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“Decrescita felice”: chimera o sogno realizzabile?

Nell’era della crisi economica, del surriscaldamento globale e degli annessi scenari apocalittici è sempre più forte l’impellenza di trovare soluzioni che possano metterci in salvo o perlomeno farci trovare una strada di ritorno a uno stile di vita più sostenibile. Si parla spesso di “decrescita felice”, affinché l’uomo possa ritornare in armonia con il proprio ecosistema – il cui contatto sembra essere inesorabilmente svanito – senza “soffrire” troppo o sacrificare le proprie comodità, prodotto di un consumismo alla radice di ogni problema. A questo punto è giusto porsi la domanda se sia veramente necessario ribadire che una tale decrescita possa essere “felice”, come se a priori non lo dovesse essere, visto che i progetti e gli studi a questo merito dimostrano che al contrario essa sia benefica per la salute psicofisica di ogni persona. Ma come può ognuno dare nel proprio piccolo un contributo a questa trasformazione?
Mobilità sostenibile e non sostenibile: è ormai chiaro che uno dei fattori scatenanti della crisi sia il petrolio e l’impennata dei prezzi dei carburanti fossili. L’automobile si è trasformata nel giro di pochissimi decenni da bene di lusso a bene quasi di prima necessità. Ma abbiamo veramente bisogno di un’auto pro capite? Non sarebbe forse più bello e salutare godersi la città in bici, magari sfruttando le nuove oppurtunità di bike-sharing e il nostro clima più favorevole rispetto ai Paesi nordici dove tali servizi sono di gran lunga più sviluppati, oppure condividere l’esperienza di viaggio con altri o, se assolutamente necessario, prediligere l’acquisto di un’auto elettrica o a basso consumo energetico, favorendo anche il proprio portafoglio? Proprio dal nord d’Europa, dove la mobilità sostenibile non è più una novità, sono arrivati anche in Italia servizi online che permettono di vendere auto usate o rottamare la propria vecchia auto in tempi brevissimi e a costo zero, occasione da non perdere per incentivare la trasformazione del nostro stile di vitadecrescita a questo riguardo e liberarsi di un oggetto ingombrante e nocivo.
Preferire prodotti locali alla grande distribuzione: la grande distribuzione ha un legame indissolubile con l’automobile. In aggiunta è causa di enormi sprechi, d’inquinamento, disumanizza il lavoro, incentiva l’agricoltura e l’allevamento intensivo e distrugge i centri urbani.
Preferendo i prodotti locali, invece, si favorisce la qualità, l’artigianato, giovani progetti locali, si migliora il centro urbano e si avranno alimenti sani e sopratutto gustosi.
Prediligere la vita sociale: il mondo digitale ha portato con sé numerosi vantaggi, ma solo se utilizzato in modo responsabile senza diventare una vera e propria dipendenza. Rintanarsi in casa di fronte al proprio computer o preferire la comunicazione digitale rispetto a quella reale è una delle tante conseguenze di questo consumismo sfrenato, origine d’infelicità. Prediligere una buona lettura e la comunicazione a tu per tu, partecipare a incontri sociali o far parte di un’associazione saranno certamente un buon contributo alla nascita di nuove idee e allo sviluppo della creatività.
Mangiare meno carne: non è un’ode al vegetarianismo, ma un’occasione per riflettere a quello che realmente ingeriamo e sulle modalità di allevamento barbaro per produrre una enorme quantità di carne di cui il nostro fisico non ha realmente bisogno.
Questa lista non è completa, ma può essere un buon punto di partenza per riprendere contatto con noi stessi e la nostra terra.

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