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Leggi come scrivi e scoprirai chi sei

Di Anna M. Corposanto
Intervista alla Dott.ssa B. Angeloni
Conoscere o riconoscere i tratti della nostra personalità è un’esplorazione che affascina ognuno di noi nell’intero arco della nostra vita. Con questa intervista accendiamo il faro su uno degli strumenti, meno noto ma ormai autorevole, che permette di scoprire cosa esprimiamo di noi – e come – semplicemente scrivendo: la grafologia. Ci guida in questa esplorazione la Dott.ssa Beatrice Angeloni, affermata grafologa, Perito Grafico per il Tribunale Penale e Civile di Roma e per diversi studi di avvocati. Le abbiamo posto alcune domande per conoscere meglio questa disciplina che studia la personalità attraverso la scrittura.
Dottoressa Angeloni, cos’è la grafologia?
Partirei da questo concetto: ognuno di noi esprime se stesso continuamente, in modo più o meno consapevole, attraverso la mimica, il tono della voce, la gestualità, l’incedere o, appunto, la grafia. Contrariamente ad altre modalità di studio dei nostri comportamenti, la Grafologia indaga l’individuo senza bisogno che esso sia fisicamente presente all’indagine. Quando utilizziamo la nostra grafia per scrivere o comunicare, cadono tutte le barriere di protezione o di filtro che solitamente poniamo tra noi e l’altro. Il perché, infatti, si scriva in un modo piuttosto che in un altro è incomprensibile ai più e, per questo, frutto di totale spontaneità.
Cosa si può scoprire attraverso una indagine grafologica?
Innanzitutto, nell’interpretare la grafia di un individuo ci si deve porre con grande rispetto e apertura, perché in quel momento la grafia ci sta parlando delle più profonde istanze dell’Io. L’etica della Grafologia impone rigorosamente, a questo proposito, l’autorizzazione all’interpretazione della scrittura da parte dello scrivente. Lo strumento, infatti, è così potente da permetterci di comprendere la personalità con estrema accuratezza. Cosa si può indagare? S’indaga la personalità, l’attitudine professionale, la modalità di ragionare, di porsi all’altro, di adattarsi al mondo circostante.  Si riesce a comprendere l’evoluzione della personalità negli anni (avendo di fronte più scritti della stessa persona in anni differenti), le possibili patologie in atto o in nuce (per esempio il morbo di Alzheimer, Parkinson, malattie del fegato), la compatibilità di coppia o di gruppo di lavoro. E, ancora di più, si riesce a comprendere se stessi.
Sembra incredibile che con i nostri segni incisi sulla carta…
Le faccio un esempio: una lettera (prendiamo l’ovale di una “a”) rappresenta l’Io: la sua altezza, larghezza, posizione sul rigo, l’inclinazione, gli angoli presenti e la loro ubicazione ci forniscono mille spunti di riflessione. La lettera vicino a quella successiva (esempio ”a-g”) invece ci dice tutto sulla modalità di relazione con l’altro: l’Io e il Tu è dato infatti dalla distanza tra le lettere, la loro inclinazione, la loro somiglianza, e così via. L’interpretazione di una grafia diventa quindi cosa ben complessa e seria tanto più se nasce dall’esigenza di comprendere se stesso o l’altro.
Com’è nata la grafologia?
La Grafologia italiana si basa sugli assunti formulati negli anni Cinquanta da un padre francescano di Recanati, Girolamo Moretti. Egli ha sistematizzato tutti i segni e i simboli grafici e ha fondato la Grafologia Italiana. Il sistema da lui ideato si basa sulla quantificazione scientifica di 180 segni che, nell’interazione gli uni con gli altri, ci danno più di 350 combinazioni che ci aiutano a conoscere molti aspetti concernenti la vita di una persona e alle sue relazioni con gli altri, con il mondo in cui vive.
Dottoressa, lei ha costituito un team di esperti tecnici e di grafologi che lavorano per le perizie legali. In cosa consiste il loro lavoro?
Il filone parallelo all’indagine grafologica che svela i tratti della personalità è la Perizia Grafica, che, pur basandosi sui presupposti della grafologia, si limita a verificare e certificare che una firma o un testo siano autografi o meno. Solitamente è il Tribunale che richiede un Consulente Tecnico d’Ufficio per verificare una sottoscrizione o un testamento. In questo caso il perito grafico si limita a fare tutti gli accertamenti tecnici (coadiuvati da strumenti come Microscopio, lampada di Wood o raggi Uva) e gli utili confronti per accertare se l’autografia è o non è autentica.
Vorrei tornare, in chiusura, alla grafologia non solo come strumento per scoprire se stessi, ma anche come professione: come si diventa grafologi?
Parto dalla mia esperienza: dopo la laurea in Sociologia, mi sono diplomata in Grafologia. Poi mi sono specializzata in Perizie Grafiche e in Orientamento al Lavoro. In Italia ci sono solo due corsi di laurea breve in Grafologia: a Roma e a Urbino. Io amo molto questa professione e mi piace insegnarla agli altri. Tutti possono intraprendere la stessa strada che ho intrapreso io, la consiglio e sostengo. Come in ogni scelta professionale sono importanti motivazione e passione. Ma la grafologia, mi creda, ha la capacità di motivare e appassionare, come mi confermano gli allievi che seguono i miei corsi. È una disciplina che non finisce mai di stupire, sia attraverso lo studio, sia attraverso un semplice consulto.
Potrei concludere: provare per credere.
Servizio del TG2 della Rai (http://www.youtube.com/watch?v=T9T40Xm7exc).
 
 
 
 

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