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Ricordando Vincenzo Muccioli

Negli anni ’80 e ’90 Vincenzo Muccioli e San Patrignano dividevano in due l’opinione pubblica del nostro Paese. Per Moltissimi il fondatore di Sanpa e la sua comunità rappresentavano il simbolo della lotta alla droga e del recupero dalla tossicodipendenza, ma raccoglievano anche forti critiche, sia nei confronti della metodologia adottata, sia per la stessa personalità del fondatore. Critiche e perplessità che con il passare degli anni sono state, però, superate.
A 15 anni dalla sua scomparsa 26 comuni italiani, tra loro grandi città come Bologna, Milano, Napoli, Verona, Pescara, Roma, gli hanno già dedicato una via, una piazza, un parco, per ricordarne l’impegno sociale e umano e, soprattutto, l’opera d’educatore. La comunità, con il 70% dei ragazzi che terminano il percorso di recupero completamente reinseriti nella società e in condizioni di vita drug free, è considerata a livello mondiale un modello vincente nella prevenzione e nel recupero dall’emarginazione e la tossicodipendenza.
E per ricordare Vincenzo Muccioli i 1500 ragazzi di San Patrignano hanno organizzato 3 giorni di iniziative (17, 18 e 19 settembre) interamente dedicati a una riflessione sul valore della sua opera educativa e sull’attualità del suo messaggio culturale.
Sabato 18 (ore 17.00) è invece in programma la proiezione del film di Mimmo Paladino “Quijote” e alle 19.30 l’artista napoletano scoprirà una sua opera dedicata a Vincenzo Muccioli e da lui donata alla comunità riminese. Fine serata ancora in musica con lo spettacolo di Enzo Avitabile & Bottari.
La giornata finale (domenica 19 settembre), anniversario della scomparsa di Muccioli, avvenuta nel 1995, offre la presentazione di “Avrò cura di te”, documentario sulla storia di Sanpa realizzato da Andrea Muccioli e Gianpaolo Brusini. Mentre, alle ore 22.00 sarà di scena un recital teatrale diretto da Luciano Manuzzi, in cui Agnese Nano, Lucia Vasini e Ivana Lo Tito, leggono testi tratti dai libri e dagli articoli di Vincenzo Muccioli.
“Domenica sono 15 anni – ricorda il deputato europeo Marco  Scurria –  che è volato via un uomo particolare: si chiamava Vincenzo Muccioli ma noi lo chiamavamo Vincenzo. Ci ha insegnato che la droga, qualunque essa sia  fa schifo e bisogna starne il più lontano possibile e non solo perché “fa male”. In un momento in cui “culturalmente” era difficile essere “contro” ha lavorato, notte e giorno, con coraggio e dedizione per la vera “libertà”, quella dalla schiavitù della droga.  Con il suo agire ha dimostrato che chiunque può uscirne, nessuno è condannato a “vita”. Si deve  volerlo, certo, ma si deve anche saperlo fare. E lui, anche se assediato, ci ha mostrato come fare. Molti oggi sorridono per avere ritrovato la vita. I dati della relazione al Parlamento sulle tossicodipendenze dimostrano un evidente  calo nei consumi di tutte le droghe. Questi risultati sono il frutto delle politiche che, nel solco dell’opera di Muccioli, hanno avuto origine.  Grazie Vincenzo e continua, da lassù, a volerci bene.”

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