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Prima che sia buio, una metafora della notte africana

di Federica Ricci

La povertà della donna: una questione sociale prima che economica

Ilaria Guidantoni, giornalista fiorentina specializzata in temi politico economici, presso la libreria Tra le righe di Roma, ha presentato per la prima volta al pubblico il suo secondo libro “Prima che sia buio. In ordine sparso seguendo un filo” (Casa editrice: Colosseo editore, Prezzo: 12 €), una giornata che è stata anche l’occasione di offrire  sostegno della campagna di Amnesty International, “Io pretendo dignità”.

Ad accompagnare la Guidantoni,  il giornalista sportivo, Valerio Piccioni, da sempre impegnato nel sociale  e Andrea Menaglia, editore di Colosseo, casa editrice che predilige scrittori esordienti e sempre alla ricerca di sentieri poco battuti.

Il dibattito ha messo l’accento sulla necessità di “recuperare la parola” soprattutto attraverso la scrittura intesa come strumento curativo. “La parola è una dimensione che si è ormai persa nel mondo occidentale. Parola intesa soprattutto come ascolto. Ascoltare se stessi significa far capire agli altri ciò che si prova attraverso la parola. E’ un’esigenza molto forte quella di esprimere i miei sentimenti su temi delicati come lo sfruttamento delle donne – questo il pensiero della Guidantoni.

Il racconto nasce dal dolore che nell’esternarsi diventa anche impegno sociale nella forma del racconto collettivo, del recupero della cultura orale e rappresentazione evocativa. L’idea della cultura orale andata smarrita nell’Occidente, ciononostante resta ancora la principale forma di comunicazione tra generazioni diverse nelle tribù africane. Le donne sono solite raccontare le storie ai bambini, storie che fanno parte del passato e della loro cultura.

L’idea di raccontare queste storie attraverso la scrittura ha permesso alla Guidantoni di raccogliere nel suo viaggio, attraverso l’ascolto delle donne africane, i miti le leggende e i vissuti interiori delle donne africane, troppo spesso sottomesse alle dure regole che la loro cultura impone. E’ la notte africana che cala improvvisamente e che porta il gelo e la paura soprattutto per le donne a dominare questo primo incontro.

La donna diventa il centro di tutti i dialoghi. Annalisa Zanuttini Responsabile di Amnesty Lazio, spiega come “La povertà non è solo e soprattutto una risultante economica ma deriva da scelte sociali e da valori culturali precisi. Basti pensare alle stime di produzione, circa il 70% della ricchezza del mondo viene prodotto dal lavoro delle donne le quali hanno accesso solo al 23% della stessa”. Altro elemento determinate che permea tutto il libro è il gioco delle metafore del colore, nella sua dialettica contraddittoria come la vita dominata dall’ambiguità e opposizione del rosso – amore, gioia ma anche sangue – e il bianco, purezza ma anche vuoto.

Il Professor Rino Caputo, Docente di Letteratura Italiana presso il Corso di Laurea in DAMS della Facoltà di Lettere  e Filosofia dell’Università di Roma “Tor Vergata” – sottolinea “il recupero della parola che conosce le regole, per trasgredirle e renderle una rappresentazione dove il lettore è chiamato in causa ad agire. Nello stesso tempo è una scrittura femminile forte e tenera ad un tempo, che dice della parola come ascolto ed accoglienza”.

E’ il racconto di Natale “Buonanotte Aisha” dedicato ai bambini di Watoto, Makobeni – Kenya ad aver consentito al libro di entrare nel circuito Amnesty.

Un racconto per adulti, “una fiaba nera” come la definisce l’autrice, parole semplici gettate come pietre che colpiscono il cuore dei lettori, degli spettatori. Parole che superano, per la loro capacità di evocare, la soglia del silenzio e dell’indifferenza, che rispecchiano il sentire umano nel momento del suo materializzarsi nella forma del ricordo. Immagini che conducono per mano, in luoghi nuovi e affascinanti; in sentieri dolorosi.

Parole, che come la donna della copertina, si pone frontalmente al lettore, perché frontalmente, dice la Guidantoni, si possono, cogliere con i cinque sensi, i frammenti dell’universo che compone il puzzle dell’esistenza.

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