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Di Marco Milano
Genova, la scienza esce allo scoperto. Dal 29 ottobre, fino al 7 novembre, si alza il sipario su uno dei palcoscenici più significativi nell’ambito della divulgazione scientifica europea ed internazionale e che ha conquistato negli anni larghissimo consenso e fama mondiale, il Festival della Scienza. Con l’ottavo appuntamento annuale, si va confermando quel rapporto privilegiato tra scienza e pubblico che fa di questo festival una tradizione culturale per la città ligure e non solo.
Dopo otto anni, infatti, la scommessa dell’associazione può già vantare più di duecentomila accessi, registrati nelle ultime edizioni, alle mostre, laboratori, conferenze e centinaia di riferimenti su testate di carta stampata, internet, radio e tv. Una formula già dimostrata, un successo brevettato: avvicinare il mondo di scienza, ricerca e tecnologia alle grandi masse, attraverso canali di intrattenimento e comunicazione non accademica, mantenendo il rispetto per il rigore e la correttezza dei contenuti. Nel corso degli anni, tanti sono stati gli strumenti e tante le idee per aprire le porte di quella che viene spesso vista con sospetto come una torre d’avorio: mostre scientifiche, artistiche e interattive, tavole rotonde, conferenze, spettacoli, exhibit, caffè scientifici. Tutti percorsi educativi, questi, intesi per dare una nuova immagine all’universo scienza o per ristabilirne la giusta prospettiva agli occhi di un pubblico spesso intimorito. Lo strumento dell’esibizione della scienza, anche attraverso le forme dell’arte e dello spettacolo, si è rivelato una strategia vincente e necessaria negli ultimi anni non solo nel nostro Paese, ma che vede in Italia proprio la città di Genova come riferimento importante e indiscusso della comunicazione scientifica – e fonte di ispirazione anche all’estero.
Orizzonti è la parola chiave dell’edizione 2010, a voler immaginare gli enormi spazi di potenzialità della scienza, accompagnati da limiti. Gli “orizzonti” del festival si possono esplorare attraverso 6 percorsi, fili conduttori pensati per permettere ai visitatori un orientamento coerente e facilitato attraverso i quasi 350 eventi previsti per quest’anno: orizzonti dell’uomo, delle idee, della tecnologia, dell’universo, della luce e della materia, della vita. I temi proposti hanno a che fare con una visione del futuro, un percorso già avviato e di cui siamo tutti in qualche modo protagonisti, a volte inconsapevoli. Il festival offre l’opportunità di riconquistare questa prospettiva del futuro attraverso la conoscenza e le sue fascinazioni.
Il 50esimo anniversario dell’accensione della prima luce laser è solo uno tra i più importanti eventi di spicco di quest’edizione, ‘contenitori del festival’, spettacoli – che vedranno protagonisti anche il Teatro della Tosse e il recentemente discusso Teatro Carlo Felice – mostre, laboratori, eventi speciali. La dislocazione degli eventi è frutto di scelte mirate, per facilitare le visite in punti importanti della città, come Palazzo Ducale, l’Acquario, il Porto Antico, la Biblioteca Berio, Palazzo Rosso, suddivisi in 8 ‘poli’.
Il Festival quest’anno si accompagna inoltre alla Biennale del Mediterraneo, ospitando una selezione di eventi – ad esempio la mostra su come si è formato il mediterraneo da parte dell’Istituto di Geovulcanologia e Geofisica o il Science Garden in cui è possibile passeggiare tra isole della biodiversità – sviluppando temi legati alle potenzialità del Mediterraneo, alla sua cultura scientifica.
L’accoglienza e la guida lungo i percorsi genovesi è a cura dei tantissimi giovani animatori, anche quest’anno reclutati durante i mesi di preparazione, che rappresentano, in qualche modo, una delle più solide garanzie di successo: la scienza raccontata da neo laureati in materie scientifiche o ricercatori, conquista l’attenzione di tutte le fasce d’età e stimola inaspettate curiosità, così come testato nelle edizioni precedenti. La presenza e la continuità di quest’evento è una fortuna non solo per Genova, ma per il Paese tutto. Una realtà che vuole accorciare le distanze tra cultura tecnico scientifica e linguaggio comune deve essere consolidata ancora di più, se possibile, e applaudita, perché indica la direzione giusta in tempi assai incerti.
Il sodalizio con Genova non è forse casuale, considerando un certa predisposizione della città ad una sensibilità culturale, anche tecnico scientifica. Un esempio forte che ha già visto forme di emulazione, ma che non bastano ancora a riempire quell’odioso gap culturale che ha allontanato troppo e per troppo tempo la scienza dall’immaginario e linguaggio d’abitudine. Con le responsabilità di entrambe le parti.
Per info:
http://www.festivalscienza.it/site/Home.html
http://www.festivalscienzalive.it/site/Home.html