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Thomas De Falco, lo scultore tessile di anime

di Cinzia Colella
Nudi, intrecciati, lenti, quasi fossero dei bozzoli non ancora schiusi. Si sono presentati così i tre protagonisti della performer di Thomas De Falco durante ‘Beauty BH ED’, che ha preso vita ieri allo “Spazio Cerere di San Lorenzo a Roma. Il giovane scultore ha messo in scena un lavoro elaborato, introspettivo e carico di pathos.
Sabrina Querici, il modello Mauro Demestria e la modella Alina Zaharia sono stati il fulcro espressivo della performance, mentre Antonio Arcieri che li ha accompagnato al pianoforte con una partitura appositamente creata, è stato quello sensoriale.
L’evento ha infatti riproposto una sinergia tra performance, scultura ed installazione in cui poter vedere e sentire oltre quei corpi. Dietro la bellezza della loro fisicità, si nascondono i contenuti latenti e accomunanti del pensiero artistico di De Falco. Distopia, amore, disperazione, forza, lontananza e desiderio sono i suoi temi, espressi magnificamente attraverso l’uso del wrapping che nella performance ha tenuto uniti i tre modelli dal capo, dalla testa, quasi come se da lì partissero le catene che imbrigliano il movimento e l’azione. A voler sottolineare che se il corpo – noi, la nostra vita – è governato esclusivamente dalla meccanica cerebrale, questa paralizzerà tutto il resto. Il cuore, il desiderio, la propria natura, il sé profondo saranno inevitabilmente soffocati e schiacciati dalla razionalità, dall’omologazione, dal sistema. Ed è attraverso la combinazione di immagine e suono che il messaggio arriva senza troppo indugiare.
“Molto spesso l’arte viene fraintesa – spiega de Falco – l’essere un artista a volte viene commercializzato o semplicemente svalutato; penso di essere prima di tutto un creativo che esprime i propri bisogni profondi e gli stati d’animo attraverso il suo lavoro che inevitabilmente è incessante e continuo. Quasi una dipendenza. Mi interessa soprattutto di lavorare su un’idea di estetica, che a mio avviso è fondamentale per far emergere dietro un bel soggetto un significato nascosto”.
E la stessa tecnica che egli predilige convalida questo suo approccio in cui espone il bello ma nasconde il senso. “Utilizzo la tecnica wrapping – spiega – perché si tratta di intreccio apparentemente semplice ma anche molto complesso. Tramite questa tecnica, che ho personalizzato negli anni utilizzando materiali come la seta, la lana, il cotone, il ferro, riesco a nascondere nella materia, che costituisce la struttura tessile, i colori giallo, blu, verde, mentre poiall’esterno posso farne figurare altri, semplicemente neutri”.
Un’espressività intesa e dirompente quella di De Fulco, che ha bisogno di sedimentarsi prima di far riaffiorare la percezione trasformatasi in emozione vera.

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