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Pagine e Caffè: Stasera mi butto

di Anna M. Corposanto
Luisa Carrada, nota esperta in comunicazione e scrittura professionale, ha scritto sul suo blog una recensione appassionata del romanzo di Giovanna Cosenza “Stasera mi butto” et al./Edizioni. Le abbiamo chiesto di pubblicarla anche nella nostra rubrica e la ringraziamo per aver accettato: ci consente di conoscere un altro bel libro che merita di essere letto e diffuso perché ha fatto breccia nel cuore di un lettore, di una lettrice, e cover_stasera_mi_buttopotrebbe farlo anche in quello di chi lo leggerà.
Stasera mi butto, romanzo corale dei nostri tempi
“No, forse ho capito. La perfezione non è una somma di dettagli perfetti. È un equilibrio di milioni, miliardi di imperfezioni. Ecco cos’è. Miliardi di buchi, smagliature, errori, che tutti insieme – nessuno capisce bene come – finiscono per comporre un mosaico perfetto. Dio solo sa come questo sia possibile: d’altra parte è riuscito a creare un mondo schifosamente imperfetto, bacato, che però, guarda caso, ancora sta in piedi. Un equilibrio di imperfezioni, ecco cos’è la vita. L’universo. Un’armonia di sbavature. Ed ecco allora il paradosso: accettare l’imperfezione, assecondarla, è forse l’unica strada per trovare la perfezione. Ma forse non dovrei più chiamarla così. Bisogna cambiare parola, sì: non più perfezione ma, che ne so, unicità. Eccezione. O magari… felicità?”
È la conclusione cui giunge Maikol, il primo personaggio che incontriamo in Stasera mi butto, il romanzo di Giovanna Cosenza uscito da un mesetto. Se ho scelto Maikol è perché mi sono resa conto che mi era il più simpatico. Trentaquattrenne maschio palestrato, salutista, amante della salsa quanto degli sport estremi, con una sua bizzarra cultura.
giovanna-cosenzaLa scelta in realtà era ampia, perché Stasera mi butto è un romanzo corale, con ragazzine blogger, giornaliste, maschi rampanti e spacconi ma in fondo insicuri, una sveglia bambina di quattro anni e persino una cagnolina. Come quei bei film di Altman pieni di personaggi che entrano ed escono, intrecciano le loro vite anche per un solo istante, e poi alla fine tutto torna. L’affresco si compone.
Io Maikol e gli altri li conoscevo già da qualche anno, perché questo romanzo l’ho visto nascere, crescere, aspettare e poi esordire nelle sue quasi 300 pagine e 33 capitoli con colonna sonora. Eppure l’ho riletto d’un fiato, come se lo leggessi per la prima volta.
Giovanna – la chiamiamo così, solo con il nome di battesimo come uno dei suoi personaggi, non solo perché è una mia carissima amica, ma perché so che tanti la seguono da anni sul suo blog Dis.amb.iguando – smette i panni di arguta prof. che smonta impietosamente spot e discorsi dei nostri politici e si mette quelli della narratrice. Ma è come se rovesciasse il vestito, anzi se ci rivelasse all’improvviso che il suo è un vestito double-face. La materia è la stessa: Bologna, la comunicazione, i blog, la tivvú, il web, la scrittura, il trans-age, più qualche sua meno nota passione come il ballo.
Ma questa volta ci parla direttamente di noi e di questi strani tempi in cui sembra che possiamo conoscere tutto e invece conosciamo così poco di noi. Delle nostre debolezze e delle nostre paure, soprattutto della nostra paura di buttarci, rischiare ed amare. Eh sì, perché in Stasera mi butto c’è anche una bella e sorprendente storia d’amore. Come in ogni romanzo che si rispetti. Anche quelli delle prof. argute e occhialute.
Aggiungiamo che Giovanna Cosenza è professore all’Università di Bologna, dove insegna Semiotica e presiede il corso di laurea in Scienze della comunicazione. Dal 2008 scrive il blog Dis.amb.iguando (www.giovannacosenza.it), fra i più letti in Italia, nel quale divulga i risultati delle sue ricerche; dal 2011 su “Il Fatto Quotidiano” cura un blog sulla comunicazione politica. È già autrice di saggi e pubblicazioni. Stasera mi butto è il suo primo romanzo.

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