Segnala un evento
HomeCultura&SpettacoloLe Dissolute assolte (ovvero le donne del Don Giovanni)

Le Dissolute assolte (ovvero le donne del Don Giovanni)

Intervista al regista Luca Gaeta e alla Marc produzioni (Maria Amabile Milioto e Ruggero Catizone)
Di Stefania Taruffi
«La carne non è oscena, ci vuole solo molta poesia per raccontarla». Roland Barthes
10403553_10202777547454282_2677672181318474976_nCon lo spettacolo “Le dissolute assolte (ovvero le donne del Don Giovanni)” si affaccia sul palcoscenico romano un nuovo teatro d’avanguardia, che per la prima volta riesce ad attirare un vasto pubblico “osando”, abbattendo completamente quel muro di pregiudizi e di falso perbenismo che caratterizza da sempre il pubblico della capitale. E lo fa con discrezione, con classe ed eleganza, attirando persone di ogni tipo, che passeggiando casualmente nella Piazza di Campo dei Fiori, si lasciano sedurre dal sorriso accattivante delle attrici travestite da prostitute, che attirano “clienti” in Via dei Cappellari, 93 nel Piccolo teatro Campo d’arte, a due passi da Piazza 10341508_572539102866430_3099485763278237218_n (1)Navona. Ma è soprattutto con il “passaparola” ormai, che tutte le sere lo spettacolo registra il ‘tutto esaurito’.
Accolti all’ingresso da Maman, i “clienti”, al massimo 25 a spettacolo, vengono accompagnati nei sotterranei del buio teatro, vere e proprie grotte illuminate solo da candele, dal fido servo-ombra di Don Giovanni, Leporello, unica figura maschile, molto ironica, interpretata dall’attore Marco Giustini, che alla fine dello spettacolo lascia il pubblico con una domanda: «Siamo colpevoli quando desideriamo qualcosa che fa male agli altri?».
La novità è anche nel format di una pièce itinerante, che si snoda attraverso diverse stanze, dove otto prostitute, “Le dissolute assolte”, recitano un monologo. E in ciascuna di queste stanze, si consuma il dramma di queste donne, tutte ex amanti di Don Giovanni che, sedotte e abbandonate, si ritrovano in questo bordello, a espiare la colpa di essersi innamorate di un seduttore che non riescono a dimenticare. Ognuna racconta il proprio dramma, l’amore ingannato, l’abbandono, la propria disperazione.
Sensuali, belle, bravissime, tutte le attrici evocano suggestioni erotiche con raffinata eleganza e dopo pochi minuti dall’inizio di ogni monologo, non è più il loro corpo che lo spettatore osserva rapito, ma i loro occhi. I loro sguardi liquidi sanno infatti catturare i sensi, ma è attraverso i loro occhi, che lo spettatore riesce ad arrivare ala loro parte più profonda, all’anima, al senso ultimo della loro bellezza che è sì estetica, fatta di carne, ma soprattutto è interiore, fatta di sentimenti.
983709_10202814197690515_1123668718754686116_nDon Giovanni è solo un’ombra, quasi un fantasma che fa bruciare ancora di passione queste donne, senza tregua.
La pièce, ideata e scritta dal regista, Luca Gaeta nel 2011, inizialmente s’intitolava “Le convitate di Pietra” ed era ambientata in vere e proprie caverne molto grandi, quasi delle catacombe, poste a 20 metri sotto terra, sotto a un palazzo rinascimentale nei dintorni di Latina. Ci racconta: «L’idea della storia, tutta al femminile, che dovevo costruire, mi è venuta ricordando la scena del Don Giovanni che è tirato giù negli inferi. Ho voluto trascinarlo anch’io verso il basso, nelle grotte buie, ma con tutte le sue donne. In realtà queste donne all’inizio erano ‘anime’ che continuavano a cercare Don Giovanni per l’eternità e le grotte, erano una specie di aldilà, dove aleggiava per sempre lo spirito del seduttore. Quando si è trattato di inscenare questo spettacolo nel Teatro dell’Arte a Roma, ho dovuto modificare la storia. E’ nato così il bordello, mentre le anime le ho trasformate in prostitute, perché in realtà questo posto un tempo, era davvero una casa chiusa!. Abbandonate dal seduttore, non avendo più una buona reputazione, esse si danno alla prostituzione. E in questa casa, cercano nel volto di ogni uomo che passa il loro perduto amore e raccontano le loro storie disperate. Un luogo pieno di ombre: ho tolto i vestiti dell’anima alle attrici, per mostrare agli spettatori quanto brillano nel buio».
Il cast cambia in continuazione o è fisso?
10453434_10202814793105400_1001243852683485230_nIl cast cambia spesso, come anche i monologhi. Ho scritto 16 personaggi ispirati ogni volta alle diverse attrici selezionate nei provini, quindi sono dei ruoli ‘su misura’. Lo spettacolo dunque cambia in continuazione, non è mai lo stesso. Alcuni personaggi sono però lo scheletro dello spettacolo, come Anna, Leporello, Zerlina, Donna Elvira e Donna Isabella, che raccontano delle storie importanti. Le altre, a rotazione, colorano il percorso con monologhi sempre diversi, ma anche con la musica (Melody) e il canto (Cassandra).
A cosa si è ispirato nella creazione del soggetto teatrale?
Io credo molto nell’interazione fra le diverse arti, alla ‘contaminazione’ del teatro con altre forme espressive come la fotografia, pittura, musica. Per le figure femminili mi sono molto ispirato a Egon Schiele e alle sue prostitute, mentre l’ambientazione e le luci sono molto ispirate al Caravaggio.
La Marc production, di Ruggero Catizone e Maria Amabile Milioto, ha prodotto lo spettacolo a Roma.
Ruggero Catizone, com’è subentrata la Marc Produzioni in questo spettacolo?
Vidi lo spettacolo qualche anno fa nella vecchia versione e me ne sono innamorato. Ho corteggiato a lungo il regista e gli ho proposto di rilanciare l’idea, modificandola per adattarla nella nuova location. Ho creduto da subito in questo progetto, soprattutto ho intuito che sarebbe potuto diventare un cult internazionale. Aveva tutti gli ingredienti che funzionavano. Infatti è stato così: il successo che sta avendo in questi mesi, me lo conferma – 50 giorni in scena e il teatro è sempre pieno. Le dissolute assolte viaggerà in giro per l’ Italia e sarà anche a Parigi a luglio o a ottobre.
Quali sono i punti di forza del vostro prodotto?
Questo prodotto è “unico” e pur trattandosi di una casa chiusa, che potrebbe incuriosire prevalentemente molti uomini, piace molto anche alle donne, forse, soprattutto alle donne! E’ questa la sua vera forza, grazie alla bravura delle attrici e alla scrittura di regia, abbiamo reso la storia molto attuale, raccontata da donne in un modo molto elegante, ma forte e forse è per questo che il pubblico femminile s’identifica in quel vissuto.

"Miranda"
“Miranda”
Maria Amabile Milioto si sofferma invece sull’attualità dell’argomento trattato: «Ogni donna ha una reazione diversa al dramma dell’abbandono, che è sempre d’attualità anche nella vita di moltissime donne moderne. La figura di Don Giovanni incarna bene il maschio seduttore che brucia rapidamente le sue passioni, in un gioco continuo di seduzioni e abbandoni. Il pubblico femminile si sente ‘toccato’ da quel dolore tremendo che nasce dalla perdita dell’amato e s’immedesima nell’una o nell’altra storia, con molta partecipazione. C’è dunque un filo sottile che conduce dalla finzione alla realtà. E questo filo è avvertito sia dal pubblico maschile (chi non ha mai sedotto e abbandonato una donna?), sia da quello femminile (quale donna non è mai stata sedotta e abbandonata?). Ed è proprio questo senso d’identificazione del pubblico con queste storie e il pathos che ne deriva, che rappresenta la forza di questo spettacolo».
Quello che affascina è l’ erotismo elegante, la sensualità dalla quale emerge la vera femminilità della donna, che è custodita nella sua anima. L’attenzione dello spettatore scivola dunque dai loro corpi, per soffermarsi sul timbro di voce, sostare a lungo nei loro occhi, per poi fluire nelle loro parole, che scavano le anime fino a scendere nel profondo di ciascun presente, nessuno escluso, laddove dimorano i sentimenti più autentici, i sensi di colpa, la verità ultima dell’amore.
Queste prostitute vogliono affrancarsi: hanno ceduto alle lusinghe della carne per amore di un uomo che non le ha sapute amare. Sono disperate ed espiano la loro colpa offrendo i loro corpi, ma anche le loro anime, sempre invocando l’immortalità dell’amore. Per questo sono assolte.
LE DISSOLUTE ASSOLTE
di Luca Gaeta
18 – 19 – 20 – 21 – 25 – 26- 27- 28 Giugno
Piccolo Teatro Campo d’Arte
via dei Cappellari, 93 – Roma
Doppio spettacolo ore 21 e 22.30
Produttore esecutivo Maria Amabile Milioto
Per info: info@marcproduzioni.com
Per la limitata disponibilità di posti è consigliata la prenotazione.
Prenotazioni: 339 33 72 853
Ingresso 15 euro (compreso drinks e tessera)

SCRIVI UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento!
Inserisci il tuo nome

- Advertisment -

più popolari