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Pompei: premiazione I Edizione Concorso Letterario Nazionale Sandor Marai

Di Stefania Taruffi
Giovedì 11 settembre 2014 si è svolta nella splendida cornice della città di Pompei, la Premiazione della I edizione del Concorso Letterario Nazionale per artisti emergenti intitolato al famoso scrittore ungherese, Sandor Marai. L’evento è stato ospitato nella Sala Consiliare del Comune della città d’arte famosa in tutta il mondo per i suoi scavi archeologici, dal Sindaco della Città di Pompei, Nando Uliano e del neo Assessore alla cultura, Pietro Orsineri, le cui autorevoli presenze, hanno fatto da solenne e cortesissima cornice alla premiazione.

Da sinistra: Nando Uliano, Kristine Maria Rapino, Francesco Paolo Oreste e Pietro Orsineri
Da sinistra: Nando Uliano, Kristine Maria Rapino, Francesco Paolo Oreste e Pietro Orsineri
Dopo l’invito a “leggere di più”, il Sindaco Uliano, molto sensibile alla crescita culturale del proprio Comune, si è dichiarato felice di aver aperto le porte di Pompei, patrimonio dell’umanità, a un evento letterario che valorizza il territorio e promuove la cultura. L’Assessore Orsineri, eletto da soli 15 giorni nell’ambito del nuovo Assessorato, ha confessato che dopo i primi momenti di dubbio e di speranza, rispetto alla risposta dei cittadini, ha ricevuto moltissime proposte di progetti culturali e sta accogliendo numerose iniziative nascenti che ora troveranno spazio, voce e sostegno a Pompei. Spiega l’Assessore Orsineri: “Questo concorso vuole valorizzare il tema delle radici e dell’appartenenza al territorio, vuole che i giovani lo amino e lo raccontino e proprio questo è cultura: l’amore per la propria terra”. E sottolinea un concetto importante che se, opportunamente applicato a tutta l’Italia, darebbe una propulsione, qualitativa ed economica, al nostro paese: “Qualcuno dice che con la cultura non si mangia. Tuttavia, quando guardo negli occhi di coloro che con tanta passione, cercano di promuovere cultura, dare voce alle nuove energie, ai giovani, alla divulgazione della conoscenza, in questi nostri territori attanagliati da così tanti problemi, vedo il volto pulito del nostro territorio. Perché la cultura rappresenta proprio questo: la nostra forza, il volto ‘pulito’ della società”.
Maria Stanziano, Anna Brancaccio e Francesco Paolo Oreste
Maria Stanziano, Anna Brancaccio e Francesco Paolo Oreste
La manifestazione è stata promossa dall’Associazione In-Oltre presieduta dalla Dott.ssa Maria Stanziano con il patrocinio morale della Provincia di Napoli, per volontà degli assessori Marilena Nasti e Francesco De Giovanni.
Spiegano i fondatori dell’Onlus In-Oltre: “L’iniziativa ha come obiettivo quello di promuovere la figura e l’opera di Sàndor Màrai e di incoraggiare l’amore per l’arte della scrittura, favorendo la crescita e il cammino degli autori meritevoli che non hanno ancora conosciuto la notorietà presso il grande pubblico perché, come diceva Marai, “la scrittura non è solo uno strumento, la scrittura è il potere, è la forza più grande che esista”.
Pippo Zarrella, Ida la Rana, Maurizio de Giovanni
Pippo Zarrella, Ida la Rana, Maurizio de Giovanni
La Giuria presieduta dal notissimo autore di gialli e romanzi Maurizio De Giovanni e composta da Patrizia Rinaldi, Antonio Menna, Ida la Rana, Pippo Zarrella ha decretato che la vittoria di questa I edizione fosse attribuita a una giovane scrittrice, Kristine Maria Rapino per il racconto “Il rumore dell’erba”, delicatissimo racconto ambientato nella sua terra d’origine, l’Abruzzo.
Maurizio De Giovanni ha spiegato il difficile compito degli aspiranti scrittori: “Lo scrittore di racconti è diverso dallo scrittore di romanzi. Il romanzo è una ‘costruzione’ e ha bisogno di un’architettura diversa. Quando uno scrittore scrive un romanzo, deve tenere conto di tutto quello che serve, come la costruzione di un palazzo, con tutti i suoi spazi. Il racconto invece è una ‘struttura’. Si tratta sempre di una costruzione, ma che deve avere il valore, il senso e la potenza di uno schiaffone o di una carezza. Il racconto è una cosa difficile. Quindi un concorso sui racconti, è difficile. Anche per i giurati stessi che devono scegliere i migliori. Perché i racconti sono diversi e tutti belli. Per definizione non esiste un ‘canone’: la scelta non è estetica, ma è di sensazione ed è stata fatta in base a ciò che abbiamo provato noi giurati nel leggerli. Il concorso rappresenta per questi giovani scrittori emergenti un passo in più in una strada difficilissima da percorrere per uno scrittore di racconti, che è quella di trasferire un fatto, un’idea, dei personaggi e delle emozioni in quello strano piccolo tubo che passa dal cuore di chi scrive a quello di chi legge: più breve è questa distanza, più si è sicuri che la temperatura di quello che va dal cuore di chi scrive possa mantenersi uguale, arrivando al cuore di chi legge”.
Maurizio De Giovanni e Francesco Paolo Oreste
Maurizio De Giovanni e Francesco Paolo Oreste
Lo stesso Maurizio de Giovanni, premiando la prima classificata, la giovane Kristine Maria Rapino, vincitrice proveniente da Chieti, ha motivato la scelta spiegando che il racconto “delicato e intimista, ha un elevato contenuto sensoriale; il costante richiamo alle sensazioni della protagonista e
Kristine Maria Rapino
Kristine Maria Rapino
l’uso del presente favoriscono il processo di immedesimazione del lettore tanto da farlo sentire assolutamente partecipe della narrazione
”.
Roberta di Domenico De Caro
Roberta di Domenico De Caro
Seconda classificata un’autrice napoletana, Roberta di Domenico De Caro, da Trecase, autrice di “Si chiamava vico Stella.
Daniela Raimondi
Daniela Raimondi
Terza classificata, proveniente da Alghero, Sassari, Daniela Raimondi con “Le notti a Stellata”.
Tutte le vincitrici, sono state intervistate da Italiamagazine, dove a breve troverete le loro storie di vita e professionali.
Era presente alla serata il Presidente della Quaderno Edizioni Stefania Spisto, la casa editrice che curerà la pubblicazione dell’antologia che raccoglierà i racconti dei seguenti finalisti selezionati dalla Giuria:
Daniela Montella – “La città di pietra
Benincasa Pino – “Un’incantevole condanna
Prisco Ciro Antonio – “L’intervista
Capuano Romolo GiovanniOSS
Pino Sorrentino – “Da lontano si capisce “meglio
Giannotti M. Annunziata– “Sono Re
Giampino Anna Marzia – “L’onda lunga della fine
Paolo di Mauro – “Non potevo fare altrimenti
Miseria Salvatore – “L’odore dell’aria
ItaliaMagazine, da sempre molto vicino al mondo della cultura e ai giovani artisti e scrittori emergenti in Italia, è stato media-partner del Concorso in tutte le sue fasi.
Renato Mazzei
Renato Mazzei
Hanno inoltre salutato i presenti, il Presidente dell’Associazione Sandor Marai di Salerno, Renato Mazzei, che dal 2004 raccoglie con la moglie i documenti storici degli anni trascorsi da Marai in Campania, ripercorrendo i luoghi e incontrando le persone con cui era entrato in contatto. Mazzei ha compiuto una bellissima opera di ricostruzione dell’esilio di Marai in Italia (1948-1989) e racconta: “Ripercorrendo la sua vita in Campania, abbiamo ritrovato lettere e foto inedite, uniche al mondo, come quelle scattate in occasione di un matrimonio, o a una prima Comunione, dove era stato invitato dalla gente comune. Fotografie in cui dal suo volto traspare la gioia di aver conosciuto gente autentica nella nostra terra, perché lui, era continuamente alla ricerca spasmodica di quell’umanità, dell’essenza dell’uomo, e questo traspare nei suoi romanzi e nella sua vita cosi piena di lotte e tormenti”. Nei programmi dell’Associazione Sandor Marai c’è anche l’intenzione fattiva di dare il proprio contributo nella creazione di una “Fondazione Marai”, con sede proprio a Budapest, per riportare lo scrittore nella sua terra, alla quale era profondamente legato”.
Renato Mazzei ha presentato anche un toccante video sulla vita dello scrittore e ha dichiarato questo Premio letterario “Il Premio letterario della futura Fondazione Marai, che dovrà avere un respiro internazionale”.
Judit Jaky
Judit Jaky
Il concorso è stato anche onorato dalla presenza della nipote dell’autore, Judit Jaky, intervenuta a Pompei da Budapest per portare i saluti della famiglia e la testimonianza del profondo amore di Sandor Marai per gli italiani, soprattutto per la gente di Salerno e Napoli, dove egli ha vissuto e che lui descrisse molto calorosamente. J. Jaky ha ricordato le parole di stima dell’autore, che degli italiani aveva questa opinione: “Il popolo italiano è umile, di buon umore, con figli, è capace di essere contento, di vivere la famiglia, sotto il cielo italiano, sempre azzurro. Gli italiani devono essere amati. Perché sono benevoli e aperti. E rispettano tutti, anche me, l’ungherese”.
Il Curatore del Premio, Francesco Paolo Oreste ha espresso tutta la sua soddisfazione per la riuscita del concorso e per la presenza, come presidente della giuria, di Maurizio de Giovanni: “Proprio lui che “Il sangue di San Gennaro”, quella gente amata e raccontata da Sandor Marai, la loro Fame, il loro Amore, quei due nemici sempre a braccetto, ce li mostra in tutta la loro complessa vitalità” , ma anche per l’appassionata partecipazione al progetto da parte di tante persone che, spiega: “Hanno aderito con gioia all’iniziativa e si sono sentite gratificate e appagate solo dal ricevere in cambio, rispetto al loro impegno, la consapevolezza di partecipare a qualcosa di bello, che dia voce alla speranza
”.
F. P. Oreste
F. P. Oreste
Francesco Paolo Oreste, ideatore di questo Concorso letterario è un poliziotto, ma è anche uno scrittore, un appassionato sostenitore e promotore di cultura nella sua regione, la Campania, nonché cittadino attivo politicamente e socialmente sui temi della legalità, dei problemi ambientali e sociali, operando attraverso le Associazioni culturali Eureka e In-Oltre, di cui è fondatore e sostenitore.
Se è vero che ”La salvezza dell’uomo deriva anche da ciò che legge”, è anche da sottolineare, perché evidente in tutto il suo svolgimento, che l’iniziativa si è potuta realizzare e ha raggiunto un notevole successo, grazie soprattutto alla competenza e alla passione di tutte le persone e le istituzioni che hanno creduto fortemente in questo progetto culturale. Quindi si può tranquillamente dire che “La salvezza dell’uomo deriva anche da cosa ciascuno di noi s’impegna a realizzare nella vita”.
Il fatto poi, che questa iniziativa sia stata partorita proprio in Campania, una regione così martorizzata da inefficienze e malavita, è un chiaro segnale che vi è anche un forte desiderio di valorizzare il territorio, le persone, quello che di buono c’è in questa terra: la comunicatività, la creatività, l’arte, la professionalità di molti, la passione, la cultura, la bellezza in tutte le sue forme.
Questo concorso e l’evento di ieri, sono proprio la testimonianza che esistono anche nuove energie positive, legate a doppio nodo al mondo culturale e alle battaglie che una piccola nicchia di ‘appassionati’ muove per contribuire alla bonifica del tessuto sociale, a dispetto della mancanza di fondi economici, di supporti, spesso di volontà politica e soprattutto di sacrificio personale. La cultura in Italia va avanti solo grazie agli ‘appassionati’, che se si ha la fortuna anche trovarli a capo di ambienti istituzionali e culturali, come in questo caso a Pompei e Napoli, fanno davvero la differenza.
Citando Sandor Marai, il concorso ha rilanciato la sua celebre frase: “Per l’idea ci vuole la parola, senza la parola non c’è scambio, giusto un brulichio nella coscienza, come formiche sulla pelle”. Noi tutti che crediamo ai sogni di tanti giovani e teniamo al loro futuro, vogliamo aggiungere che alla parola e allo scambio, dovrebbe seguire sempre l’azione concreta, che si tramuta in opportunità per chi s’impegna, per i migliori che investono in conoscenza e professionalità, come i ragazzi che abbiamo conosciuto in questa splendida occasione.

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