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L'inseguitore, il racconto più famoso di Cortázar e le tavole di Muñoz

Ci sono libri che in qualche modo assomigliano a degli incroci, a punti dello spazio e del tempo in cui percorsi artistici altrimenti indipendenti finiscono per fermarsi a omaggiare una qualche pietra miliare prima di proseguire oltre. Così il volume che Sur ha da poco riportato nelle librerie italiane, L’inseguitore, in cui il talento letterario di Julio Cortázar e quello grafico di José Muñoz arrivano a incrociare gli ultimi difficili anni di vita del leggendario Charlie Parker, a cui il volume è esplicitamente dedicato.
El perseguidor, originariamente nella raccolta Las armas secretas (1959), è uno dei più famosi racconti dello scrittore argentino, già pubblicato da Einaudi con il titolo Il persecutore nel 2003 (poi in Le armi segrete, 2008), e riappare ora in una nuova traduzione di Ilide Carmignani, arricchito dalle splendide tavole in bianco e nero di Muñoz, così cariche di inevitabile tensione, apparse per la prima volta in un’edizione spagnola del 2009. L’amore di Cortázar per il jazz, quel jazz che finirà per avere un ruolo centrale nel suo capolavoro, Rayuela, è già tutto qui, nel suo ripercorrere l’autentica rivoluzione che le improvvisazioni virtuosistiche di Parker rappresentarono per la musica afro-americana, per il jazz allora classicamente inteso. Il Parker che con il suo bepop cambiò pelle – con Gillespie e Monk – alla musica jazz diventa nei panni del Johnny Carter narrato da Cortázar il paradigma dell’artista maledetto, con la sregolatezza della sua vita a fare da contraltare al suo ineguagliabile talento.
Ma le vicende del protagonista, la miseria della sua vita, la dipendenza dalla droga, l’instabilità, la sua alterità che non è nient’altro che l’alterità dell’artista rispetto al resto del mondo, l’originalità e la libertà del suo linguaggio musicale, diventano nella narrazione anche il veicolo di una continua riflessione sul tempo e sul suo significato, una specie di ossessione per il protagonista nella sua continua ricerca, che finisce per farne uno dei temi principali del racconto. «Chi non legge Cortázar è spacciato. Non leggerlo è una malattia molto seria e invisibile, che col tempo può avere conseguenze terribili». (P. Neruda) Forse è il caso di iniziare, o , meglio, di continuare.
Julio Cortázar, L’Inseguitore, Sur, 2016, traduzione di Ilide Carmignani, illustrazioni di José Muñoz, pagine 110, euro 15,00
di Antonio Lebro

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