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Carosello al Margutta RistorArte, la creatività in mostra

Si alza il siparietto su “Il Margutta RistorArtedall’11 Aprile al 20 Maggio con un omaggio che gli artisti Alessandro Baronio, Elena Boccoli, Brivido Pop, Marco Colletti, Ornella Flora Curatolo, Stefano Mezzaroma, Licinia Mirabelli, Pierino Pastore, Gerry Turano, dedicano al fantastico mondo di Carosello.

BRIVIDO POP, “Sveglia c’è Carosello!”

Carosello Insegna” è il titolo della mostra, curata da Francesca Barbi Marinetti, a ricordare quello che esso fu, ovvero un cartellone pubblicitario, e quello che fece: creare un format godibile tanto quanto un programma d’intrattenimento. Carosello fu l’appuntamento serale per un’intera generazione di famiglie italiane. Il record di telespettatori raggiunto dai dieci minuti di pubblicità che la RAI mandò in onda per vent’anni dal 1957, dopo il tiggì della sera, fu in linea con il boom economico degli anni cinquanta: molti prodotti – lavatrice, televisore o utilitaria – non erano accessori di benessere ma mezzi che cambiavano la vita.
Fatto sta che neanche la bravura di Mary Poppins avrebbe ottenuto con uno scadenzare così puntuale l’andata a letto di massa dei bambini italiani.
Il segreto? Probabilmente ai pubblicitari sfuggì di mano il Carosello passando il piatto forte ai creativi: la storiella e il personaggio divennero più importanti del prodotto pubblicizzato, il “pezzo” più forte del “codino”. E nella memoria sono restati Calimero o Carmencita piuttosto che il detersivo o il caffè di cui erano réclame.
E poi ci fu un Olimpo di nomi illustrissimi dello spettacolo: registi quali Luciano Emmer (che ne è considerato l’inventore), Luigi Magni, Gillo Pontecorvo, Ermanno Olmi, Sergio Leone, Pupi Avati, Pier Paolo Pasolini, Federico Fellini, e attori come Totò, Erminio Macario, Gilberto Govi, Vittorio Gassman, Dario Fo, Mina, Ernesto Calindri, Nino Manfredi, Gino Bramieri, Virna Lisi, Raimondo Vianello, Gino Cervi, Eduardo De Filippo, persino star internazionali quali Fernandel e Jerry Lewis.
Dagli anni settanta la percezione di alcune conseguenze della politica del consumismo cominciava a far capolino. Da un’indagine, ad esempio, emergeva che su diciannove milioni di italiani che vedevano Carosello ben nove erano bambini e l’ottanta per cento di questi pretendeva che i genitori comprassero i prodotti reclamizzati. I puristi dell’educazione tornavano a riproporre la lettura della fiaba per dischiudere il segreto di migliori sogni d’oro.
L’omaggio al Carosello qui non è nostalgico ma costruttivo. Le opere degli artisti in mostra allestiscono un percorso di riflessione estetico, spesso giocoso ed ironico, sulle icone della comunicazione e della pubblicità. Sugli aspetti positivi del Carosello che ha dato alla creatività un ruolo da protagonista nel lancio dell’economia del Paese negli anni passati, insieme ad un ripensamento del senso che ha assunto il prodotto, prolificato e scartato, in un mondo che chiama a gran voce su tematiche legate all’ambiente e allo sviluppo sostenibile.

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