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'Lo straordinario viaggio di T.S. Spivet' di Jean-Pierre Jeunet

di Giorgia Di Saverio

Dal 28 Maggio nelle sale italiane Fulvio e Federica Lucisano in collaborazione con Raicinema presantano “Lo straordinario viaggio di T.S. Spivet” del regista de “Il favoloso mondo di Amelie”, Jean-Pierre Jeunet. Tratto da Le mappe dei miei sogni, il primo romanzo di un giovane autore americano di nome Reif Larsen. Come spiega il regista tra i due “è nata subito una complicità nonostante la differenza di età e di background. Sembrava di appartenere alla stessa famiglia: abbiamo gli stessi gusti, ossessioni, entusiasmi e interessi.”locandina_Spivet
T.S. Spivet rappresenta l’alter ego del regista poiché “ha successo e vince un premio prestigioso grazie alla sua fantasia e, quando si trova al centro dell’attenzione, non desidera altro che tornare al suo ranch.” Infatti il protagonista interpretato da Kyle Carlett è un bambino prodigio che vive con la mamma appassionata d’insetti, il papà cowboy, la sorella che sogna di diventare Miss America e il fratello gemello Layton. In seguito ad una telefonata dell’istituto Smithsonian, T.S. comincerà un lungo viaggio verso Washington per ritirare il prestigioso premio Baird.
“L’idea era di girare un film americano prodotto a Parigi –spiega Jean-Pierre Jeunet- con il mio co-produttore Frédéric Brillion della Epithète Films e con Gaumont, a cui Francis Boespflug aveva portato il progetto, e che era entusiasta. Pensavamo a una coproduzione, non con gli Stati Uniti, ma con il Canada. Volevamo girare nel Quebec, nella nostra lingua e nella provincia di Alberta, dove gli statunitensi stessi si recano quando devono girare le sequenze che dovrebbero aver luogo nel Montana, come ne I segreti di Brokeback Mountain”. Le immense praterie, distese di prati verdi, il rosso del ranch risaltano subito agli occhi, la bellezza di questi paesaggi rendono la narrazione ancora più suggestiva ed emozionante.
La partecipazione di Helena Bonham Carter nei panni della Dottoressa Clair è perfettamente calzante. Bella, dai gusti originali e un po’ stravaganti, la stessa stravaganza che ha incuriosito il regista tanto da inviarle la sceneggiatura. Altrettanto curiosa è la partecipazione di Kyle Catlett. Jeunet lo descrive come “un ragazzino minuscolo, aveva 9 anni, ma ne dimostrava 7. Eppure aveva qualcosa! Qualcosa di strano, avvincente, e unico.” Tutti i personaggi sono apparentemente diversi tra loro, chi è il giorno chi la notte, chi lo scienziato, chi il cowboy, chi di campagna, chi di città, ma nonostante questo tra loro si crea una geniale armonia.

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