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Metti una sera con Alessandro Gassmann

di Anna M. Corposanto
Una rassegna come quella di Roma Fiction Festival può riservare a volte piccole sorprese a chi volesse conoscere in diretta attori o personaggi famosi, di cinema, teatro, televisione. Metti ieri sera, 2 ottobre, l’incontro alle 19,00 con Alessandro Gassmann che ha promosso la fiction “Una grande famiglia” che andrà in onda gass2sulla RAI dal 4 novembre: diffidenti e disillusi ci aspettavamo il solito attore bello e impossibile con tic e paranoie ben celate o mirabilmente esibite… e invece lui ha fatto impallidire ogni nostro pregiudizio. Puntualità, semplice affabilità e disponibilità sono stati i numeri migliori che lui ha esibito a una sala pienotta di pubblico. A chi lo ricordasse soprattutto per il suo fascinoso calendario sexy del 2007 sentiamo il dovere di aggiornare il data base delle sue informazioni: Alessandro Gassmann oggi è un serio professionista che con mirabile impegno si dedica al teatro e al cinema. È ben lontano da quel giovanissimo scapestrato che suo padre Vittorio decise di raddrizzare costringendolo a studiare recitazione nella “Bottega Teatrale” di Firenze. Oggi, a quarantotto anni, Alessandro Gassmann dedica la sua passione al teatro sia dirigendone uno pubblico, il Teatro Stabile del Veneto “Carlo Goldoni”, sia portando in scena come regista e attore spettacoli di notevole impegno come il recente “Riccardo III”, sia vincendo premi per la migliore opera prima per il suo film Razza bastarda, al Bif&st 2013. E per il suo secondo film in preparazione (che racconterà la deportazione degli omosessuali nel periodo fascista) le sue brevi anticipazioni danno la percezione che sarà un film impegnato, non una commedia del banale figlio d’arte che confeziona cinepanettoni. A chi gli ha chiesto qual è il metodo che adotta per scegliere i lavori che gli vengono proposti, lui risponde: “Scelgo in base alla qualità di come sono scritti. Se c’è alla base una buona scrittura che mi fa cogliere il cuore della storia, allora sì, per me si tratta di un buon lavoro, divertente o impegnato che sia, al quale posso dedicarmi con entusiasmo.” Sì, perché Alessandro Gassmann è un lettore critico, attento, vorace e non solo per lavoro. Ed è anche un amante della musica non spicciola come lo è la musica nera – il blues, il soul, il raggae – o quella di Paolo Conte. È un professionista che cura nei minimi dettagli la conoscenza di lingue straniere che dovrà utilizzare in un suo lavoro: rumeno o dialetto brianzolo che sia, egli ne perfeziona la conoscenza per diventare, come lo diventa, molto credibile. E la sua passione per il disegno? Anche lui anticipa un suo lavoro di teatro o un suo film disegnando le scene che immagina di realizzare, accendendo nella nostra personale memoria la stessa abitudine che aveva Fellini. Un uomo poliedrico, Alessandro Gassmann, professionista limpido, ben lontano dagli stereotipi che ci portiamo dentro e che le fiction trite e ritrite sfornano anno dopo anno. Un attore che non ha guardato dall’alto in basso il pubblico che dopo la sua intervista gli chiedeva una foto, un autografo, un abbraccio… Insomma, un attore bello, sì, ma soprattutto una persona possibile.
 

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