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Donne! è arrivato il cuoricino!

di Lidia Monda
“Scarpe, vestiti, occhiali: l’unica cosa che pensavo di non poter avere era il cancro”. Il video americano sulla sensibilizzazione per il cancro al seno, scritto, diretto e prodotto per A Plus dalla scrittrice – editrice Jordan Zaslow , sbarca oggi in Italia, divenendo immediatamente virale, con circa 300.000 visualizzazioni globali, e più di 70.000 in Italia, in meno di 10 ore. È un video intenso, toccante, che dura pochi minuti ma racconta di una vita, di un percorso, di una nuova consapevolezza. https://www.youtube.com/watch?v=ec6EJWIQC0E
12188644_10206748847712735_2072790865_nGiunge nel nostro paese sul finire di ottobre, mese storicamente dedicato alla prevenzione. Giunge da noi italiane che, sempre a proposito del cancro al seno, abbiamo invece appena finito di trastullarci con le tette siliconate di una Tatangelo senza veli o col  giochino che ha navigato sotterraneo su Facebook di chat in chat, in una privatissima catena di S. Antonio esclusivamente al femminile. Partendo infatti dal presupposto di una mobilitazione mondiale contro il tumore al seno, il messaggio chiedeva di contare e poi pubblicare in bacheca il proprio numero di tatuaggi -vai a capire cosa c’entri col cancro- aggiungendo al numero “… e ne sono fiera!”. Ma non finisce qui. Bisognava anche aggiungere un cuore sulla bacheca del mittente insieme all’avvertimento: “se gli uomini dovessero chiedere perché di tutti quei cuori non rispondete: è solo per noi donne”. Di qui il fiorire di status femminili in codice che alludono a ben altri ammiccamenti, che puzzano di coscienza a posto e che sguazzano nella beata approssimazione.
Sicché viene da chiedersi perché in Italia, archiviati entrambi i tormentoni, ancora ci si ostini a portare avanti una campagna di sensibilizzazione imperniata sull’effetto nudo o l’effetto gioco, piuttosto che sul senso di responsabilità. Pensare che una donna non sia pronta per un messaggio diretto e frontale e preferisca invece affidarsi all’ammiccamento tipico delle comari che si danno di gomito, sa di atteggiamento sessista e, perché no, persino di finto buonismo e vera discriminazione gender. emoticonE non perché il giochino sia precluso agli uomini – non comprendendone la ragione, atteso che anche gli uomini vanno incontro al rischio di tumore al seno- semplicemente perché mentre la campagna americana parla “di” una donna futile e del suo percorso, la campagna italiana parla “a” una donna futile, che si accontenta di essere trattata da sciocchina mentre condivide, sorrisino, clickino e cuoricino, il suo messaggio privato.
Donne! è arrivato l’arrotino! Il livello è grossomodo quello.
gioconda-calvaMa è di una rivoluzione culturale che dovremmo parlare, non di tatuaggi. Di un obbligo morale e non di un giochino virtuale. Chi ama protegge, e fermo restando la roulette rossa della vita cui tutti dobbiamo sottostare, nostro compito, in questi tempi grami e contaminati, è quello di ridurre, nei limiti delle nostre possibilità, il rischio di morte con la prevenzione. Uomini che hanno partorito idee, donne che hanno progettato figli, figli che hanno covato speranze. Parliamo di loro lasciando parlare loro, non la siliconata di turno. Facciamo cadere il mellifluo, il banale, l’irrisorio, perché se c’è una cosa che non meritiamo è declinare il concetto di prevenzione al diminutivo.
La prevenzione non è un giochino di cuori quando c’è in gioco la vita.

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