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Una splendida Valeria Golino appassiona il Festival del Film di Roma

di Eleonora Quadrana
Come il vento’ è in primo luogo il racconto di una vita, quella di Armida Miserere, una delle prime donne a dirigere un carcere in Italia.
Ciò che colpisce di questo personaggio è la sua autenticità, come tutti noi, infatti, Armida (la splendida Valeria Golino) alterna a momenti di grande fragilità, slanci di ritrovata forza, alla rigidità e alla massima serietà nella vita professionale, una femminilità calda nella sua vita privata. Ma nonostante la sua determinazione, il fallimento delle due cose a lei più care: l’amore, quello vero, quello che ti tocca dentro, e l’ideale di giustizia, fanno sì che giunga ad un atto estremo.
Un gesto, che tuttavia manifesta, ancora una volta, la sua lotta, il tentativo di fuggire da questo sistema; che non è in grado di proteggere chi difende i suoi interessi, l’unico disperato gesto che la renderà di nuovo libera e leggera come il vento.vale1
Come ti sei avvicinata al personaggio di Armida Miserere? Conoscevi la sua storia?
(Valeria Golino) «Non conoscevo la storia di Armida prima che Marco (il regista) me ne parlasse. Di conseguenza ho conosciuto “l’Armida di Marco”, ho letto i libri che lui mi ha consigliato sull’argomento, ho conosciuto le persone e ho visto i luoghi che lui ha ritenuto utile farmi conoscere. Inoltre sarebbe davvero difficile dire di poter conoscere la vera Armida Miserere, a causa delle contraddizioni di questo personaggio e delle innumerevoli zone d’ombra. Ma pur non conoscendo la sua storia, l’ho incontrata prima della sua morte, quando ancora ignoravo che un giorno l’avrei interpretata, e la cosa che mi colpisce è che nella foto che ci siamo fatte io l’abbraccio, quasi avessi percepito il suo lato vulnerabile ed il suo bisogno di protezione che lei tentava di nascondere dietro l’apparente corteccia da ‘dura’».
Si può dire che questo film sia un colossal dal momento che è stato girato in 5 location diverse, è stato impegnativo cambiare così spesso location?
(Marco Simon Puccioni) «Si è stato particolarmente impegnativo, ed ha richiesto un impegno collettivo enorme ed il sostegno delle regioni: Toscana, Marche, Sicilia,e Lazio. Oltre, ovviamente, alla collaborazione delle carceri, notevole è stato l’impegno di tutti per evitare che la troupe interferisse con lo svolgersi della vita carceraria».
Per adattarlo al formato cinematografico ha dovuto cambiare molto la sceneggiatura rispetto alla storia reale?
(Marco Simon Puccioni) « Si è fedeli tradendo» sorride « ho cercato di rispettare date ed eventi, ma ho dovuto adattare i personaggi al tempo limitato di un film, per questo alcune figure sono l’incrocio di vari personaggi, e inoltre ho avuto l’esigenza di variare alcune caratteristiche dei personaggi per far sì che il pubblico ci si potesse più facilmente rispecchiare»
Come ti sei trovato ad interpretare il tuo personaggio in un contesto così complicato?
(Francesco Scianna) « Il film si è rivelata un esperienza fantastica, lavorare con Valeria Golino è stato un grande onore, davvero stimolante, la storia che raccontiamo è stata sceneggiata con grande sensibilità, e questo ci ha permesso di trattare temi importanti» a tal riguardo cita una frase di Giovanni Falcone « Se a un magistrato mettono una bomba sotto casa e questa non esplode vuol dire che il commissario ha sbagliato qualcosa!»
Ti sei sentita particolarmente ispirata dal tuo personaggio?
(Valeria Golino) « Si, sicuramente il personaggio è forte e contradditorio e mi ha permesso di lavorare molto sulle sfumature del suo carattere, ma il merito dell’interpretazione è del regista, che ha saputo leggere dentro al personaggio, carpirne le emozioni e far sì che queste emozioni trasparissero dal volto dell’attore. Il merito è di tutti coloro che hanno collaborato se possiamo ammirare uno splendido film!»
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