distanze dagli esempi offerti dalla politica quotidiana.
La parola “crisi” è diventata l’etichetta preferita del nostro tempo.
Le nuove generazioni sono chiamate quindi a costruire un futuro, non più a subirlo. Solo attraverso nuove energie si può restituire la passione e lo spirito di servizio alla politica .
Chiara Colosimo nel 2010 diventa il consigliere più giovane della Regione Lazio dove ricopre la carica di Vicepresidente Commissione Lavori pubblici e politica della casa ed è membro della Commissione Scuola, diritto allo studio, formazione professionale e università. La politica è per lei una missione e quel che rimane di tempo libero lo dedica al pugilato, alla lettura e alla musica. Ha rinunciato all’auto di servizio per la sua amata Vespa ed è uscita dal PDL dopo lo scandalo Fiorito. Parliamo con lei della sua esperienza.

Chiara Colosimo

Come ha vissuto lo scandalo Fiorito?
“L’ho vissuto molto male, come d’altronde tutti gli italiani. Fiorito non ha solo tradito la fiducia di chi lo ha candidato e di chi lo ha votato, ma ha finito per minare il rapporto tra politica e cittadini. Persone come Fiorito e Maruccio, o come Lusi e Penati hanno apportato ferite difficilmente rimarginabili, in un quadro già conflittuale fra la gli italiani e il mondo della politica: come può la gente, con questi esempi, considerare la politica un servizio al bene comune e non un servizio agli interessi personali? Ecco, io ho accettato l’incarico di capogruppo dopo quello scandalo proprio per intraprendere una sfida, quella di dimostrare che non siamo tutti come Fiorito, che si può fare politica per passione e con spirito di servizio”.
C’è qualcosa che i giornali non hanno raccontato?
“I giornali hanno raccontato molto, ma spesso si sono soffermati sulle assurdità e sulle cose negative. Solo un trafiletto per raccontare che ho revocato 32 contratti a progetto, annullato contratti telefonici, scritto e approvato un regolamento di gruppo che mettesse dei paletti politici e, soprattutto, economici, obbligo di rendicontazione per ricevere il famoso art.8, approvazione preventiva delle spese dalle figure preposte tesoriere e commercialista. Insomma una piccola rivoluzione di trasparenza”.
Cosa si può fare per evitare nuovi Fiorito?
“Innanzitutto, si deve riformare il comitato di controllo contabile, l’organismo preposto alla verifica dei bilanci della Regione e dei gruppi consiliari. Trasformare il bilancio annuale dei gruppi da macrovoci non giustificate in microvoci giustificate e mettere tutto in rete. Non possiamo garantire che non ci saranno altri ladri, ma possiamo rendergli la vita difficile e dimostrare di stare dalla parte degli onesti”.
Come mai ha lasciato il Pdl?
Ho lasciato il Popolo della Libertà perché non era più possibile restarci. Abbiamo creduto al progetto di un grande partito di centrodestra e ci siamo messi di buona lena per costruirlo, ma alla fine ci siamo ritrovati soltanto un partito incapace di decidere e di selezionare le sue donne e i suoi uomini migliori attraverso i criteri imprescindibili del merito e della partecipazione. Abbiamo provato fino all’ultimo a dire la nostra con le primarie, annullate senza mai essere state davvero annullate, vicenda finita per dinvetare insulto a chi aveva firmato le candidature. E poi, un segretario che sfiducia Monti e tre giorni dopo gli offre di fare il leader della sua coalizione, che partito è? Era un partito in cui dovevi passare più tempo a giustificare le non azioni dei buoni e le azioni dei Fiorito di turno che a fare politica. Ho detto basta…”
Perché nasce Fratelli d’Italia?
“Fratelli d’Italia nasce per rispondere alla sempre più diffusa esigenza di novità, serietà e onestà nella politica Italia. Nasce in competizione col Pdl ma all’interno della coalizione di centrodestra, perché siamo fortemente bipolaristi e perché siamo in antitesi con Monti e la sinistra. In Fratelli d’Italia non troverete impresentabili e veline, ma giovani e amministratori locali preparati, militanti che con coraggio e pochissimi soldi si sono messi a costruire una nuova prospettiva per l’Italia”.
Lei è stata la più giovane consigliere della Regione Lazio, quali sono i suoi obiettivi politici futuri?
“Gli obiettivi non sono solo i miei, perché ambisco a rappresentare una comunità e spero almeno una generazione. Vorrei una Nazione in cui non ci si debba più vergognare di dire che si fa politica, una nazione che sia più attenta alla famiglia, che difenda i più piccoli e i più deboli, che si tratti di un bambino nel grembo della mamma o di una piccola impresa in difficoltà”.

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