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JFK 50 anni dopo. I dubbi di Kerry, il silenzio di Obama

di Elisabetta Rossi
Il 22 novembre 2013 è il 50esimo anniversario della tragica scomparsa di John Fitzgerald Kennedy, 35esimo presidente degli USA, assassinato con un colpo d’arma da fuoco per mano dell’attivista Lee Harvey Oswald mentre si trovava a Dallas nel Texas sulla sua limousine con la moglie Jacqueline.
John Kerry ha «seri dubbi» che Lee Harvey Oswald abbia agito da solo. Barack Obama non commenta le dichiarazioni del suo Segretario di Stato.image
Parlando con la Nbc, l’ex senatore del Massachusetts aveva parlato di «seri interrogativi» sul fatto che Oswald potesse esser stato influenzato a uccidere il presidente durante i suoi soggiorni in Russia e a Cuba: «Ho seri dubbi che Oswald abbia agito da solo. Ho certamente seri dubbi che si sia motivato da solo. Non sono sicuro che abbia avuto complici, non arrivo a credere che ci sia stato un secondo sparatore, ma ho seri dubbi sul fatto che si sia detto tutto sul periodo e sulle influenze subite da Oswald a Cuba e in Russia».
Altro colpo di scena: il 24 novembre 1963 il killer, durante il trasferimento nel garage del comando di polizia, viene ucciso da Jack Ruby, proprietario di night, contrabbandiere di armi con Cuba, collaboratore della polizia e in buoni rapporti con la criminalità organizzata.
Anche la stampa americana ha dato il suo contributo ad alimentare quello che sembra sempre più un mistero.
Stranamente defilata i primi anni dopo Dallas, prese per buone le rassicuranti conclusioni della commissione Warren fino a quando nel 1966 Edward Jay Epstein, giovane giornalista free lance, ebbe l’idea di intervistare i membri della commissione di indagine e scoprì un mare di carenze e incongruenze nel lavoro dei commissari.
Da allora, anche i grandi giornali dovettero cambiare ritmo.
Candidato del Partito Democratico, Kennedy vinse le elezioni presidenziali del 1960 e succedette al Presidente degli Stati Uniti Dwight D. Eisenhower. Assunse la carica il 20 gennaio 1961 e la mantenne fino al suo assassinio, a Dallas, il 22 novembre 1963. Gli subentrò il vicepresidente Lyndon B. Johnson.
Kennedy, di origine irlandese, è stato il primo Presidente degli Stati Uniti di religione cattolica. Fu anche il primo presidente americano ad essere nato nel XX secolo ed il più giovane a morire ricoprendo la carica.
La sua breve presidenza, in epoca di guerra fredda, fu segnata da alcuni eventi molto rilevanti: lo sbarco nella Baia dei Porci, la Crisi dei missili di Cuba, la costruzione del Muro di Berlino, la conquista dello spazio, i primi anni di Guerra del Vietnam e l’affermarsi del movimento per i diritti civili degli afroamericani.
Oggi, le celebrazioni di Dallas sono state organizzate dal sindaco della citta’, Michael Rawlings, insieme ad comitato presieduto da Ruth Sharp Altshuler, amica di famiglia dei Kennedy che quel fatidico giorno aveva aspettato inultimente il presidente in una sala dove avrebbe dovuto partecipare ad un pranzo. Teatro delle celebrazioni di Dallas sara’ la Dealey Plaza dove JFK venne raggiunto dai proiettili sparati dal sesto piano del Texas School Book Depositary, oggi trasformato in un museo. La musiche sono state affidate alla Dallas Symphony Orchestra e alla U.S. Naval Academy Men’s Glee Club, cioe’ la banda della Marina con cui il giovane John aveva servito nel Pacifico durante la seconda guerra mondiale. Lo scrittore e storico David McCullough leggera’ alcuni brani dei piu’ famosi discorsi di Kennedy e poi le campane della citta’ suoneranno a morto invitando la popolazione a rispettare un minuto di silenzio alle 12.30, l’ora esatta in cui Lee Harvey Oswald sparo’ i colpi mortali al presidente.
 

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