“Song’e Napule”, il sud applaudito al Film Festival di Roma

Di Stefania Taruffi

Nel panorama del cinema italiano torna in scena fortemente il cinema di genere che rappresenta il sud, le sue realtà, la gente, il territorio. In questo bellissimo film riscopriamo la città di Napoli, con la sua bellezza e la sua anima gioiosa e pulsante. L’allegria e la giovialità dei suoi abitanti, ma anche i suoi atavici problemi legati al malaffare, alla criminalità organizzata, parte integrante della struttura sociale.
Per la regia dei fratelli Manetti Bros e la sceneggiatura di Michelangelo La Neve, Song’e Napule, film fuori concorso, racconta Napoli, oggi, in una commedia poliziesca, condita di sentimenti, musica e umanità, che donano a questo film una leggerezza molto ben integrata in un tema scottante e molto attuale in quelle zone: la camorra.
Paco dopo il diploma al conservatorio, è un pianista raffinato e disoccupato. La mamma trova una raccomandazione per farlo entrare nella polizia, ma la sua totale inettitudine lo relega in un deposito giudiziario. Un giorno arriva il commissario Cammarota, un mastino dell’anticrimine sulle tracce di un pericoloso killer della camorra, detto O’ Fantasma perché nessuno conosce il suo vero volto. Al commissario serve un pianista poliziotto che dovrà infiltrarsi nel gruppo di Lollo Love, un noto cantante neomelodico che allieterà il matrimonio di Antonietta Stornaienco, figlia del boss di Somma Vesuviana. Molto probabilmente O’ Fantasma sarà presente al matrimonio. A Paco non poteva capitare di peggio: si ritroverà a rischiare la vita in prima linea ed a suonare una musica che gli fa schifo vestito come un cafone. Invece sarà la svolta della sua vita.

I Manetti Bros si distinguono nel panorama cinematografico italiano per la loro cinefilia e il loro amore per i film di genere. Song’e Napule è un film veloce, scattante, accattivante, senza scadere nel pulp, Per la prima volta i registi hanno sperimentato ‘l’arma della tenerezza’, rendendo ‘teneri’ e umani sia il poliziotto pianista, Alessandro Roja, sia il leader della band, di cui quest’ultimo diventa tastierista, il cantante di matrimoni e comunioni Lollo Love. Ed è proprio la ricchezza dei sentimenti, il valore aggiunto alla detective story napoletana.
“Questo film nasce da un’idea di Giampaolo Morelli” spiegano i registi “raccontataci qualche anno fa. La abbiamo sottoposta a Luciano Martino (noto produttore cinematografico deceduto quest’estate N.d.R.), che ci ha creduto fin dalla prima volta che l’abbiamo raccontata, convincendoci che questo era il film che dovevamo fare dopo L’Arrivo di Wang e Paura 3D.
Siamo fieri di aver diretto l’ultimo film dell’uomo che consideriamo il più grande produttore italiano oltre che il nostro maestro. Un incontro ed un connubio durato pochi anni, ma che per noi ha significato tutto e ci ha dato quello di cui avevamo bisogno e che nessuno prima di lui era riuscito a darci: una direzione”.
All’anteprima, infatti, è stato ricordato con enfasi il produttore Luciano Martino, deceduto questa estate, con un video commemorativo che ha aperto la proiezione, sulla sua enorme attività cinematografica.
“Con Song’e Napule torniamo al genere che ci ha regalato più soddisfazioni, la commedia poliziesca” concludono i registi “Volevamo raccontare Napoli ed il fenomeno, unico al mondo, dei cantanti neo-melodici (di successo nella loro città e sconosciuti dopo pochi chilometri). Facendo il film poi ci siamo innamorati della città ed abbiamo avuto la presunzione di tornare a raccontarla come oggi non si fa più: il centro città, la sua bellezza e la sua unicità come hanno fatto in passato Nanni Loy ed Ettore Scola”.
E’ un peccato che film di questo tipo, pur essendo molto locali, non abbiano la divulgazione nazionale che meritano. Semplicemente da vedere!