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Il successo del tumtum/tamtam ne “L’ululato” di Luigina Lovaglio

di Lidia Monda

Luigina Lovaglio con Jerry Cutillo, leader degli OAK
Luigina Lovaglio con Jerry Cutillo, leader degli OAK

È andato in scena al teatro Carrozzerie n.o.t lo spettacolo “L’ululato”, scritto e interpretato da Luigina Lovaglio, per la regia di Lorenzo De Liberato e le coreografie di Gabriele Cantando Pascali.
Un teatro gremito ha accolto il tumtumtum/tamtam la chiamata alle “Arti”, di quest’artista poliedrica, che, col suo tamburo irlandese, il bodhran, ha dato luogo a questo viaggio iniziatico. La Lovaglio attraverso i suoi personaggi, un lupo, una donna e una strega, ha condotto il pubblico in un bosco dagli alberi azzurri, la terra senza mappe, più volte evocata, dove vige la libertà di essere se stessi e dove gli artisti nutrono le loro vocazioni. Interpretando entrambe le figure femminili, la donna e la strega, aspetti del medesimo sé, quello sociale e quello iniziatico, questa scrittrice e poetessa ha lasciato ampio spazio non alla mera esibizione del proprio personaggio, ma alla danza, alla musica e alla pittura, fonti costanti d’ispirazione, come affermato alla fine della pièce teatrale.
I bravi artisti in scena, l’ottima regia e le magnifiche luci hanno dato vita a un piccolo quadro poetico ed eclettico del primo “ ululato” di Luigina Lovaglio.
Nel corso della rappresentazione una lettera dal titolo “Obliterare”, scritta dalla donna alla strega, ha evidenziato i motivi che hanno spinto la scrittrice ad assumersi in prima persona la responsabilità di questo lavoro. Monito per chi sceglie e timbra la vita con dei “ticket esistenziali” tutti uguali, e attacco a chi definisce gli artisti “falliti” o solo sognatori, fannulloni, in una società dove invece l’artista deve possedere coraggio e forza. Qui al contrario si chiede dignità, e rispetto. Del resto, aggiunge, tutti voi, venite qui, in questa terra senza mappe, quando la realtà, la vostra bieca società uccide ogni sogno. Una marcia, una canzone non cambieranno il mondo, ma il sogno che possa accadere, io lo voglio!
Luigina Lovaglio ha dimostrato grande determinazione, dentro un “credo” che ha trascinato artisti e pubblico in un progetto corale, destinato ad avere un seguito. Avremo altre tappe, dichiara in chiusura, quella di questa sera era un piccolo affresco, la prima versione. E noi le crediamo.
 

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