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Dub FX e Die Antwoord @Villa Ada

foto e testo di Serena De Angelis
Erano in 4000 lo scorso martedì, 25 giugno, nella splendida cornice della rassegna “Roma Incontro il Mondo 2013”, a Villa Ada.
Tre ore di musica dalle 21,30, hanno fatto ballare le migliaia di giovani accorsi da tutta Italia.  L’opening act è stato affidato allo spettacolare Dub FX che ha tenuto un concerto in piena regola, per la gioia di quelli che sarebbero venuti anche solo per seguire questo talento della beat-box.  Da anonimo busker a stella dell’underground dancefloor oriented con una capacità di “assaltare” musicalmente gli stilemi dubstep, drum’n’bass, breakbeat con un piglio feroce e assai inventivo, dove sorprese e colpi di scena non mancano maie dove i testi mirano dritti al messaggio. Foto_Concerto_Die_Antwoord_Roma_25_giugno_2013_SDA_02Costruirsi da soli un mondo intero; soprattutto, un “proprio” mondo. Nel caso dell’australiano Benjamin Stanford, noto universalmente come Dub FX, questo obiettivo diventa non solo un traguardo esistenziale astratto ed indefinito ma si fa anche vero e proprio “manifesto” artistico. Sempre fieramente indipendente, forte di un inizio carriera da vero e proprio busker (attitudine rimasta per certi versi intatta ancora oggi), con la sola forza della propria inventiva e del proprio lavoro al beatboxing (creando cioè suoni e ritmiche unicamente con la proprie voce, le proprie labbra, le proprie parti del corpo) il performer australiano è diventato infatti un culto di livello mondiale: i quindici milioni di view su YouTube della sua interpretazione di “Love Someone” sono solo una delle tante dimostrazioni di quanto forte siano il suo carisma e la sua popolarità.
Passate le 22,30 poi salgono sul palco loro: Die Antwoord, dei pazzi furiosi che infiammano la folla in un attimo.  Uno dei progetti più strani, atipici e perturbanti che abbiano percorso la scena musicale degli ultimi anni: i sudafricani Die Antwoord sono davvero come nessun altro, un’autentica scheggia impazzita nel pop contemporaneo.
Considerati dalla critica e dal pubblico uno dei prodotti più originali di sempre per quanto riguarda l’incrocio, oggi assai attuale, tra rap ed elettronica, anche e soprattutto per rappresentare una critica dall’interno dei meccanismi artistici e sociali del pop mainstream.
L’immaginario che caratterizza la band (o la “rap-rave crew”, come loro amano definirsi) è infatti affilato e sfaccettato, e coinvolge sia la sfera audio che le loro scelte a livello di video e, semplicemente, di modo di porsi: in gioco ci sono tensione, adrenalina, gusto kitsch e una strana forma di morbosità stemperata da una sottile (e tagliente) auto-ironia. Una confezione estetica di livello estremo, che ha sedotto anche registi di culto come Harmony Korine (che ha voluto lavorare con loro e per loro nel mediometraggio “Umshini Wam” presentato in anteprima al SXSW di Austin e facilmente reperibile in rete).
Insomma un vero centro per la rassegna che quest’anno compie 20 anni, e che sembra non volerci risparmiare sorprese e colpi di scena.  E il programma è solo all’inizio!
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